Area euro, i livelli attuali scontano ormai un prossimo acquisto di titoli di Stato da parte della BCE

Giulio_Casuccio
immagine concessa

Fondaco SGR, nasce nel 2002 per volontà di alcune fondazioni, tra cui la Compagnia di San Paolo, la Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, la Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna, la Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e la Fondazione Roma, insieme al partner storico Ersel Finanziaria dedicando la sua attività esclusivamente a investitori istituzionali. Il patrimonio di Gruppo ammonta a oltre 8,7 miliardi di euro. Tra gli esteri spiccano le sottoscrizioni di Amundi (750 milioni circa) e Invesco (616 milioni). Ecco la visione sui mercati di Giulio Casuccio, Head of Fixed Income and Multi-Asset Investments.

Si sta facendo strada fra gli investitori la convinzione che in un contesto di tassi così bassi e di prospettive macro limitate, che penalizza sia obbligazionario che azionario, sia necessario porre un’attenzione maggiore alla componente alternativa del portafoglio. Cosa ne pensa?

Sicuramente il contesto attuale limita le aspettative di rendimento di un portafoglio tradizionale, soprattutto nella componente obbligazionaria, nonostante rimangano alcune opportunità da sfruttare attraverso strategie più dinamiche e flessibili. Introdurre o incrementare l’esposizione verso strategie alternative può essere una soluzione efficace, tenendo però presente i rischi che queste presentano e senza compromettere l’equilibrio del portafoglio complessivo: affidarsi a gestori specializzati è indispensabile al fine di individuare strategie che offrano esposizione a veri premi per il rischio alternativi.

Qual è la vostra asset allocation per il 2015?

La nostra allocazione rimane relativamente neutrale e più dinamica e opportunistica in ambito azionario, con prospettive ancora positive e particolare attenzione al mercato giapponese e alle economie emergenti. Abbiamo ridotto, invece, il peso della componente obbligazionaria, individuando però strategie più attive e flessibili, in grado di sfruttare le opportunità ancora presenti sul mercato, anche attraverso una gestione efficiente dell’esposizione valutaria.

Fondaco SGR vede una raccolta per circa un miliardo di euro frutto, anche, dell’inclusione in un fondo multiasset di gestioni patrimoniali preesistenti. Che numeri prevedete per il futuro?
Alla luce della natura di Fondaco, dedicata primariamente alle fondazioni azioniste della società, non abbiamo obiettivi espliciti di incremento delle masse gestite, anche se l’interesse ad individuare nuovi partner istituzionali che possano partecipare allo sviluppo della società è sempre vivo.

La raccolta dei prossimi mesi risentirà più probabilmente dell’aumento della volatilità dei mercati che dell’appesantimento della fiscalità sulle rendite. Come vedete i prossimi mesi e cosa succederà sul fronte BCE e tassi?

La volatilità sarà probabilmente più elevata nei prossimi mesi, sia sui mercati azionari, più sensibili all’evoluzione del quadro macroeconomico, sia su quelli obbligazionari, condizionati dalle scelte delle diverse banche centrali. Relativamente all’area euro, i livelli attuali scontano ormai definitivamente un prossimo acquisto di titoli di Stato da parte della BCE: se avverrà rimane forse spazio per un’ulteriore limitata compressione dei tassi e degli spread ma la decisione della Banca Centrale non è assolutamente certa e le conseguenze di un eventuale mancato intervento potrebbero essere rilevanti.

L’industria del risparmio gestito in Italia si sta ridisegnando. Arrivano gli stranieri e gli italiani sono sempre meno. Cosa ne pensa?

Anche la nostra è un’industria sempre più globalizzata e la normativa continua ad incentivare questo processo ed anche in questo, purtroppo, l’Italia fatica ad evolversi, stimolare gli investimenti ed attrarre risorse, soprattutto a causa della scarsità di SGR indipendenti e di un meccanismo di distribuzione dei fondi assolutamente sfavorevole agli investitori ed alle realtà di medie e piccole dimensioni.