A maggio, raccolta netta in negativo per 1,47 miliardi di euro, ma il patrimonio complessivo raggiunge i 2.344 miliardi. Continua la corsa degli obbligazionari: la raccolta da inizio anno “supera gli afflussi totali realizzati durante tutto il 2023”.
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Un timido aumento in termini di masse, pur con una raccolta netta ancora negativa. I segnali che arrivano dall’industria del risparmio gestito italiano confermano una tendenza a rilento nel recupero dei flussi in entrata, controbilanciata da un effetto mercato che prosegue sulla rotta positiva. A maggio, la raccolta netta è in negativo per 1,47 miliardi di euro. Tuttavia il patrimonio complessivo raggiunge i 2.344 miliardi. L’Ufficio Studi di Assogestioni, nella consueta mappa mensile con i dati preliminari stima “un effetto performance positivo dello 0,3%”.
Dall’analisi dei dati resi disponibili dall’associazione, la suddivisione del patrimonio vede 1.248 miliardi in capo alle gestioni collettive (il 53,2%) del totale e principalmente in fondi aperti) e 1.096 nelle gestioni di portafoglio (46,8%). Queste ultime tuttavia segnano una raccolta positiva per 303 milioni, mentre sono le gestioni collettive a segnalare il calo più marcato per 1,7 miliardi.
Nel dettaglio delle gestioni di portafoglio, il dato positivo è determinato dal retail, che attrae nuovi capitali per 1,02 miliardi con un andamento positivo dall’inizio dell’anno che porta il dato della raccolta netta a 3,49 miliardi.
Fonte: Assogestioni.
Crollo dei monetari
Nel dettaglio dei fondi aperti, si registrano deflussi complessivi per 2,31 miliardi. Pesa sul dato, la performance negativa dei fondi monetari che arretrano di 3,44 miliardi. I fondi obbligazionari, per contro, confermano il loro appeal anche a maggio, allungando la raccolta per 4,4 miliardi per 24,55 miliardi di nuovi capitali da inizio anno, “cifra che supera gli afflussi totali realizzati durante tutto il 2023 (+24,01 mld euro), a conferma del forte interesse degli investitori per questa asset class”, scrivono da Assogestioni. I fondi azionari, seppur in negativo, riducono le perdite a 567 milioni (erano -3,3 miliardi ad aprile), mentre continua l’emorragia di flussi da bilanciati (-1,5 miliardi) e flessibili (-1,2 miliardi).