L’autunno appena cominciato non si prospetta facile per gli investitori. L’evoluzione dei rischi politici e geopolitici continuano a guidare i mercati. Ecco la view della società di gestione milanese.
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L’autunno appena cominciato non si prospetta facile per gli investitori. L’evoluzione dei rischi politici e geopolitici continuano a guidare i mercati. La volatilità è tornata a colpire i mercati finanziari globali. Il discorso riguarda da vicino l’Italia a giudicare dai vertiginosi saliscendi dello spread e della Borsa di Milano. Ma non solo come dimostra il recente tonfo di Wall Street (che mercoledì ha perso il 3,1% sull’indice Dow Jones e del 4,4% sul paniere delle società tecnologiche Nasdaq) e del seguente saldo negativo del mercato asiatico che, raccolto il testimone, è crollato di quasi il 4% sull’Indice Nikkei e superiore al 5% nello Shanghai Composite.
Eppure questo quarto trimestre, secondo gli esperti di Anima, potrebbe riservare anche delle opportunità. “Sulla volatilità e sul timing di eventuali occasioni di acquisto saranno determinanti gli sviluppi su due fronti: l’evoluzione della politica economica domestica, rilevante per il peso che i titoli governativi continuano ad avere nel portafoglio dei risparmiatori italiani; le tensioni commerciali globali, che potrebbero cominciare a condizionare il quadro macro oltre che il sentiment degli investitori”, dice il team gestionale della SGR milanese. In questo contesto, trasversalmente alle diverse asset class, Anima conferma un approccio prudente e tattico, ma al contempo cresce il focus sulla ricerca di opportunità, soprattutto fra i segmenti di mercato più penalizzati e interessanti dal punto di vista delle valutazioni.
Mercati obbligazionari: tutela sui titoli di Stato italiani
Il mercato dei bond sembra in preda ad una nuova ondata di volatilità. E i titoli di Stato italiano non sono gli unici su cui sono aumentate le pressioni. Il sell-off sulle obbligazioni statunitensi, dopo le parole della Fed sulle prospettive future di rialzo dei tassi, fanno da controaltare. “In questo contesto il giudizio sulle obbligazioni governative core – sia Euro che USA - resta tatticamente neutrale ma strategicamente negativo”, dicono da Anima. “L’aspettativa di aumento dell’inflazione accentua la preferenza per i titoli indicizzati all’inflazione (inflation-linked). Confermata anche la cautela sui Titoli di Stato italiani alla luce delle decisioni del Governo e l’inasprimento del dialogo con la Commissione Europea. Anche la visione sulle obbligazioni societarie viene mantenuta di segno negativo: i titoli a più alto merito di credito presentano ancora valutazioni care, mentre gli high yield sono esposti al rischio liquidità. Infine, il giudizio sulle obbligazioni emergenti rimane selettivamente positivo sulla spinta del modesto ridimensionamento di alcuni fattori di rischio”.
Mercati azionari: bene USA e Giappone, cautela in Europa
Durante i mesi estivi il mercato azionario europeo ha mostrato un trend laterale, caratterizzato da una volatilità stabile. Recentemente, però, è tornata l’incertezza intorno alla legge di bilancio italiana per il 2019. Di qui la visione del team gestionale si mantiene cauta nel breve termine. “Per quanto riguarda il posizionamento settoriale dei fondi azionari che puntano sulle Borse europee, la view è positiva sui titoli del settore energetico, tecnologico e del settore foods & beverage. In particolare, l’idea è costruttiva sul comparto farmaceutico: durante l’estate, in un contesto di rotazione settoriale dei portafogli, è stato incrementato il peso su questo settore in quanto ci si aspetta che, considerate le sue caratteristiche difensive, possa essere favorito in un contesto in cui i titoli ciclici sono stati più impattati dal rischio geopolitico”. Sull’Italia poi l’approccio resta prudente, in attesa di capire meglio cosa succedere in merito alle legge di bilancio. “Nonostante i fondamentali dell’Italia siano solidi, in tutti i portafogli, in base alle possibilità e caratteristiche dei singoli fondi, durante l’estate è stata ulteriormente ridotta l’esposizione al mercato azionario così come ai titoli governativi domestici”.
Dall’altra parte dell’Oceano invece il mercato sembra non arrestarsi ancora. “A parte la lieve correzione per effetto delle tensioni sui titoli governativi USA nelle ultime settimane gli indici americani hanno toccato nuovi massimi. Considerati i livelli raggiunti dalle valutazioni il posizionamento sul mercato azionario americano è di lieve sottopeso a favore di Europa e Giappone”, spiegano gli esperti. SE sulle borse emergenti “considerando le valutazioni appetibili ma anche le pressioni ancora presenti su alcuni Paesi Emergenti, il giudizio su queste Borse è selettivamente positivo”, il giudizio su Giappone si fa sempre più costruttivo. “Riteniamo che sussistano le condizioni per esprimere un giudizio sempre più positivo sul mercato azionario giapponese per tre fattori: in primo luogo maggiori garanzie di stabilità politica, dopo la riconferma di Shinzo Abe, per altri tre anni, alla guida del Paese, candidandosi così a diventare il premier più a lungo in carica dall’inizio del secolo scorso; secondo, le valutazioni sono depresse e incorporano aspettative molto pessimistiche sull’evoluzione della disputa commerciale e della crescita globale; infine, il posizionamento di sottopeso degli investitori”, conclude il team gestionale din Anima.