Il sentiment degli investitori è positivo. Il 2021 potrebbe essere l’anno della ripresa e di una "tanto attesa accelerazione della crescita globale". L’orientamento molto accomodante delle politiche monetarie e fiscali, l’avanzamento delle campagne vaccinali e il nuovo pacchetto fiscale in USA, determino un contesto ancora favorevole per gli attivi rischiosi. Anche l’incremento delle pressioni inflazionistiche per ora non preoccupa. Ma è attesa una fase di correzione quando le notizie positive diventeranno realtà. Il team Investment Research & Advisory di Anima SGR condivide questa prospettiva da tempo e ha rivisto al rialzo la stima per il 2021 sulla crescita del Pil reale globale. In particolare, gli esperti si dicono in linea con il consenso per la Cina (+8,2% per il Pil nel 2021), più ottimiste per gli Stati Uniti (7% vs 5,5%) e caute per l’Area Euro.
“Nonostante la ripresa sostenuta, l’andamento dell’inflazione non rappresenta ad oggi una fonte di preoccupazione per le banche centrali; le pressioni al rialzo sui tassi riflettono quindi in larga misura l’evidente miglioramento delle prospettive di crescita”, dicono. “Il buon andamento delle campagne vaccinali sarà cruciale per favorire la riapertura delle economie ed alimentare la ripresa, specialmente nei consumi e nel settore dei servizi. In questo scenario, inoltre, a supporto intervengono i nuovi e ingenti pacchetti di stimolo approvati da Stati Uniti e Regno Unito. Ecco allora che il contesto di riferimento, contraddistinto da una consistente accelerazione della crescita e politiche economiche ultra-espansive, giustifica ancora una preferenza per le attività rischiose, complici i livelli ancora molto compressi dei rendimenti obbligazionari. In ambito azionario, l’esposizione ciclica continuerà ad essere premiata, trasversalmente a settori, stili e aree geografiche, un fattore di sostegno in particolare per i mercati azionari europei”.
Fixed income: approccio tattico neutrale sui treasury
Per quanto riguarda i mercati obbligazionari il team di Anima guarda ai treasury con cautela: “la posizione della Fed ha determinato un’apparente diminuzione della volatilità sui titoli di stato americani, tuttavia, non ha convinto del tutto gli investitori, che continuano a scontare un rialzo dei tassi entro la fine del 2022. Lo scenario finora delineato per gli Stati Uniti giustifica il mantenimento di un giudizio strategicamente cauto sui treasury. Nel breve periodo, tuttavia, riteniamo che il livello raggiunto dai tassi e le rassicurazioni offerte dalla banca centrale supportino un approccio tattico neutrale”. Gli esperti si dicono neutrali anche per i governativi dell’Area Euro mentre il giudizio sui governativi italiani diventa positivo. Si conferma invece neutrale la valutazione sulle obbligazioni societarie: “il livello complessivo degli spread incorpora pienamente le attese di miglioramento dei fondamentali macro e micro, nonché il perdurante supporto delle autorità; l’approccio gestionale è caratterizzato dalla ricerca di opportunità nelle fasce di rating più basse, con un focus sugli emittenti che beneficeranno della ripresa del ciclo economico e di un possibile miglioramento del rating”. Infine, in merito ai mercati valutari, il giudizio sul dollaro resta strategicamente negativo.
Mercati azionari: fiduciosi sull’Europa, selettivi in USA
Sui mercati azionari la posizione di Anima è decisa: l’Europa ha visto una forte rotazione dal growth al value e l’approvazione del nuovo pacchetto di stimoli fiscali in USA, uno dei più massicci interventi del governo dal secondo dopoguerra, è stato il driver principale della reazione dei mercati. Da un punto di vista macro, in Area Euro il recupero continua ad essere molto più lento e debole rispetto agli Stati Uniti: dopo un primo trimestre di contrazione, il team Investment Research & Advisory si attende un rimbalzo modesto, visti gli sviluppi sul fronte della pandemia, le criticità nella distribuzione dei vaccini e l’assenza di nuovi stimoli fiscali nel breve periodo. Ma nella seconda metà dell’anno potrebbe esserci qualche sorpresa positiva, con il probabile sblocco delle risorse del Recovery Fund e un cambio di passo nelle campagne vaccinali. “Per quanto riguarda il posizionamento settoriale all’interno dei fondi europei, l’aspettativa che si assista al proseguimento di un momentum positivo alimentato dai reflation trade giustifica il sovrappeso di banche, energia e della parte ciclica della tecnologia (semiconduttori). View da positiva a neutrale per i materiali, alla luce delle politiche cinesi che potrebbero indurre un rallentamento degli investimenti. Neutrale anche il peso delle utilities, supportate dalla crescita strutturale delle rinnovabili, ma frenate nel breve termine dall’aumento dei rendimenti obbligazionari. Sottopeso per gli industriali, in virtù di valutazioni a premio e dell’imminente picco della crescita globale”.
Sul mercato italiano gli esperti si dicono fiduciosi. “Nel breve termine riteniamo che la ripresa resterà ancora debole, ma con l’avanzamento della campagna vaccinale, che contribuirà a tenere sotto controllo la pandemia, anche i consumi dovrebbero lentamente ripartire. Il punto di svolta si avrà però solo più avanti, quando la crescita acquisterà vigore anche per effetto dei benefici del Recovery Fund. Sui fondi azionari Italia viene mantenuto un livello di investito superiore al benchmark, ma si è preso parzialmente profitto. Si è ridotto il sottopeso sulle banche commerciali, alla luce del momentum positivo del settore. L’orientamento del governo Draghi risulta coerente con le linee guida del Recovery Fund, a beneficio di tecnologia, telecomunicazioni (tema del potenziamento delle infrastrutture) e utilities, su cui manteniamo una view positiva. Neutralità per l’energia e leggero sovrappeso per i materiali, settori che sono supportati dai reflation trade, ma su cui conserviamo una view strategicamente negativa. Sottopeso su industriali, consumi discrezionali e lusso per via di valutazioni ritenute non attraenti”.
Per quanto riguarda il mercato azionario americano, si consiglia di essere selettivi sui settori ciclici. “Nei fondi USA l’esposizione settoriale continua ad essere caratterizzata dal sovrappeso di tecnologia e consumi. A livello di approccio gestionale evitiamo la parte della tecnologia su cui si concentra maggiormente l’esuberanza degli investitori e siamo più selettivi. Crediamo vi siano più opportunità all’interno di settori più difensivi (healthcare e consumi di base. Nei mercati emergenti, invece, nonostante il giudizio complessivo rimanga positivo, il team ha ridotto l’esposizione sulla Cina “ma”, dicono, “si valuterà di aumentarla quando dovesse verificarsi una correzione sugli indici dei Paesi sviluppati”. Anche l’esposizione al Brasile è stata ridotta mentre in aumento il sovrappeso su Inda e Taiwan.