Alcuni dei risultati emersi dell'Analyst Survey 2025, l’indagine che raccoglie le opinioni di 112 analisti del team di analisti a livello globale di Fidelity allo scopo di individuare i temi di investimento per l'anno in corso.
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Intelligenza artificiale, Cina e nuova amministrazione alla Casa Bianca. Questi sono alcuni dei tempi di investimento emersi dalla Analyst Survey 2025 targata Fidelity International. Si tratta di un'indagine che raccoglie le opinioni di 112 analisti del suo team di analisti a livello globale allo scopo di individuare i temi di investimento per l'anno in corso - e oltre.

Per quanto riguarda il primo tema, gli analisti di Fidelity ritengono che l'AI avrà un impatto minimo sulla redditività delle aziende nel 2025, sostenendo che il suo pieno potenziale si vedrà solo tra qualche anno. Sebbene gli analisti riconoscano che le aziende ne stanno traendo alcuni benefici in termini di attività di back office e di assistenza ai clienti, i vantaggi più significativi in termini di produttività sono ancora agli inizi.
Infatti, Secondo quando emerge dall’indagine, sono in numero maggiore gli analisti che prevedono che quest’anno le aziende da loro coperte spenderanno di più sull'AI, rispetto a coloro che prevedono un incremento materiale da parte delle aziende dell'uso di questa tecnologia. Ciò potrebbe essere dovuto al fatto che i provider di software introducono nei prodotti esistenti funzioni di IA non apprezzate, o a un aumento della spesa per la ricerca e lo sviluppo. Gli analisti hanno riscontrato che i settori tecnologico, finanziario e dei servizi di comunicazione hanno maggiori aspettative di aumento della spesa in questo senso.
Il ritorno di Donald Trump
Come secondo tema figura il ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. A otto anni dal primo insediamento alla presidenza degli Stati Uniti, le aziende globali coperte dagli analisti di Fidelity International ritengono che l'arrivo di Trump avrà un impatto più significativo rispetto all'ultima volta. Nondimeno, sono emerse anche aspettative di effettivo miglioramento di alcuni settori in termini di valore, principalmente sostenute dalla tanto attesa impennata delle fusioni aziendali. La prospettiva di un allentamento delle normative nazionali e di un contesto più favorevole alla conclusione di accordi è visibile in particolare nei settori della sanità, dei servizi di comunicazione, dell'informatica, del settore immobiliare e dell'energia.
Nel complesso, l'indagine riflette un mix di prospettive positive e insieme prudenti tra gli analisti in tutto il mondo, poiché le politiche e i dazi influenzeranno le differenti regioni in modo diverso; tuttavia, il 47% degli analisti nordamericani evidenzia che la direzione delle loro aziende è più fiduciosa nell'investire nei prossimi 12 mesi, un dato tre volte superiore a quello dello scorso anno.
I cambiamenti in Cina
Infine, figura il ritorno della Cina. Nel Paese, nonostante i venti contrari derivanti da un settore immobiliare in difficoltà, dalla persistente deflazione e dalla debolezza della domanda dei consumatori, gli analisti sul territorio vedono una serie di aree promettenti sulla scia degli stimoli alla crescita annunciati per il 2025 da parte del governo. Gli analisti di Fidelity che coprono la Cina nutrono grandi aspettative rispetto alle politiche fiscali e monetarie per l’anno in corso: oltre il 70% sostiene che la politica monetaria avrà un impatto positivo sui fondamentali aziendali, mentre oltre l'80% afferma lo stesso sui piani fiscali. Entrambi i dati sono i più elevati al mondo.

Gli analisti, facendo riferimento agli ampi stimoli annunciati lo scorso anno, ritengono che la generazione di domanda sia diventata una priorità assoluta per la Cina. Ritengono inoltre che gli stimoli porteranno a una graduale ripresa del settore dei beni di consumo discrezionali, in quanto la classe media sarà incoraggiata a spendere una parte maggiore dei propri risparmi in beni discrezionali come elettrodomestici, mobili ed elettronica di consumo.
Più in generale, gli analisti credono che i dividendi e i buyback stiano salendo nell'agenda delle aziende anche in Cina. Circa il 60% degli analisti cinesi prevede che le aziende di cui si occupa aumenteranno moderatamente i dividendi totali quest'anno. Si tratta di una percentuale più alta rispetto al 38% relativo all'Asia (esclusi Cina e Giappone), sebbene sia ancora lontana dal Giappone, che si attesta a quasi il 90%, la percentuale più alta al mondo.