Alcuni risultati dalla tredicesima edizione della Global Insurance Survey annuale di GS Asset Management. L’indagine raccoglie le opinioni di 359 CIO e CFO che gestiscono complessivamente oltre 13mila miliardi di dollari di asset in bilancio.
Per accedere a questo contenuto
Titoli di alta qualità e private credit, aumentando la duration e il rischio d’investimento complessivo. Queste sono alcune delle preferenze di investimento sposate dagli assicuratori a livello mondiale che stanno sfruttando il contesto di tassi d’interesse “più alti più a lungo”. È quanto emerge dalla tredicesima edizione della Global Insurance Survey annuale di Goldman Sachs Asset Management, dal titolo Risk & Resilience.
La ricerca
Condotta tra gennaio e febbraio 2024, l’indagine di quest’anno raccoglie le opinioni di 359 CIO e CFO che gestiscono complessivamente oltre 13mila miliardi di dollari di asset in bilancio. Il sondaggio mira a identificare i trend del settore assicurativo globale e ad evidenziare le principali considerazioni dei professionisti degli investimenti assicurativi: le preoccupazioni per la qualità del credito, l’interesse per i rendimenti di alta qualità e per gli asset privati di tipo investment grade (IG), oltre all’attenzione per le opportunità orientate all’impatto in tema ambientale, sociale e di governance (ESG).
"Dopo un anno caratterizzato da rendimenti economici più solidi del previsto, gli assicuratori mostrano segni di cauto ottimismo sui mercati e sull’economia globale per il 2024", ha dichiarato Michael Siegel, Global head of the Insurance Asset Management and Liquidity Solutions businesses, Goldman Sachs Asset Management. "Gli assicuratori hanno ancora impressi i rendimenti deboli registrati nel 2022, con l’inflazione globale che è rimasta elevata”.
Ancora timori in ambito macroeconomico
I dati dell’indagine mostrano i cinque principali rischi macroeconomici per i portafogli di investimento degli assicuratori:
- Rallentamento/recessione economica negli Stati Uniti (52%)
- Volatilità dei mercati del credito e azionari (48%)
- Tensioni geopolitiche (46%)
- Inflazione (42%)
- Inasprimento monetario (27%)
Solo il 7% degli assicuratori ha identificato una rallentamento/recessione in Cina come uno dei principali rischi, mentre il 6% ha menzionato le pressioni deflazionistiche o attacchi hacker su larga scala.
Inoltre, le preoccupazioni relative all’inflazione sono scese al 42% rispetto al 55% registrato lo scorso anno. Le attese degli assicuratori in merito a una recessione negli Stati Uniti per quest’anno sono calate al 16% rispetto al 44% del 2023. Tuttavia, timori relativi a una recessione di lungo periodo persistono, dal momento che il 50% degli intervistati stima una recessione negli Stati Uniti nei prossimi 2-3 anni, rispetto al 38% registrato nel 2023.
“Prevediamo che nel corso dell’anno le banche centrali implementeranno delle strategie volte a un graduale allentamento della politica monetaria, che dovrebbero essere di supporto per gli asset di rischio sia nel reddito fisso che nell’azionario. Tuttavia, visti i crescenti rischi macroeconomici e le imminenti elezioni negli Stati Uniti, è possibile che si verifichino livelli di volatilità più elevati e un’ampia varietà di risultati per i rendimenti entro la fine dell’anno”, ha dichiarato Alexandra Wilson-Elizondo, co-CIO di Multi-Asset Solutions, Goldman Sachs Asset Management. “In questo contesto, e visti gli attuali livelli di rendimento, gli assicuratori non devono allargare lo spettro del rischio per generare buoni rendimenti corretti per il rischio. Preferiamo far leva sui tassi più elevati per ottenere i rendimenti che derivano dalla duration, diversificando sui prodotti a spread pubblico fino ai prodotti cartolarizzati, creando così una diversificazione settoriale e ottenendo un’esposizione ai temi di investimento emergenti di natura macroeconomica attraverso gli investimenti nei mercati privati”.
Private credit, il debito di alta qualità e la propensione al rischio
Secondo la ricerca, tra gli intervistati, l’83% prevede che i rendimenti dei Treasury statunitensi a 10 anni alla fine del 2024 siano pari o inferiori a quelli che si registravano quando è stato condotto il sondaggio, mentre il 17% prevede che supereranno il 4,25 per cento.
Gli assicuratori hanno selezionato le cinque principali asset class per le quali prevedono il rendimento totale più elevato nei prossimi 12 mesi. Quattro di queste cinque riguardano il private credit e il credito di alta qualità:
- Private credit (53%)
- Azionario statunitense (46%)
- Government and agency debt (34%)
- Private debt di tipo investment grade (33%)
- Debito corporate investment grade dei mercati sviluppati e private equity (31% ciascuno)
Al contrario, solo il 5% degli assicuratori si aspetta di vedere i rendimenti più elevati nei titoli garantiti da ipoteca commerciale e il 6% nei prestiti ipotecari commerciali. Nonostante l’incertezza economica, il 27% degli assicuratori prevede di incrementare il rischio nei propri portafogli complessivi.
Scorrendo la ricerca si legge che, per ottenere rendimenti più elevati, il 42% intende aumentare il rischio di duration nel 2024. Si tratta del livello più alto mai raggiunto nella storia dell’indagine, in aumento rispetto al 38% del 2023. Solo il 5% prevede di ridurre la duration.
Per il prossimo anno, il 35% degli assicuratori prevede di aumentare il rischio di credito nei propri portafogli, nonostante il 59% degli intervistati abbia espresso preoccupazione sul fatto che il ciclo del credito stia entrando in una fase avanzata.
Il private credit batte, per la prima volta, il private equity
Continuando a parlare di asset class, gli assicuratori si aspettano che i titoli azionari statunitensi e il private credit offrano i rendimenti totali più elevati nel 2024, essendo stati indicati come la prima scelta dal 15% degli intervistati. Il private equity (PE) si è piazzato al terzo posto con il 10%, insieme al government and agency debt. Per la prima volta, l’asset class del private equity non ha raggiunto le prime due posizioni.
“Il fascino del private credit per gli assicuratori persisterà anche quando i tassi d’interesse cominceranno a scendere. I CIO del settore assicurativo apprezzano l’interessante profilo di rischio-rendimento di quest’asset class e la capacità dei principali gestori di individuare opportunità differenziate e a rischio limitato che possano andare a integrare le loro esposizioni pubbliche a reddito fisso”, ha dichiarato Stephanie Rader, co-head of Alternatives Capital Formation, di Goldman Sachs Asset Management. “Ci aspettiamo di assistere a una continua crescita delle allocation nel private credit da parte degli assicuratori di tutto il mondo”.
Inoltre, per quest'anno, gli assicuratori prevedono che le criptovalute, le azioni del settore immobiliare e i prestiti ipotecari commerciali offriranno i rendimenti più bassi.
Intelligenza artificiale, consolidamento, fattori ESG
Altri fattori chiave risultano essere l'intelligenza artificiale, il consolidamento del settore e i fattori ESG. Per quanto riguarda il primo universo, il 29% degli assicuratori afferma di star utilizzando l’IA e il 51% sta prendendo in considerazione la possibilità di farlo; il 20% non sta valutando l’ipotesi di utilizzare questa tecnologia. Tra gli usi indicati figurano la riduzione dei costi operativi (73%), la sottoscrizione del rischio assicurativo (39%) e la valutazione degli investimenti (20%). Altri utilizzi potenziali includono la gestione dei sinistri e funzioni di customer service più efficienti.
Nel consolidamento del settore, il 45% degli assicuratori globali prevede un aumento del volume delle operazioni nel settore assicurativo nei prossimi anni, rispetto al 37% registrato lo scorso anno.
Infine, per quanto concerne gli investimenti ESG e d’impatto, tra gli intervistati che considerano l’ESG e/o l’impact investing, l’86% privilegia i fattori ambientali, il 35% quelli sociali e il 33% quelli legati alla governance.