Anima SGR: attenzione agli effetti collaterali del QE

QE
Anima SGR

Crescita anemica, inflazione stagnante, tassi bassi. Gli anni di quantitative easing in Europa non sembrano funzionare. Anzi. I rendimenti sono scesi a zero e l’economia è ferma la palo. “Questa situazione, se diventasse strutturale, avrebbe effetti critici sia per le banche, che vedono minata la loro capacità di produrre margine di interesse, sia per gli investitori, come appare ovvio”, dicono dal team gestionale di Anima SGR.

La banca centrale giapponese si sta muovendo per trovare un’alternativa e anche in Europa ci si domanda allora se non sia necessario un cambio di rotta. Nel meeting dell’8 settembre il presidente Mario Draghi ha fatto un richiamo forte alla politica fiscale, affinché si affianchi a quella monetaria nella funzione di stimolo all’economia reale e, quindi, all’inflazione.

In attesa di capire le prossime mosse della Fed, la politica resta una delle principali fonti di incertezza per gli investitori: durante questo mese, infatti, un po’ di volatilità si potrebbe notarla nell’avvicinamento a uno degli appuntamenti chiave a livello globale, ossia le elezioni presidenziali negli Stati Uniti previste per l’8 novembre. In Europa, invece, l’evento principale sarà il referendum costituzionale in Italia del 4 dicembre. In questo quadro la view di Anima è di privilegiare moderatamente la classe azionaria, in un orizzonte temporale di 12-18 mesi. “La volatilità data dall’incertezza riguardo le prossime mosse delle banche centrali e dall’esito degli appuntamenti politici può essere considerata come opportunità di ingresso, o di aumento dell’esposizione, all’interno del mondo azionario. Occorrerà, comunque, continuare a monitorare con attenzione le implicazioni sulle aspettative di inflazione e sulle conseguenti politiche delle banche centrali oltre che su eventuali possibili rotazioni settoriali conseguenti”, dicono dalla soceità di gestione.

Mercati obbligazionari e valute

Secondo la casa milanese il giudizio sull’Europa è negativo per l’area core, come anche per gli Stati Uniti. Sul comparto corporate, meglio privilegiare ancora le obbligazioni high yield e i bond emergenti. “All’interno dei nostri fondi obbligazionari flessibili questi due segmenti restano due asset class sulle quali puntare, fermo restando un atteggiamento selettivo dato dalla possibilità che si presentino rischi di liquidità”. Sul fronte delle principali valute, nel rapporto con l’euro, la view si conferma positiva per quanto riguarda il dollaro statunitense. Negativo, invece, il giudizio sulla sterlina.

Mercati azionari

Sulle borse europee Anima consiglia la prudenza: “nelle prossime settimane fonti di incertezza per gli investitori saranno causate dall’evoluzione delle aspettative sulle elezioni presidenziali negli Stati Uniti e dal Referendum costituzionale in Italia, che potrebbero provocare volatilità. Inoltre ci aspettiamo che sulla performance dei Paesi della periferia potrebbe pesare anche il rischio di downgrade del debito pubblico portoghese se il Governo nel mese di ottobre non presenterà un budget finanziario adeguato. In ogni caso, nonostante le stime siano state riviste in ribasso nelle ultime settimane, a causa dell’aumento del rischio geopolitico creato dall’incertezza causata dalle decisioni delle banche centrali, la view resta positiva sulla congiuntura economica in Europa, grazie anche a un trend sui finanziamenti alle imprese ed ai privati in continuo miglioramento e a stime sugli utili societari migliori delle aspettative. A livello settoriale, si è costruttivi su energetici, tecnologici e bancari, mentre prevale un atteggiamento negativo sul comparto auto”.

E sull’Italia? La situazione secondo gli esperti è ancora fragile. Da una parte c’è il nodo banche che continua a dare non pochi grattacapi (“stando ai dati di Bankitalia, infatti, la proporzione di crediti non performanti rispetto ai prestiti totali è salita dal 10,5% del 2011 al 17,8% del primo trimestre 2016, mentre in Unione Europea, secondo i dati dell’EBA, si sta assistendo a un calo”). Dall’altra parte il referendum costituzionale rischia di determinare volatilità ed avversione al rischio.

Posizione positiva invece per gli Stati Uniti. Nonostante la volatilità che si potrà avere a ridosso delle elezioni presidenziali, le notizie positive riguardano soprattutto gli utili societari. “Il 48% delle società del mercato statunitense sta generando profitti superiori alla media degli ultimi anni, mentre solo il 28% sta performando peggio”, continua la SGR.

La view di Anima resta poi costruttiva sull’azionario emergente, positivo da inizio anno, e sulle borse asiatiche. “Renminbi a parte, le valute rimangano complessivamente competitive e, storicamente, la performance positiva di questi mercati è stata accompagnata dal recupero delle divise. Il focus principale resta sul Giappone, con i mercati che hanno reagito positivamente alle decisioni della Bank of Japan”, concludono gli esperti.