Active ownership: il miglior modo di essere sostenibili?

Giancarlo Sandrin, Country Head Italia, Legal & General IM
Giancarlo Sandrin, Country Head Italia, Legal & General IM

“L’approccio basato su rating ESG come metodo di selezione è in parte passivo, accontentandosi di fotografare la situazione de facto. Come Legal & General Investment Management cerchiamo di andare oltre, attraverso una presenza attiva nei board delle società in cui siamo investiti”. Le parole di Giancarlo Sandrin, country head Italia dell’asset manager, trovano una conferma diretta nella recente pubblicazione del Active Ownership Report che evidenzia come Legal & General Investment Management (LGIM) abbia espresso voti contrari nei board di 3.864 società in tutto il mondo, con un aumento del 37% rispetto al 2017. L’opposizione alle politiche in tema di diversity e questioni relative all’audit hanno raggiunto livelli record nel Regno Unito, mentre i contributi pensionistici dei dirigenti sono diventati l'area di impegno più importante. Cambiamenti climatici, efficacia del consiglio di amministrazione e remunerazioni hanno, inoltre, continuato a essere parte integrante dell’engagement a livello globale portato avanti dalla casa di gestione.

Unire cambiamento e performance finanziaria

“Siamo in assoluto tra gli asset manager più attivi all’interno dei Consigli di Amministrazione grazie ad un team interno di 20 persone interamente dedicato a gestire l’attività di stewardship”, sottolinea Sandrin. “Per noi è importante”, aggiunge, “non solo andare a selezionare le società che risultano sostenibili attraverso i canonici criteri valutativi, ma soprattutto indirizzare i board delle società che riteniamo interessanti verso un cambiamento che ci permetta di investire, rimanere investiti o aumentare la nostra esposizione”. Una modalità di relazione che permette di partire dalla valutazione finanziaria pura e agire con un impatto reale per essere portatori di un miglioramento della sostenibilità delle società ritenute come migliori da un punto di vista di business. “Abbiamo continuato il nostro engagment verso le aziende e i regolatori su una vasta gamma di temi, utilizzando il nostro potere di voto per influenzare il cambiamento e le cifre del nostro report annuale riflettono i maggiori standard a cui ci aspettiamo che le aziende aderiscano”, commenta su questo punto Sacha Sadan, responsabile della Corporate Governace di LGIM.

Anche i megatrend parlano di sostenibilità

“Abbiamo individuato tre megatrend che guideranno lo sviluppo globale: adozione della tecnologia, energia e demografia”, rivela Sandrin. LGMI risulta dunque impegnata nello sviluppo di una serie di prodotti su questi temi, sia lato fondi attivi che passivi. “Sulla parte ETF, in quanto primo provider a rendere disponibile agli investitori un fondo per esporsi al settore robotica, siamo molto attivi su questo tema, mentre prospetticamente crediamo in una forte crescita del comparto cybersecurity”. Il secondo dei tre megatrend individuati dalla casa di gestione è strettamente legato all’ambito della sostenibilità poiché include tutto lo spettro di attori coinvolti nella rivoluzione energetica in atto. “L’intera catena dell’accumulazione di energia è un tema di investimento molto importante ma anche molto complesso. La nostra ricerca ci ha permesso di costruire un prodotto che includesse anche gli aspetti considerati laterali, ma in realtà molto importanti del settore come ad esempio quello delle materie prime utilizzate, litio in primis”. Terzo tema: il cambiamento demografico. Tra le prospettive adottate da LGMI l’aumento del commercio globale affrontato dal punto di vista della logistica. “La vendita online”, fa notare Sandrin, “implica massima flessibilità, rapidità e tracciabilità della spedizione, con il conseguente aumento dell’importanza del canale logistico”.