Amundi festeggia un anno di PIR

Bovalini
Amundi

È passato circa un anno dal debutto sul mercato dei primi Piani individuali di risparmio targati Amundi. Attualmente l’offerta dell’asset manager comprende cinque soluzioni: il fondo bilanciato obbligazionario Amundi Valore Italia PIR, l’azionario Amundi Dividendo Italia, il bilanciato Amundi Risparmio Italia, l’azionario Amundi Sviluppo Italia e l’Amundi ETF FTSE Italia PIR UCITS ETF DR. Nel corso del 2017, i PIR hanno raccolto circa 11 miliardi di euro, di cui 1,4 miliardi sono confluiti nelle soluzioni di Amundi* e i risultati del primo trimestre 2018 (+1,9 mld) fanno pensare che questo trend continuerà ad essere positivo anche nei prossimi mesi.

“Con una raccolta così buona, il mercato azionario delle PMI riesce ad accedere molto più rapidamente a fonti di capitale e di debito e può permettersi di finanziare una crescita più rapida sui mercati interni ed esteri”, commenta Enrico Bovalini, head of balanced strategies di Amundi. L’esperto ricorda che nel corso del 2017 sono state lanciate molte nuove SPAC che hanno raccolto capitali per le nuove aziende che vogliono entrare sul mercato e anche nuove IPO. “L’anno scorso ci sono state 25 IPO di nuove aziende italiane e per quest’anno si pensa che questo numero possa raddoppiare”, commenta Bovalini. “In più gli investitori possono investire in un modo fiscalmente efficiente su aziende che crescono molto più rapidamente della media di mercato e quindi fanno i loro interessi”.

Cambia il posizionamento

“Nel 2017 abbiamo cavalcato la ripresa dei mercati azionari, restando sempre molto lunghi di equity rispetto al benchmark”, spiega Bovalini. Quest’approccio sui mercati, tuttavia, è cambiato dall’inizio del 2018, diventando più conservativo: “Abbiamo ridotto il sovrappeso di azionario che avevamo e anche nei PIR abbiamo iniziato a investire un po’ meno nella parte small mid cap, incrementando leggermente l’esposizione alle società di più grande capitalizzazione, sia in Italia che nell’area euro”, commenta il responsabile. “In questo modo diversifichiamo il rischio di portafoglio e offriamo un approccio più interessante all’investitore perché riduciamo il rischio Italia che, vista la situazione attuale, potrebbe aumentare”, conclude Bovalini.  

*Dati Assogestioni, mappa IV TR. 2017.