AB SICAV I - Low Volatility Equity Portfolio, selezione di settori e Paesi attraverso un approccio bottom-up

Michael Hicks, Flickr, Creative Commons
Michael Hicks, Flickr, Creative Commons

Nel 2018 Alliance Bernstein vanta di otto fondi con rating Consistente, di cui sei azionari e due obbligazionari. L'AB SICAV I - Low Volatility Equity Portfolio, che si è aggiudicato il rating Consistente 2018, è un fondo azionario internazionale large cap blend gestito da Kent Hargis (2012) e Sammy Suzuki (2015). Il comparto, che ha chiuso il 2017 con un rendimento del 4,4%, mira a realizzare una crescita del capitale nel lungo termine attraverso l’investimento in titoli azionari che sono ritenuti dal team di gestione meno rischiosi rispetto al mercato e che offrono un potenziale di crescita favorevole nel lungo termine.

Al fine di poter ottenere un aumento del capitale, il team di gestione punta a mantenere un capture ratio del 90% sull’upside e del 70% sul downside, in modo che il portafoglio sia in grado di catturare il 90% nelle fasi di bull market e di cedere il 70% rispetto al mercato durante le fasi di turbolenza o correzione dei mercati. “In uno scenario d’incertezza come quello attuale, la gestione del rischio assume un ruolo cruciale. Quest’approccio ci consente di mantenere le nostre posizioni azionarie anche in mutevoli condizioni di mercato”, spiega il team di investimento.

Il comparto viene gestito attraverso un processo di investimento metodico e bottom-up che utilizza un metodo proprietario di ricerca quantitativa sui fondamentali al fine di selezionare i titoli più interessanti sulla base di criteri come qualità, stabilità e valutazioni. "Società di qualità sono in grado di garantire rendimenti superiori, la stabilità offre protezione contro possibili correzioni, e, con l'analisi e il monitoraggio delle valutazioni, possiamo evitare aree del mercato che potrebbero essere 'affollate', quindi costose e vulnerabili”.

Strategie di asset allocation

Nel 2017 i gestori hanno volutamente limitato l’esposizione alle “bond-proxies” più redditizie, come le utility, cercando di individuare opportunità d’investimento difensive e stabili in altre aree del mercato. La selezione di settori e Paesi è una conseguenza di un processo di selezione bottom-up. “A prescindere da ciò, al momento siamo overweight sul comparto tecnologico, finanziario e su quello dei beni di prima necessità, mentre sottopesiamo il settore utility, sanitario e dei materiali”, affermano. Inoltre, aggiungono gli esperti, un titolo sottostimato, ma con un solido vantaggio competitivo, è la statunitense Total System Services. “La società sta beneficiando della maggiore emissione di carte di credito e dei maggiori ricavi derivanti dalle innovazioni in materia antifrode e data analytics”. In termini di diversificazione geografica, gli investimenti del comparto si concentrano prevalentemente in azioni di società che operano nei Paesi sviluppati, investendo circa il 50% delle attività negli Stati Uniti e, anche se in misura minore, nel Regno Unito, Europa e Giappone.

Per quanto riguarda il processo di gestione del rischio, nonostante il prospetto del fondo non vieti l’utilizzo di strumenti derivati, “nella pratica tendiamo ad investire con posizioni lunghe solo su titoli azionari”, concludono gli esperti.