Secondo Vincent Mortier, CIO del Gruppo Amundi, il prossimo decennio dovrebbe vedere un cambiamento nell’attrattiva relativa delle diverse asset class. Le obbligazioni rappresentano l’ancora e il loro rinnovato appeal si estende ai mercati emergenti.
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Una maggiore probabilità di ritardi nelle politiche climatiche e minori prospettive di raggiungere l’obiettivo di 1,5-2°C entro il 2050. Questo è lo scenario centrale per il 2024 secondo il Capital Market Assumptions 2024 di Amundi.
Secondo gli esperti della società, questi aggiustamenti hanno importanti implicazioni macro per il prossimo decennio. Eccone alcune:
- Le banche centrali dovranno conciliare gli obiettivi di politica monetaria, gli elevati livelli di debito e la necessità di rendimenti a lungo termine relativamente bassi per finanziare la transizione.
- Le previsioni sull’inflazione a breve termine rimangono al di sopra degli obiettivi delle banche centrali, ma sono state ridotte rispetto allo scorso anno perché i costi della transizione energetica sono ripartiti su un periodo di tempo più lungo. Nel medio-lungo termine, un aumento della produttività guidato dall’intelligenza artificiale insieme a riduzioni più generali dei costi trascineranno l’inflazione verso il basso verso gli obiettivi delle banche centrali.
- Al contrario, i livelli di crescita decennali dei mercati sviluppati sono rivisti al rialzo a causa del ritardo delle politiche climatiche e di alcuni effetti positivi derivanti dall’adozione dell’intelligenza artificiale. Questa adozione sarà graduale, data la necessità di valutare i costi sociali ed energetici dell’IA. Avvicinandosi al 2050, i maggiori rischi fisici derivanti da eventi meteorologici estremi e la diminuzione degli effetti dell’intelligenza artificiale dovrebbero frenare la crescita.
- La crescita annuale dei mercati emergenti sarà in media del 2,3% superiore a quella dei mercati sviluppati nel periodo 2024-2033. Questo vantaggio in termini di crescita diminuirà nei due decenni successivi poiché la strada verso lo zero netto apparirà più impegnativa per molti mercati emergenti. Tuttavia, alcuni Paesi emergenti, come Cile e Indonesia, trarranno vantaggio dalla transizione, in particolare quelli ricchi di minerali critici.
- Una tassa sul carbonio avrebbe un impatto significativo sulla crescita e sull’inflazione, colpendo in particolare i mercati emergenti e le famiglie a basso reddito. Una transizione equa è al centro della questione della tassazione del carbonio.
Asset allocation, diversificazione e nuove asset class
Secondo il report, i rendimenti attesi a 10 anni sono in media leggermente inferiori rispetto alle aspettative dello scorso anno, ma si sta assistendo a un cambiamento nelle preferenze relative delle asset class. A detta di Amundi, anche i rendimenti attesi più bassi e la maggiore volatilità avranno importanti implicazioni in termini di asset allocation strategica.
- Riordino dei profili delle asset class. Dopo la forte ripresa dello scorso anno, la visione a lungo termine sulle obbligazioni di alta qualità rimane positiva. Il debito dei mercati emergenti, gli hedge fund e il debito privato sono le asset class
- che offrono il potenziale di rendimento più interessante con un rischio medio. Tra le azioni dei mercati sviluppati, il mercato statunitense dovrebbe complessivamente restare indietro (rendimenti attesi annualizzati del 5,6% per i prossimi 10 anni), a causa delle valutazioni costose, mentre le azioni del Pacifico escluso il Giappone e quelle europee potrebbero offrire rendimenti migliori (intorno al 6,5%). Le azioni indiane, i mercati emergenti (Cina esclusa) e il private equity si distinguono come asset class con il potenziale di rendimento più elevato (oltre il 7%). Si prevede che i settori vincitori a livello globale saranno la sanità, i servizi IT e di comunicazione e la finanza.
- Un’asset allocation strategica più diversificata. I portafogli dovranno essere ancora più diversificati per far fronte alla maggiore volatilità attesa degli asset rischiosi e per aumentare il potenziale di rendimento. Gli esperti di Amundi continuano a considerare il reddito fisso come un motore chiave del portafoglio, in particolare degli asset di alta qualità. Una maggiore volatilità azionaria richiederà agli investitori di cercare ulteriori fonti di diversificazione, come il debito dei mercati emergenti.
- Asset reali e alternativi in primo piano. Gli asset reali e alternativi contribuiranno a migliorare i profili di rischio-rendimento a lungo termine del portafoglio e meritano un’allocazione di circa il 20 per cento. Gli hedge fund e il debito privato sono preferiti per gli investitori che desiderano un rischio moderato, mentre il private equity è per gli investitori con una maggiore propensione al rischio. Le infrastrutture rappresentano un buon diversificatore che potrebbe beneficiare di investimenti significativi mirati alla mitigazione e all’adattamento climatico.
“Il prossimo decennio dovrebbe vedere un cambiamento nell’attrattiva relativa delle diverse asset class. Le obbligazioni rappresentano l’ancora e il loro rinnovato appeal si estende ai mercati emergenti. Anche le azioni dei mercati emergenti dovrebbero essere favorite, in particolare l’India. Anche le azioni europee dovrebbero riacquistare un po’ di appeal”, dichiara Vincent Mortier, CIO del Gruppo Amundi.
“Il cambiamento climatico, la transizione energetica e la geopolitica spingeranno probabilmente i Paesi verso percorsi di crescita diversi. Potrebbero emergere nuovi vincitori, mentre le banche centrali dovranno gestire un delicato equilibrio, mantenendo la stabilità dei prezzi e costi accessibili per il servizio del debito per finanziare la transizione”, conclude Monica Defend, responsabile di Amundi Investment Institute.