Assofondipensione e CDP insieme per investire in economia reale

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“Una piattaforma per gli investimenti dei fondi pensione negoziali in strumenti finanziari di private equity, private debt e infrastrutture, in particolare ad impatto sociale, con l’obiettivo di favorire la diversificazione e decorrelazione del rischio di portafoglio da un lato e il sostegno all’economia, all’occupazione e alla coesione sociale dall’altro”. Il presidente Giovanni Maggi apre l’assemblea annuale di Assofondipensione  a Roma con una relazione programmatica che oltre a fare il punto sul panorama dei fondi pensione negoziali in Italia traccia le linee di sviluppo futuro. In evidenza un annuncio, confermato e rafforzato dall’intervento di Fabrizio Palermo, amministratore delegato di Cassa Depositi e Prestiti.

Investire in economia reale

Punto di partenza è una mancanza di possibilità di allocazione che ha accompagnato fino ad oggi il tentativo di investire in supporto all’economia reale del Paese. “Oggi possiamo dire di essere investitori istituzionali maturi e un soggetto economico rilevante per l’Italia”, ha sottolineato Maggi in apertura. Con un patrimonio in gestione pari a 56 miliardi di euro, distribuiti nei 30 fondi pensioni negoziali che rappresentano il secondo pilastro previdenziale per oltre 3 milioni di lavoratori, l’Associazione ricerca una nuova fase del rapporto con il regolatore e le aziende in grado di aumentare il numero degli iscritti e la consapevolezza della centralità in funzione di supporto al welfare. Temi particolarmente rilevanti sono, dunque, gli incentivi fiscali e l’educazione finanziaria, tanto più importanti se si parte dalla carenza di adesioni che interessa la fascia più giovane dei lavoratori e dalla transizione demografica in atto, trend di invecchiamento demografico che riguarda tutti i Paesi sviluppati e pone profondi interrogativi previdenziali e più in generale sociali.

Rendimento dei fondi

“Tutte le categorie di fondi hanno riportato le performance in territorio positivo, con i negoziali che nel 2019 hanno guadagnato il 6,4%. Risultato in netto rialzo rispetto a quello registrato a fine 2018: allora infatti nessuno era riuscito a performare meglio non solo rispetto alla rivalutazione del TFR, ma anche agli altri rendimenti obiettivo, inflazione e media quinquennale del Prodotto interno lordo”, ha dichiarato Maggi. “Nel periodo da inizio 2009 a fine 2018”, ha sottolineato inoltre il presidente di Assofondipensione, “il rendimento medio annuo composto dei fondi negoziali è risultato pari al 3,7%, a fronte di una rivalutazione media annua composta del TFR pari al 2%”.