3 possibili spiegazioni del perché la gestione attiva ha sottoperformato nel 2014

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foto: autor Shu-Wei Hsu, Flickr, creative commons

In un anno in cui gli eventi si sono sviluppati in modo molto diverso da quanto previsto dodici mesi fa, la gestione passiva ha guadagnato posizioni nei portafogli azionari, aiutata tra le altre cose, dai cattivi risultati che stanno registrando molti gestori attivi. "A seconda di come si misura la performance, almeno il 75% dei fondi attivi hanno sottoperformato il loro indice quest'anno", ha detto Michael P. Regan, redattore di Bloomberg, citando informazioni di Bank of America secondo cui solo il 18% dei gestori attivi era riuscito a battere l'indice, la cifra più bassa degli ultimi dieci anni. 

Ma cosa c'è dietro questo cattivo comportamento? Regan individua tre possibili colpevoli: la Federal Reserve, gli ETF e Apple. Per quanto riguarda il ruolo della FED, molti esperti dicono che la liquidità immessa nel sistema attraverso il massiccio programma di quantitative easing ha provacato che aumentino le correlazioni e diminuisca la dispersione tra i settori, il che rende difficile individuare valori con potenziale di sovraperformare il mercato.

"Il differenziale tra il settore dello S&P 500 che si è comportato meglio e quello che invece lo ha fatto peggio è di 25 punti percentuali, che può sembrare molto, ma negli ultimi anni le dispersioni hanno raddoppiato o triplicato quella cifra", ha detto Regan. "Basicamente, in un contesto in cui tutto sale, i fondamentali perdono rilevanza". Questa mancanza di discriminazione è emerso come uno dei fattori di stimolo degli ETF, che a sua volta ha influenzato l'aumento delle correlazioni.

Apple è stata una delle cause della scarsa performance di molti fondi azionari. Dopo un debole 2013, le azioni della più grande società del mondo hanno guadagnato il 41% dall'inizio dell'anno, circa quattro volte l'aumento dello S&P 500. La società di analisi FundStrat Global Advisors ha stimato l'impatto di non avere Apple in portafoglio in 81,3 bp, mentre non investe in Microsoft, che è aumentata del 33% nel 2014, ha trascinato la redditività in 36,2 bp.

Migliori prospettive per il 2015

La buona notizia è che possiamo essere di fronte ad un ritorno imminente della gestione attiva nell'equity. Come indica Brian Belski, chief investment strategist presso BMO Capital Markets, le correlazioni tra i valori sono diminuite negli ultimi mesi, attestandosi al di sotto dei livelli medi, dopo diversi anni al di sopra. "La chiave per generare rendimenti superiori nei prossimi mesi e anni sarà quella di utilizzare più strategie attive per selezionare i valori rispetto a strategie passive che hanno dominato le tendenze di investimento a partire dal 2013", conclude.

Gli esperti di FundStrat Global Advisors credono anche che il 2015 potrebbe essere un anno positivo per la gestione attiva: "la dispersione è ciclica e i periodi in cui gli spread sono così stretti di solito finiscono per ritornare alla media, il che potrebbe fornire una spinta il comportamento di questi fondi", conclude.