AIFI: mercato italiano di private equity e venture capital, +139% nel I semestre

Finance News
Luke Southern (Unsplash)

Un risultato senza precedenti sul fronte degli investimenti ma una frenata nella raccolta. Il mercato del private equity e del venture capital italiano supera il primo semestre senza forti ripercussioni rispetto a quanto sta avvenendo sui mercati e totalizza investimenti per 10,9 miliardi nel primo semestre 2022, + 139% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Si tratta del valore più alto mai raggiunto in un semestre nel mercato italiano, influenzato da alcune operazioni di dimensioni particolarmente elevate, tra cui una realizzata nel comparto delle infrastrutture. A segnare il passo, invece, è la raccolta che si ferma a 1,7 miliardi: -40% anno su anno (i primi sei mesi 2021 erano stati caratterizzati da alcuni closing di dimensioni significative). A dare conto dell’andamento della piazza italiana è l’analisi condotta da AIFI, in collaborazione con PwC Italia, che rileva inoltre come gli operatori che hanno effettuato un closing nel periodo sono stati 26 (21 nello stesso periodo dell’anno precedente), mentre le fonti principali di raccolta sono state: assicurazioni (24%), fondi pensione e casse di previdenza (17%), e settore pubblico (12%).

Fonte: AIFI, PwC.

A livello geografico, l’82% dei capitali proviene da investitori domestici, mentre con riferimento al target di investimento, si prevede di investire il 55% dei capitali in buyout e il 23% in early stage. “Il primo semestre dell’anno mostra una crescita importante dell’ammontare investito dal private equity sulle infrastrutture: dall’altro lato preoccupa il crollo delle operazioni di expansion, dedicate allo sviluppo delle imprese, e rimangono ancora troppo poche quelle di turnaround, per il supporto alle aziende in tensione finanziaria” dichiara Innocenzo Cipolletta presidente AIFI. “Nel venture capital l’intervento del Governo e delle Istituzioni ha permesso la crescita del settore. Occorre pensare a interventi attraverso fondi di fondi, che aiutino la finanza alternativa a crescere per poter essere un valido supporto all’economia reale”.

Crescita significativa degli investimenti in infrastrutture

Nel dettaglio, il numero di operazioni si è attestato a 338, in crescita del 34% rispetto alla prima parte del 2021 (253 investimenti). Il segmento dell’early stage è cresciuto del 50% in ammontare (442 milioni di euro) e del 63% per numero di operazioni (210). Il buyout ha registrato un aumento dell’86% per ammontare, pari a 3,6 miliardi, e del 24% per numero (87). L’expansion ha registrato, invece, una diminuzione dell’attività, con solamente 186 milioni (contro i 299 milioni del I semestre del 2021, -38%), investiti in 15 operazioni (-35%). Per quanto riguarda le infrastrutture, gli investimenti sono cresciuti in modo significativo in termini di ammontare, pari a 6,5 miliardi di euro (+227%), grazie soprattutto a un'operazione particolarmente rilevante, mentre il numero di operazioni si è attestato a 15 (contro i 25 dello stesso periodo dell’anno precedente, -40%). Da sottolineare che nel periodo oggetto di analisi sono state realizzate otto operazioni caratterizzate da un ammontare superiore ai 150 milioni di euro, due delle quali hanno riguardato il comparto delle infrastrutture. “Anche al netto del segmento delle infrastrutture, i dati del I° semestre 2022 mostrano una notevole crescita (+71%) rispetto al 2021” - ha commentato Francesco Giordano, private equity leader di PwC.

Distribuzione geografica e disinvestimenti

In termini di distribuzione geografica, il 76% delle 314 operazioni realizzate nel primo semestre in Italia è stato realizzato al Nord (pari a 237 investimenti), il 16% al Centro (51) e il restante 8% al Sud e Isole, che totalizza 26 investimenti. A livello regionale, in linea con gli anni precedenti, la Lombardia si è classificata al primo posto in termini di numero di operazioni (123, pari al 39% del totale), seguita dall’Emilia Romagna (35, 11%).

Con riferimento ai disinvestimenti, nel corso del primo semestre del 2022 ne sono stati realizzati 49, un numero che segna una crescita del 14% rispetto al primo semestre del 2021, quando erano 43. L’ammontare disinvestito, calcolato al costo storico di acquisto, si è attestato a 1.483 milioni di euro, contro i 697 milioni del primo semestre del 2021 (+113%).