Aletti Gestielle SGR: “la ripresa economica in Europa è debole e disomogenea”

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foto: autor chadmiller Flickr, creative commons

Nell’ultima pubblicazione della rubrica 'la linea d’ombra-riflessioni di strategia', Aletti Gestielle SGR, illustra la sua visione circa la ripresa economica in Europa. “Nel mese di luglio le tensioni geopolitiche si sono inasprite ma i mercati finanziari non hanno mostrato particolare nervosismo. Il Dow Jones ha raggiunto nuovi massimi, i mercati emergenti hanno continuato il loro recupero con alcuni indici che hanno toccato il massimo delle ultime cinquantadue settimane, il Nifty ha segnato il massimo storico e la volatilità, sia sui mercati azionari sia sul credito, rimane bassa".

Secondo l'entità, "ancora una volta il ruolo delle Banche Centrali è servito a calmierare ogni aumento delle tensioni sulle piazze finanziarie, alimentando le aspettative che i tassi di interesse continueranno a rimanere bassi nel prossimo futuro". La BCE, con l’annuncio delle nuove misure in giugno - riduzione del tasso di interesse sulle operazioni di rifinanziamento e di quello sui depositi presso la Banca Centrale, sospensione delle operazioni di sterilizzazione dei titoli di stato, prolungamento della procedura di full allotment, introduzione del TLTRO (targeted long-term refinancing operations) e preparazione per l’acquisto di titoli ABS -, ha rafforzato il bias espansivo delle sue decisioni. Non solo, le pressioni esterne sono perché l’istituto sia ancor più determinato nel perseguire i propri obbiettivi.

Lo stesso FMI, nel report pubblicato a giugno (Article IV consultation), commenta come le recenti misure adottate dalla BCE dovrebbero contrastare il basso livello dell’inflazione e la frammentazione finanziaria. Nello stesso report si rileva, tuttavia, che se l’inflazione dovesse rimanere troppo bassa, la Banca Centrale dovrebbe prendere in considerazione la possibilità di un sostanziale aumento del proprio bilancio, includendo anche l’opzione di acquisto di titoli.

"La ripresa economica in Europa è debole e disomogenea e il rischio è quello di cadere in una sorta di autocompiacimento, superato lo zenit della crisi", sostiene la società di gestione. "Di fatto in alcuni paesi europei persiste una situazione di bassa crescita, alta disoccupazione e debito elevato. Se anche non si dovesse più manifestare una situazione come quella degli anni passati, durante la quale era stata minacciata la stessa esistenza dell’unione monetaria, il rischio che questi possano rimanere in una situazione di difficoltà, per parecchio tempo, rimane".

Lo sforzo della BCE, soprattutto dopo la riunione di giugno, è quello di rimettere in moto il mercato del credito, che stenta a riprendersi nonostante i timidi segnali di recupero che emergono nell’ultima analisi del credito bancario fatta dall’Istituto Centrale. Dai dati raccolti emerge come le banche stiano facilitando l’accesso al credito per le imprese di piccole e medie dimensioni, per i contraenti di mutui e per i consumatori in generale. In Europa circa l’80% dell’indebitamento delle aziende avviene attraverso il canale bancario e solo il 20% attraverso il mercato dei capitali: ripristinare la disponibilità di credito nel sistema diventa una condizione imprescindibile per permettere la ripresa economica. Il TLTRO potrebbe essere uno strumento per indirizzare le banche in questa direzione o potrebbe essere, come qualcuno lo ha definito, un “T-(rompe–l’Oeil)-LTRO” (cfr. articolo di Silvia Merler, Bruegel Institute, 4 luglio 2014), per dare ulteriore ossigeno alla banche, che vedono ormai i prestiti LTRO andare in scadenza. Lo stesso lavoro preparatorio, legato all’acquisto di ABS, dovrebbe creare nuove forme di finanziamento per le PMI, ma per il momento le dimensioni del mercato sono contenute e occorrerà del tempo prima che possa assumere dimensioni adeguate alla sua finalità.

"La BCE per il momento, non può far altro che reiterare le proprie politiche espansive e, nel caso, rafforzarle ulteriormente, nonostante le proteste tedesche. Anche in questo caso, ci potrebbero essere dei rischi futuri, ma la scelta di fare altrimenti potrebbe risultare ancor più pericolosa. Ci sono però dei limiti a quello che le banche centrali possono fare anche se sembra, in questa fase, che gli investitori lo stiano ignorando. Il rischio di un prolungato periodo di tassi d’interesse bassi è quello di distorcere il valore degli asset e renderli più difficili da interpretare. Dall’altro lato, un prematuro cambio di politica monetaria rischierebbe di vanificare gli sforzi degli ultimi cinque anni e la scelta di posticipare ogni cambiamento drastico potrebbe essere coerente con la volontà di veder raggiunto l’obiettivo iniziale”, conclude Aletti Gestielle SGR.