Normativa, spinta alla LTC obbligatoria e ai fondi pensione paneuropei nell’intervento del presidente Corbello. Le prospettive su mercati e strategie per l’anno presentate dai partner intervenuti nel seminario tecnico.
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Evoluzione normativa e futuro del mondo della previdenza complementare, in primis, con il più volte richiamato nodo della Long Term Care (LTC) e la necessità di un confronto approfondito sui fondi pensione paneuropei (PEPP) “per i giovani che in numero sempre maggiore vanno a lavorare all’estero”. Sono diversi gli elementi portati all’analisi nel corso dell’Assemblea di Assoprevidenza che si è tenuta ieri 12 novembre, a Roma. “Continueremo regolarmente a sviluppare attenzione sulle tematiche tecniche che riguardano il settore”, afferma Sergio Corbello, presidente dell’associazione, sottolineando come ormai “normalmente” l’impulso principale, soprattutto in ambito normativo, arrivi dall’Europa. Il riferimento va alla più recente DORA, alle normative sugli IORP e anche in ambito ESG. Tuttavia, “il problema delle discipline europee è il loro essere tarate su livelli dimensionali dei soggetti che non sono quelli del nostro Paese, di conseguenza diventano un aggravio importante per il mondo italiano che, anche accorpato, resta di dimensioni molto modeste”. Resta sullo sfondo nel discorso assembleare, la proposta di implementare l’adesione alla previdenza complementare con un obbligo collettivo, “tuttavia – afferma Corbello -, la nostra proposta è di difficile accoglimento perché si lega alla struttura del Paese e al nodo dell’utilizzo del TFR che pende sulle PMI”, alla successiva richiesta di FundsPeople di chiarimenti in merito, Corbello specifica come “il TFR sia tuttora un’importante forma di autofinanziamento per queste entità”.
Il nodo Long Term Care
In questo scenario, un elemento a cui guarda con sempre maggiore attenzione il mondo della previdenza complementare è quello relativo alle coperture di LTC, “il problema di inabilità dell’anziano è ormai percepito socialmente in maniera evidente – afferma Corbello –, ecco che la nostra storica proposta di rendere obbligatoria la LTC va portata avanti e in merito alle adesioni contrattuali, il nostro suggerimento come tecnici è utilizzare parte delle risorse derivanti dall’adesione contrattuale a copertura di forme di LTC, questo potrebbe avere anche un effetto trascinante per tutta la categoria”. Corbello richiama anche la necessità di una “cristallizzazione” di una disciplina sulla sanità complementare, “mentre il comparto pensionistico complementare è consolidato, quello sanitario è in itinere, ci troviamo in un momento di deregulation che in qualche momento dovrà trovare un punto di caduta uniforme”.
Su cosa investiranno i fondi pensione
Un momento di riflessione sul settore, ma anche di confronto con gli associati con le prospettive su mercati e strategie per l’anno prossimo presentate dai partner intervenuti nel seminario tecnico che ha fatto seguito all'Assemblea. Un primo elemento di analisi sono le prospettive dei mercati finanziari internazionali, indagate da Fabrizio Salvi, head of institutional business development Groupama AM, che nella descrizione dello scenario in cui si trovano a operare oggi i gestori parla di “una fase storica”, per i mercati, che oggi “passano da una logica di crescita guidata dalla liquidità, a una crescita guidata dagli investimenti”. L’esperto indica che alle politiche delle banche centrali vanno sostituendosi i piani di investimento, sia pubblici sia privati, per accompagnare le tre grandi transizioni in atto: digitale, demografica ed energetica”. Il focus sull’azionario italiano, in particolare sulle small e mid cap, è stato invece al centro dell’intervento di Francesco De Astis, responsabile italian equity di Eurizon, che adduce una serie di motivazioni di interesse per il settore, dettate da valutazioni a sconto, stime utili ancora supportive e un’accelerazione delle OPA (ce ne sono state 127 tra il 2017 e il 2022 , 24 solo nel 2023 e una media di quasi due al mese quest’anno) finalizzate al delisting.
In un contesto “incerto” come quello attuale, “per affrontare al meglio il 2025 è necessario inserire in portafoglio elementi decorrelanti”, afferma Franca Pileri, portfolio manager multi asset di Quaestio SGR, che indica a questo proposito “posizioni lunga volatilità (strategie opzionali che aiutano a difendere la porzione di azionario presente in portafoglio), beni e valute rifugio (dollaro USA, franco svizzero e possibilmente yen) ma anche investimenti legati a dinamiche extrafinanziarie (come ad esempio i cat bond)”. Strumenti questi ultimi, rimarca Patrizia Pace, institutional sales di Quaestio su cui, “è necessario cambiare prospettiva. Devono essere visti come un mezzo per ridurre il rischio sistemico e sostenere le comunità locali e le aree colpite da eventi catastrofici”.
Nel guardare oltre i confini, Danilo Verdecanna, Country manager Asset Management One International, riporta che il “Giappone si è risvegliato”. Secondo l’esperto, il Paese nel 2025 inizierà una crescita e si assiste al ritorno dell’inflazione che ha spinto una “spirale benigna”, dopo la spirale negativa “di aumenti zero degli stipendi negli ultimi 20 anni”. E uno sguardo a un tema sempre più centrale per gli istituzionali, arriva da Marina Gatti, head of sales, BNP Paribas AM, quando sottolinea la necessità, per un gestore globale, di impegnarsi sulle “ineguaglianze strutturali”, in quanto rappresentano “un rischio sistemico” non soltanto in termini sociali ma anche economici. “anche a livello aziendale – afferma Gatti – emerge come nelle aziende in cui le politiche di uguaglianza sono più sviluppate hanno performance anche finanziarie migliori”.
Il ruolo delle depositarie
Queste tematiche rientrano anche nel discorso aperto dalle banche depositarie nell’ambito dell’incontro. In un primo intervento, Lucrezia Brucoli head of coverage Italia di Societe Generale Securities Services sottolinea come in questo momento storico emerga “un ruolo centrale nella transizione del sistema socio-economico-finanziaria verso un’economia più sostenibile, con sfide complesse che richiedono soluzioni innovative”. Dunque come accompagnare i fondi pensione in questo percorso? In primis, “con una continua analisi a livello internazionale e locale delle evoluzioni normative per coglierne le opportunità e supportarne le sfide implementative, ad esempio l’esercizio di voto alle assemblee generali in conformità agli impegni ESG presi dagli investitori”. Altro punto è il “supporto alla normalizzazione dei dati ESG, da utilizzare sia per le strategie di investimento sia per il reporting regolamentare”. Infine, l’esperta cita “il supporto alla crescente esposizione degli investimenti ai mercati privati” e si dice certa che “creare occasioni di confronto tra tutti gli attori del mercato consenta di fare sistema e guidare il cambiamento”.
Temi condivisi anche da Marco Abatecola, head of sales di BFF Banking Group quando sottolinea la “fase di profondo cambiamento per istituzionali e fondi pensione”. Oggi la normativa italiana e internazionale spinge questi attori “ad adempimenti sempre più stringenti”, e questo processo vede per le depositarie un ruolo sempre più centrale “nell’accompagnare il cambiamento”, non soltanto “nel ruolo di controllo degli asset dei clienti ma anche con servizi di valore aggiunto”. Questo percorso può essere intrapreso, in conclusione, soltanto “investendo sulle risorse umane (attingendo a professionalità di alto livello) e sulla tecnologia (in particolare, in tempi recenti, in quella legata all’intelligenza artificiale)”.