Anima SGR: attenti in Europa, positivi in USA

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foto flickr: ayblazerman, creative commons

Privilegiare moderatamente la classe azionaria. E farlo guardando più al mercato americano o asiatico piuttosto che a quello europeo. Dal team di Anima SGR  si dicono ancora cauti. “L’attesa per interventi pubblici più espansivi piace ai mercati e rassicura gli investitori sul fatto che si cercherà di controbilanciare gli effetti negativi della Brexit e sostenere la crescita economica. In questo scenario è comunque opportuno mantenersi prudenti”.

Ma la stabilizzazione, ad esempio, del prezzo del petrolio e di altre materie prime potrebbe costituire un fattore positivo sia per il miglioramento delle prospettive economiche di molti Paesi emergenti ma anche, almeno nel medio periodo, per l’evoluzione delle crescita globale e dei mercati azionari nel loro complesso. “Occorrerà monitorare con attenzione le implicazioni sulle aspettative di inflazione e sulle conseguenti politiche delle banche centrali, oltre che sulla eventuale rotazione settoriale che inevitabilmente potrebbe conseguire”. Proprio giovedì scorso la Bank of England ha mosso le sue pedine. Ma già i mercati, dopo una prima reazione negativa all’indomani del referendum britannico, si sono focalizati sul breve periodo, tralasciando le implicazioni di lungo periodo, che saranno più chiare quando le negoziazioni tra UK e UE saranno avviate.

Qualcuno però, in mezzo alla tempesta, sembra aver fatto meglio dio prima: il mercato statunitense è al di sopra dei livelli pre-referendum, raggiungendo nuovi massimi storici. “La crescita economica, a livello globale, continua a essere sostenuta dagli Usa, seppur l’ultimo dato sul Pil non sia certo incoraggiante: +1,2% nel secondo trimestre, praticamente dimezzato rispetto alle previsioni del 2,6%. Altri dati macro, come le spese al consumo, che pesano sull’attività economica a stelle e strisce per oltre due terzi, hanno invece registrato un rialzo del 4,2%, il ritmo più rapido dal quarto trimestre 2014”, dicono gli esperti di Anima.

“Nel consueto bollettino del FOMC, la Federal Reserve ha mantenuto i tassi d’interesse invariati al +0,50% e, soprattutto, ha evidenziato come i rischi a breve termine relativi alla crescita siano minori rispetto a quelli previsti, anche considerando la Brexit. A remare in questa direzione c’è anche il dato sui posti di lavoro di giugno, che riduce le preoccupazioni su un possibile cambio di trend sulla crescita occupazionale e conferma il buon andamento della domanda domestica Usa. L’inflazione, inoltre, è prevista in accelerazione e nell’arco dei prossimi sei mesi dovrebbe salire dell’1% per il solo effetto base dei prezzi dell’energia”.

Mercati obbligazionari: meglio high yield e dei bond emergenti

Considerando il basso livello dei tassi d’interesse, i rendimenti sui titoli di Stato scarseggiano. Per il team di Anima resta quindi “neutrale il giudizio sull’area euro, sia core sia periferica, così come sul Giappone. Discorso a parte per quanto riguarda gli Stati Uniti: i dati macro sono prevalentemente positivi, ma i rendimenti dei Treasury continuano a scendere. I maggiori rischi nascono dalle attese di una possibile futura azione restrittiva della Federal Reserve in relazione a un miglioramento della crescita e a una dinamica inflattiva positiva. Le probabilità di un rialzo entro fine anno sono tornate intorno al 30%-40%”, spiegano.

La buona opportunità nel medio periodo allora sta nelle obbligazioni high yield e nei bond emergenti. “Per quanto riguarda gli high yield, continuiamo a guardare ai titoli americani, concentrati principalmente sui settori legati all’energia e, in minima parte, su quello dei consumi, e a quelli europei. Per i bond emergenti, invece, il mercato obbligazionario in valuta forte rimane ben sostenuto da flussi d’investimento spinti da più alti rendimenti rispetto ad altre aree del mercato obbligazionario e fondamentali più stabili, in un contesto di complessivo sostegno da una Fed più lenta delle attese”.

Mercato azionario: prudenti in Europa, positivi in Usa e Asia

In Europa gli analisti hanno abbassato le stime di crescita economica di qualche decimo di punto percentuale. Per questo la società di gestione milanese sull’Europa è complessivamente neutrale sulla congiuntura economica, e prudente e suscettibile di revisioni in base ai cambiamenti in corso sul piano politico. “Nei portafogli dei fondi azionari europei manteniamo una visione positiva sui settori dei consumi di base, sugli industriali e sugli energetici. Visione negativa, invece, sui titoli finanziari, afflitti da un contesto di tassi sfavorevole e dal peso dei crediti non performanti”. Anche per il mercato azionario italiano l’approccio resta prudente. “I dati macro confermano segnali di moderata crescita, ma nessun tipo di accelerazione. La situazione del settore bancario appare ancora lontana da una soluzione definitiva e, sul fronte interno, l’avvicinarsi del referendum costituzionale di ottobre potrebbe causare volatilità e avversione al rischio data dall’instabilità politica che potrebbe generarsi”, dicono gli esperti.

View positiva invece sugli USA. “Il secondo trimestre segna un punto di svolta per quanto riguarda la crescita degli utili societari che, a partire dal terzo trimestre, dovrebbe mostrare tassi di crescita positivi e in accelerazione”. Posizione costruittiva anche sulle borse emergenti: “Da inizio anno, l’andamento dei mercati emergenti è stato positivo dopo un 2015 deludente. Alla fase di ripresa e stabilizzazione delle materie prime, come il petrolio, si uniscono gli stimoli monetari e fiscali adottati che potrebbero produrre effetti costruttivi più prolungati del previsto”.

Giudizio positivo infine, anche sulle borse asiatiche: “Il focus resta puntato sul mercato azionario giapponese. La Brexit ha pesato nel breve termine sullo yen, provocando un importante sell-off del mercato nipponico.  La BoJ ha approvato un programma di stimoli per l’economia e ha raddoppiato gli acquisti annui di Etf, respingendo le pressioni riguardo a un intervento più incisivo, adducendo a motivazione le incertezze sui mercati internazionali e l’uscita della Gran Bretagna dall’Europa. Il governatore Kuroda, comunque non ha escluso sorprese a settembre, con qualche cambiamento di rotta”.