Anima SGR: annata favorevole per Piazza Affari

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foto: autor Salvatore Brontolone, Flickr, creative commons

Cina e Fed. Son questi i due scenari che tengono sotto scacco i mercati europei. Da una parte gli investitori attendono con ansia le decisioni della Yellen (anche se in molti hanno chiesto di rimandare la stretta monetaria almeno a fine anno), dall'altra gli interventi governativi in Cina vengono osservati con cautela. Tanto più che sulle borse emergenti, dicono da Anima SGR, la view è negativa proprio per effetto della Cina. "La nostra idea è più positiva sul Giappone, dove la congiuntura sembra ancora favorevole, insieme alla stagione degli utili. L’indice Nikkei, nel frattempo, ha toccato il maggior rialzo dal 1994, complici le parole del premier Shinzo Abe che ha promesso un rafforzamento della sua politica monetaria (Abenomics), in modo da spingere la crescita economica domestica: ad esempio, prevede nel 2016 di poter tagliare la corporate tax almeno del 3,3%".

In ogni caso per il team di Anima, "il cambio di regime valutario cinese ha avuto effetti limitati sui Paesi sviluppati, mentre l’entità della trasmissione dello shock sugli emergenti dipenderà sia dalla struttura economica dei singoli Paesi sia dalla capacità degli stessi di fronteggiare uno scenario economico avverso. Il tasso di cambio cinese si è svalutato molto velocemente e di conseguenza tutte le valute emergenti hanno sofferto nei confronti del dollaro". Ecco allora che nei portafogli obbligazionari di Anima, strategicamente, nel medio lungo periodo, "viene mantenuta una posizione lunga sul dollaro americano - neutralizzata però nei momenti di elevata volatilità - e corta di valute rappresentative sia di Paesi esportatori di commodities, sia di Paesi il cui ciclo economico dipende dall’outlook di crescita cinese".

Sul rialzo dei tassi invece Anima parla di impatto regionale: "dovrebbe interessare più che altro America e gli Emergenti, senza contare che l’attenzione degli investitori è già da tempo focalizzata non tanto sulla stretta monetaria ma sull’entità del rialzo. Di qui, all’interno dei portafogli dei nostri fondi obbligazionari verrà ridotta l’esposizione sui titoli governativi americani relativi alla parte a breve (due anni), almeno fino a quando non sarà chiaro sino a che punto il FOMC deciderà di alzare. Continueremo, invece, a investire sul dollaro soprattutto verso le valute dei Paesi del G10 (Yen, CHf, Euro, Aud). Inoltre restano sovrappesati i titoli governativi europei e in particolare quelli della Periferia, in quanto in Europa permane solido il 'cap' della BCE. Risultano poi di nuovo interessanti, in un’ottica di medio periodo, i titoli 'legati all’inflazione' (in particolare i BTP con scadenza superiore a 10 anni), visto il possibile incremento del Qe della BCE, aspetto che rassicura la visione già positiva sul mercato degli High yield Euro, dove preferiamo i settori più legati alla domanda domestica. Rimaniamo dell’idea che il 2016, al pari del 2015, sarà contraddistinto da un trend di aumento della volatilità sul mercato obbligazionario americano, così come storicamente ha accompagnato i primi rialzi della Fed.

Tuttavia, una maggiore chiarezza su tempi e modalità con cui la politica monetaria americana andrà a normalizzare la struttura dei tassi contribuirà ad evitare le forti tensioni che hanno di recente caratterizzato il periodo estivo. Infine, in generale, i portafogli 'corporate' presentano un sottopeso di duration, in un contesto di sempre maggior diversificazione e un sovrappeso di beta; si preferisce ancora avere emissioni con rendimenti più elevati, ma su orizzonti temporali ravvicinati anche con un grado di seniority inferiore, a scapito di emissioni di migliore qualità ma con scadenza più lontana".

Per quanto riguarda invece i mercati azionari l'Europa rimane l'area preferita. "Anche la Borsa italiana rimane all’interno dei portafogli dei nostri fondi azionari tra le preferenze, dato che crediamo continui ad essere una delle piazze più promettenti. Riteniamo, tuttavia, che una ripresa più credibile dei mercati si potrà realizzare soltanto quando si assisterà ad una stabilizzazione delle Borse emergenti e dei settori più colpiti, primo fra tutti il comparto delle materie prime. Vale a dire per ritornare positivi sull’azionario dobbiamo vedere un minimo di consolidamento su queste aree". Per quanto riguarda il posizionamento dei fondi europei la società di gestione italiana resta positiva sul settore bancario, delle telecomunicazione e sul comparto farmaceutico. Negativa invece la visione sui titoli petroliferi. 

E l'Italia?

Secondo Anima "si rafforzano le evidenze della ripresa economica in atto. L’Istat ha rivisto al rialzo l’aumento del Pil nel II trimestre dell’anno, portandolo da +0,2% a +0,3%. Rispetto allo stesso periodo del 2014 il Pil è salito dello 0,7%: si tratta dell’incremento tendenziale più alto degli ultimi quattro da anni e la crescita acquisita per l’intero 2015, a questo punto, è pari allo 0,6%, non lontano dalle stime del governo. Inoltre, pur rimanendo prudenti, nel mese di luglio, secondo Confcommercio, i consumi hanno conosciuto un incremento dello 0,4% rispetto a giugno e del 2,1% rispetto allo stesso periodo del 2014. Sarà tuttavia da valutare l’impatto delle svalutazioni delle valute emergenti sulla dinamica degli utili aziendali di alcuni settori (lusso, industriali in particolare) che dovrebbero risentirne". A parere di Anima sono "ancora presenti le condizioni affinché il 2015 si confermi, anche nella chiusura d’anno, un’annata favorevole per la Borsa domestica".