Attenti ai rating ESG. Parola di Ambrosetti

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La buona notizia - ormai consolidata - è che anche il mondo della finanza è diventato sostenibile: non c’è asset owner o asset manager che non abbia preso in considerazione gli investimenti ESG. La cattiva notizia, invece, è che, nel mare magnum di fornitori di rating e dati in numero sempre più crescente, i rating ESG portano a molti interrogativi cui gestori e investitori devono porsi quando valutano sostenibilità di titoli, fondi o mandati.  Non a caso di recente è intervenuta anche l’autorità europea di vigilanza sui mercati finanziari (ESMA). Quest’ultima ha infatti reso tali fattori, finora lasciati alla libera determinazione degli operatori, oggetto di una proposta di intervento normativo, introducendo così il tema della finanza etica nell’ambito delle direttive MiFID II, UCITS e AIFMD.

“Esiste ormai un’enorme mole di investimenti ESG ma nessuno standard condiviso: chiunque fa quello che gli pare. Questo porta a tutta una serie di problematiche che l’ESMA adesso vuole vigilare con attenzione”, dice subito Riccardo Ambrosetti, presidente di Ambrosetti AM SIM. “L’idea, perciò, è quella di candidarci per portare sul mercato qualcosa che potrebbe aiutare gli attori dell’industria ad avere una visione più analitica e autonoma di tali criteri”. Ambrosetti fa riferimento al recente connubio con Nummus.Info, riconosciuto centro di ricerca per la finanza etica e sostenibile. “In un momento in cui si sta ancora formando una coscienza globale sulla sostenibilità nel campo degli investimenti finanziari, occorre disporre di rating robusti e soprattutto indipendenti nonché di una forte specializzazione, attività per la quale Nummus, società di matrice italiana con sede a Trento, si è contraddistinta fin dalla sua nascita”. Le due società italiane hanno dunque messo assieme le loro forze pensando ad una gestione attiva dei posizionamenti ESG compliant. Ambrosetti AM Sim metterà a disposizione il proprio know how al fine di processare opportunamente le componenti di asset allocation, asset selection e market timing attraverso l’utilizzo del modello proprietario EBPA® (Evidence Based Performance Analysis) per realizzare strategie sistematiche attive con profili di rischio/rendimento atteso personalizzati. Questa sinergia tra le due boutique indipendenti permetterà di portare sul mercato soluzioni innovative in grado di offrire risultati più robusti e continuativi.

ESG, panacea di tutti i mali?

Ambrosetti d’altronde lavora con diversi player nazionali e internazionali. E il loro interesse verso le strategie SRI, a detto dello stesso fondatore, è cresciuto a dismisura. “Si esagera nel parlare di ESG come la panacea di tutti i mali”, spiega il manager. “Certamente, da punto di vista concettuale, sono una bella idea d’investimento a differenza di molte altre. Bisogna però cominciare a discriminare con attenzione tra chi è meritevole di aver credito e chi no. Non si tratta solo di una moda passeggera. Né di una moda recente. L’attenzione all’ambiente è già una questione politica e sociale, fin dagli anni di Greenpeace. La finanza è arrivata per ultima sul tema, è vero, ma serve maggiore trasparenza nella selezione dei titoli e una visione super partes. Solo in questo caso potremmo parlare davvero di un risparmio legato al sociale”, aggiunge Ambrosetti. “Le nostre regole d’oro sono tre: disciplina, diversificazione e decorrelazione. Destinare una parte del portafoglio all’investimento ESG è di certo doveroso, anche in questa fase ancora un po’ confusa”.

Di recente, infatti, anche a seguito delle crisi che hanno colpito i mercati finanziari, si è messa in discussione in qualche modo la finalità degli investimenti finanziari e in particolare se questi debbano essere guidati dalla solo finalità del profitto svincolato dal contesto sociale, ambientale e dalle esigenze dell’individuo. In questo contesto si inserisce l’approccio scientifico e analitico della società nata nel 2003, sul lago di Como. Un approccio che, anche in un anno così imprevedibile, non solo sui mercati, sembra comunque dare i suoi frutti. “Devo esser sincero: quest’anno anche noi ci siamo trovati in serie difficoltà per tutto quello che è accaduto. Parliamo di anomalie mai viste in trent’anni di carriera. Il vantaggio di un approccio disciplinato e privo di emotività come il nostro, però, ci ha favorito e siamo riusciti a difenderci bene. Lavorando molto sulla ricerca, tutte le novità inesplorate degli ultimi mesi, possiamo catturarle”, conclude l’esperto.