AIFI: private equity, nel 2021 è boom di raccolta

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Davisuko (Unsplash)

La raccolta del private equity e venture capital in Italia, nel 2021 è pari a 5,7 miliardi di euro (di cui 5,4 raccolti sul mercato), in crescita del 119% rispetto ai 2,6 miliardi dell’anno precedente. Un risultato “eccezionale”, come lo definisce Innocenzo Cipolletta presidente di AIFI (Associazione Italiana del Private Equity, Venture Capital e Private Debt) nel commentare i dati dell’analisi condotta dall’associazione in collaborazione con PwC Italia – Deals, sul mercato italiano del capitale di rischio. “Negli anni più difficili il private equity ha mostrato tutta la propria forza intervenendo sul mercato e investendo in modo massiccio sull’economia reale. I risultati eccezionali dimostrano quale ruolo strategico questo asset possa avere per spingere innovazione e crescita delle aziende”, ha sottolineato Cipolletta. Il riferimento va alla “singolarità” degli ultimi due anni, che hanno imposto un rimodellamento non soltanto della finanza, ma della stessa economia e della politica, con un impatto molto evidente sul mondo delle imprese. “Il comparto delle infrastrutture, in particolare, ha chiuso operazioni importanti che vanno a beneficio di tutto il Paese. L’Italia sta cambiando e diventando più connessa non solo negli asset digitali ma anche in quelli legati alla viabilità. Questo è fondamentale per supportare lo sviluppo della imprenditoria e del commercio italiano”

I numeri della raccolta

Sono 44 gli operatori che, nel 2021, hanno svolto attività di fundraising sul mercato (26 l’anno precedente). Riguardo alla provenienza geografica dei fondi raccolti, la componente domestica ha rappresentato l’89%, mentre il peso di quella estera è stato del’11 per cento. “Finalmente dopo tre anni di raccolta contenuta il nostro mercato è ripartito e la cosa interessante è andare a vedere il numero di operatori che hanno compiuto questa raccolta - commenta Anna Gervasonidirettrice generale di AIFI. “Dal nostro database si tratta di circa 170 operatori, di questi 90 internazionali, perciò abbiamo circa 80 operatori domestici attivi nel 2021, e metà di questi ha effettuato attività di raccolta (consideriamo che i cicli di raccolta sono più o meno ogni 3 anni”. A livello di fonti, il 26% della raccolta deriva da fondi pensione e casse di previdenza, seguiti dal settore pubblico e dai fondi di fondi istituzionali (15%) e dalle banche (14%).

Gli investimenti

Nel 2021 l’ammontare investito dagli operatori di private equity e venture capital ha anche raggiunto il livello più alto mai registrato nel mercato italiano, attestandosi a 14,7 miliardi. Rispetto all’anno precedente (6,6 miliardi), si è osservata una crescita del 123%, trainata dall’attività nel comparto delle infrastrutture, dove sono stati investiti 7,7 miliardi (contro 1,3 del 2020). Escludendo dalle analisi le infrastrutture, il dato del 2021 è pari oltre sette miliardi, in crescita del 33 per cento.

Le operazioni

Il numero di operazioni è cresciuto del 39% attestandosi a 654, rispetto alle 471 dell’anno precedente. A trainare la crescita, già a partire dal 2020, il venture capital, grazie all’avvio dell’operatività di un soggetto di matrice istituzionale, focalizzato sugli investimenti in imprese nelle prime fasi di vita. Complessivamente nel corso dell’anno sono state realizzate otto operazioni con equity versato compreso tra 150 e 300 milioni (large deal) e otto operazioni di ammontare superiore ai 300 milioni (mega deal), che insieme hanno rappresentato il 67% dell’ammontare complessivo investito nell’anno (9,8 miliardi). Nel 2020 erano stati realizzati due large deal e sei mega deal, per un ammontare pari a 3,5 miliardi (53% del totale).

A livello settoriale, il 2021 ha visto al primo posto per numero di investimenti il comparto ICT, con il 28% delle operazioni totali, seguito dai beni e servizi industriali, 14%, e dal medicale, 12 per cento.

A livello geografico la regione che ha totalizzato la gran parte delle operazioni è la Lombardia con il 40% del numero degli investimenti in Italia, seguita da Lazio (13%) e Veneto (8%). Si sottolinea che il 56% del numero di investimenti ha riguardato imprese che non avevano mai ricevuto capitali dal private equity, per un ammontare pari al 45% del totale.

Disinvestimenti

Nel 2021 l’ammontare disinvestito al costo di acquisto delle partecipazioni è stato pari a 2,7 miliardi, in crescita del 69% rispetto ai 1,6 miliardi dell’anno precedente. Il numero di exit è stato pari a 104, +28% rispetto alle 81 del 2020.

Fonte: AIFI - PWC, 2022.