A dare risultati sono le storie che sorpendono

Il restyling è in atto già dallo scorso gennaio: c’è una puntigliosa analisi sia quantitativa sia qualitativa, un approccio più globale all’universo dei titoli e l’idea di non innamorarsi mai di una posizione. L’evoluzione del fondo Sofia Trading, il fondo azionario di Sofia SGR passato a inizio anno sotto la guida di Antonio Vogini, ha dato un’impronta sempre più quantitativo-fondamentale. La filosofia del fondo, caratterizzato da un’identità prettamente equity, punta a quelle azioni che soddisfano degli attenti criteri di analisi fondamentale per cogliere le migliori opportunità nell’universo azionario. 

Un approccio che, secondo il gestore di lunga data, è quello giusto per investire con successo in questa fase del ciclo economico. “Il fondo è stato lanciato circa dieci anni fa, ma adesso la politica d’investimento è cambiata”, dice Vogini, tracciando un quadro dei sofisticati strumenti testati per valutare sotto tutti i punti di vista i parametri dei cosiddetti titoli chip che fanno cassa. “Abbiamo cominciato a spostarci dal versante europeo al mercato americano e giapponese, attraverso un processo graduale. Al momento abbiamo un’esposizione USA al 38/40%, una al Giappone al 10% e una verso i Paesi emergenti che  non supera il 7%. Il resto è in capo al mercato europeo, ma è chiaro che adesso le posizioni sono più globali. C’è una pluralità di titoli: dal settore dell’auto, ancora in parte presente, alla tecnologia, dai servizi finanziari a quelli legati alle comunicazioni. Sul mercato USA abbiamo perfino inserito qualche titolo legato all’oro, forzando la mano sul momentum”, spiega il gestore.

 

A regime entro fine anno

Non stupisce quindi trovare tra i primi cinque titoli in portafoglio due posizioni rilevanti sulla Grecia: il titolo Thessaloniki Water Supply, azienda legata alla distribuzione dell’acqua, è addirittura primo in classifica. “Nonostante tutto quello che è successo e i timori del mercato, questo titolo ci ha dato delle buone performance”, dice soddisfatto Vogini.

In fondo, come ripete il gestore, il mercato è fatto di tante singole storie: c’è la storia che va di moda, quella che trova meno appeal tra gli investitori e quella che viene banalmente dimenticata. Ma a dare i risultati più importanti “sono proprio le storie che sorprendono”, incalza l’esperto. “Fanno performance migliori, e spesso nonostante la preoccupazione dei mercati”. 

Per Vogini è proprio la scoperta di queste storie l’elemento più affascinante del suo lavoro. “È come essere una specie di Indiana Jones in mezzo ai trabocchetti. Ci vuole disciplina. Oggi il fondo è piccolo, ha circa 7 milioni e mezzo di patrimonio, ma pensiamo di superare i 10 milioni entro fine anno. Ci aspettiamo che cresca con una certa continuità nei prossimi mesi. Entro fine anno sarà a regime, con una buona diversificazione e un portafoglio di circa 80 titoli”.