Assicurazioni, in un contesto che cambia resta centrale il tema della “protezione”

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George Kedenburg III (Unsplash)

Un contesto finanziario e macro profondamente mutato nel corso di 24 mesi e la consapevolezza di vivere una nuova fase in cui convergono temi emersi nel corso degli ultimi anni e accelerati dalla pandemia: digitalizzazione e sostenibilità in primis, e tutto un corredo normativo e regolamentare in via di definizione. Si delinea così il ruolo degli investitori, e delle assicurazioni più nel dettaglio, che si confronta con le nuove sfide impresse dalla fine degli stimoli fiscali, dall’andamento dell’inflazione, dai cambiamenti strutturali in atto nel nostro Paese, anche sulla scorta dell’attuazione del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR). Questi e altri temi hanno fornito le chiavi di approfondimento per il convegno “Protezioni assicurative sulla vita in una società che cambia e vuole essere sempre più sostenibile” organizzato da Itinerari Previdenziali con l’obiettivo di portare l’attenzione sui protagonisti del settore assicurativo e sul contributo centrale al sistema finanziario in un’ottica di medio e lungo periodo.

Un sistema integrativo “adeguato”

Un dettaglio, emerso fin da subito, rimanda al ruolo sociale delle compagnie di assicurazione nella tutela della persona. Maria Bianca Farina, presidente di ANIA e Poste Italiane, riporta la necessità che “l’insostituibile ruolo dello Stato” sia integrato “da forme organizzative di sussidiarietà”. Farina rimanda alla necessaria implementazione di un sistema integrativo adeguato nella copertura sanitaria, al bisogno di rendere la questione della non autosufficienza “una priorità”; alla maggiore consapevolezza dei benefici fiscali e alla “una maggiore trasparenza e consapevolezza sui gap di protezione”. Il momento è maturo, secondo la presidente di ANIA anche per introdurre “modifiche essenziali per salvaguardare il risparmio assicurativo”, anche con un ammodernamento dei prodotti unit linked per adeguare la regolamentazione ai grandi passi avanti fatti sugli strumenti finanziari. Un punto di interesse riguarda la proposta di estendere alle compagnie assicurative la possibilità “di offrire i nuovi PIR all’interno delle gestioni separate”.  

Investimento assicurativo in crescita nel 2021

Il tema dell’implementazione dell’investimento assicurativo torna anche nell’intervento del direttore generale di ANIA, Dario Focarelli. Il DG ricorda come il 2021 abbia visto una forte accelerazione del settore, soprattutto nel ramo Vita, che ha chiuso con una raccolta premi di 85 miliardi (+7% sul 2020), con un valore simile a quello del 2019. La grande differenza, afferma il DG “è da un lato la riduzione del ramo I e al tempo stesso un forte aumento del ramo III. Il flusso netto è stato di circa 30 miliardi, il 20% in più rispetto al 2020”. Numeri che indicano uno spostamento di interesse lato investitori e che delineano il panorama in cui si muove il settore. “La fiammata inflazionistica pone nuove sfide per il 2022”, e sicuramente, afferma il DG riprendendo quanto anticipato da Farina “dobbiamo usare questo periodo per ridisegnare le assicurazioni vita”.

Sostenibilità in testa

I cambiamenti in atto sono stati poi analizzati dagli stessi protagonisti del settore. Secondo Giancarlo Bosser chief life officer di Generali Italia Spa il ritorno dell’inflazione è all’origine di volatilità e incertezza sui mercati, “come assicuratori non possiamo permetterci di perdere di vista l’orizzonte di medio periodo e il contesto in cui siamo spingerà sugli investimenti di lungo termine”. Insieme all’analisi del contesto inflattivo, un altro tema che si conferma nel discorso di tutti gli attori del settore assicurativo è quello della sostenibilità, definita da Bosser come “una scelta di non ritorno”. Visione condivisa da Massimo Camusso, responsabile Area Commerciale, Marketing e prodotti di Intesa Sanpaolo Vita. Secondo Camusso la pandemia ha fatto emergere nuove priorità e bisogni (come la digitalizzazione e gli ESG) che si sono riflessi anche sul risparmio assicurativo e previdenziale. “Come operatori di mercato ci è richiesto di rendere più tangibile questa tensione al cambiamento nelle nostre offerte, a partire da quella previdenziale che, in quanto di lungo periodo, può contribuire a cambiare il modello economico che stiamo costruendo”.

Il tema della consulenza

Fabio Carniol, general manager Helvetia Italia e Helvetia Vita, ricorda come sia cambiato negli anni l’approccio della clientela, con l’aumento degli investitori (il 37% delle famiglie ha investito nel 2021, era il 29% nel 2017), e l’allungamento dell’orizzonte temporale (il 42% delle famiglie è disposto ad aspettare tre anni, erano il 20% dieci anni fa). Secondo Carniol il ruolo delle compagnie assicurative è dunque “rispondere ai bisogni di consulenza da parte dei clienti”, in particolare in merito ai prodotti multiramo e alle coperture accessorie delle assicurazioni. Il tema della consulenza torna nell’anali di Giancarlo Simone, responsabile Funzione Prodotti Vita di Poste Vita, che ricorda come a fronte delle sfide poste dal mercato, la vera capacità degli operatori sia “guidare le scelte dei clienti, in particolare la capacità e propensione al risparmio deli italiani”. Di qui le soluzioni già tracciate, come le multiramo, “che danno la possibilità di spostare in avanti l’orizzonte temporale dei clienti e coniugano rischio contenuto e performance. E tutto questo si sposa con il tema della sostenibilità”. Infine Marco Mazzucco, amministratore delegato Blue Assistance e direttore Vita e Welfare di Reale Mutua indica come “l’essere una mutua ci rende già vicini alle tematiche della sostenibilità. Punto che abbiamo voluto rafforzare nell’ultima assemblea, quando abbiamo avviato il percorso verso la qualifica di società benefit”.

Il tema della protezione

Nel riassumere i vari spunti emersi nel corso del convegno, Alberto Brambilla, presidente del Centro Studi e Ricerche Itinerari Previdenziali rimanda alla metafora della “goccia che scava nella roccia” come era definito il lavoro continuo e costante nel tempo delle gestioni separate, porto sicuro per quanti erano alla ricerca di “rendimenti stabili e se possibile abbastanza sicuri”. Il contesto, tuttavia, è cambiato negli ultimi anni, da un lato l’ingresso di Solvency II sulla scena, l’andamento dell’inflazione negli anni scorsi (in alcuni casi “praticamente nulla”) e le politiche accomodanti delle banche centrali che hanno portato a “tassi zero e addirittura negativi sul breve e medio termine”. Tutto ciò ha contribuito a modificare questa tipologia di risparmio, e oggi “si corre il rischio di mettersi in un mercato che è molto molto competitivo”. Quello che si domanda Brambilla è: si potrà ipotizzare di tornare a un'offerta basata sulla specificità delle gestioni separate? La risposta arriva dalla riflessione di Stefano De Polis, segretario generale di Ivass, che ricorda come il sistema assicurativo abbia “come esclusiva professionale e anche normativa la capacità di unire prodotti e componenti di protezione”. E la scelta della protezione, “è sì un tema di carattere normativo ma prima ancora di carattere nello sviluppo del business”. Il mercato vita è molto rilevante in termini dimensionali, afferma il segretario Ivass, e quindi è un mercato che va preservato e se possibile sviluppato. “A nostro avviso – conclude De Polis –nell’offerta assicurativa deve essere sempre presente il tema della protezione e devono farsene carico in prima battuta le compagnie”.