Anche Sella Gestioni scommette sui PIR

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Eduardo Borges, Flickr, Creative Commons

Sono stati introdotti con l’ultima Legge di Bilancio ed entrati in vigore da gennaio scorso. I PIR, Piani individuali di risparmio, sono strumenti finanziari studiati dal governo per indirizzare gli investimenti delle famiglie a sostegno della piccola e media impresa italiana. A renderli particolarmente appetibili sono i vantaggi fiscali che promettono ai sottoscrittori: azzeramento della tassazione sui redditi generati dall’investimento ed esenzione dalle imposte di successione. Per godere del beneficio fiscale il piano deve avere una durata minima di cinque anni e l’importo massimo annuo sottoscrivibile è di 30.000 euro (per un valore totale pari a 150.000 euro). Per legge il portafoglio del PIR dovrà contenere per almeno il 70% strumenti finanziari emessi da aziende italiane o europee con organizzazione stabile in Italia. Di questa fetta, almeno il 30% dovrà essere investito in titoli non presenti nell’indice FTSI MIB di Borsa Italiana o indici equivalenti di altri mercati regolamentati.

Come ha dichiarato recentemente Fabrizio Pagani, capo della segreteria tecnica del Ministero dell’economia e delle finanze in un’intervista a Mercati che fare, le imprese italiane hanno grandi capacità di innovazione, di andare all’estero (non solo per esportare ma anche per fare acquisizioni) oltre a una grande competitività. Ma hanno una debolezza: l’assenza di capitale. Sono imprese che rimangono troppo piccole, che non hanno fondi propri sufficienti sia per investire che per fare acquisizioni. E la crisi delle banche non ha certo aiutato. L’esperto ricorda che “l’Italia rimane il secondo Paese manifatturiero d’Europa. Sui primi 10 distretti industriali europei 6 sono italiani e i restanti 4 tedeschi”. Anche a livello mondiale occupa una posizione di rilievo in vari settori manifatturieri. “Dobbiamo fare in modo che questo permanga”, dice Pagani. Da qui l’esigenza di creare uno strumento come i PIR che, secondo stime ministeriali, porterebbe 10 miliardi alle medium e small cap in 5 anni.

A giudicare dai primi due mesi dell’anno, i PIR stanno riscuotendo particolare successo. Lo stesso Pagani sostiene che lo strumento sia stato “immediatamente recepito sia dagli operatori sia dai risparmiatori”. Lo conferma il fatto che sono numerose le società di gestione che stanno lavorando all’elaborazione di un’offerta specifica su questi strumenti e molte quelle che li hanno già lanciati. Ultima in ordine cronologico, Eurizon Capital, con tre nuovi prodotti in collocamento dal 28 febbraio.

Attraverso un comunicato sul suo sito, Sella Gestioni ha reso noto di aver apportato delle modifiche per il regolamento unico dei fondi comuni. Tra quelle entrate in vigore dal 28 febbraio, troviamo l’istituzione del fondo Investimenti Bilanciati Italia, un bilanciato obbligazionario che rientra tra gli investimenti qualificati destinati ai PIR. La società fa sapere di aver istituito due distinte classi di quote, la Classe A e la Classe PIR. Il periodo di collocamento iniziale durerà fino al 27 marzo 2017 e durante tale periodo le quote saranno offerte al valore di 10 euro cadauna, primo valore della quota di ciascuna classe.

Cambio di politica d’investimento a decorrere dal 6 aprile, invece, per il fondo Investimenti Azionari Italia per adeguarne le caratteristiche alla specifica disciplina prevista per i PIR ed altre modifiche regolamentari. Viene così istituita la Classe PIR ad accumulazione dei proventi e sottoscrivibile esclusivamente nell'ambito di un PIR aperto direttamente con la SGR anche per il tramite degli intermediari autorizzati dalla stessa al collocamento ai sensi delle disposizioni tempo per tempo vigenti. Il periodo di collocamento iniziale della Classe PIR durerà dal 6 al 12 aprile 2017, periodo durante il quale le quote saranno offerte al valore di 10 euro cadauna, primo valore della quota della classe.