Il Country Head per l'Italia della casa di gestione presenta a FundsPeople le strategie per crescere in un’industria in rapida evoluzione.
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Le elezioni Usa e le tensioni geopolitiche tengono il mondo col fiato sospeso. Ma impostare l’asset allocation in funzione dei possibili impatti di eventi complessi e imprevedibili non è il giusto modo di procedere. Quando si cerca di prevedere il futuro, l’errore è sempre dietro l’angolo. Importante invece è ancorare le scelte di investimento a dei punti saldi e ai fondamentali macroeconomici. E oggi questi parlano di un’inflazione sotto controllo, un mercato del lavoro resiliente e lo scenario più probabile è quello di un atterraggio morbido. “È sbagliato fare previsioni di asset allocation in base a dei singoli eventi fuori dal nostro controllo”, avverte Andrea Aurilia Country Head per l'Italia di J.P. Morgan Asset Management intervistato da FundsPeople. Secondo l’esperto il cambio di paradigma è da ricercarsi nel nuovo atteggiamento delle banche centrali. “La Fed ha preso coscienza della necessità di abbassare i tassi. Nell’ambito del suo mandato duale di controllo dei prezzi e della crescita economica, la Fed è stata in ritardo nell’intervenire sull’inflazione, che aveva giudicato erroneamente transitoria. Oggi sembra aver imparato la lezione: sta agendo in modo tempestivo su quella che è la variabile economica del momento, la crescita economica", argomenta l’esperto.
Secondo Aurilia un’altra dinamica da considerare è la concentrazione del mercato. “Gli investitori si trovano a fronteggiare livelli di concentrazione dei mercati azionari senza precedenti storici”, dice. “Alla fine del primo semestre, i Magnifici 7 rappresentavano circa il 30% dell’S&P 500, che a sua volta rappresenta il 70% dell’MSCI World. Siamo in una situazione in cui le prime dieci aziende al mondo per capitalizzazione rappresentano da sole più del 20% dell’indice azionario globale. Ma gli utili prospettici non sono tali da giustificare questo tipo di situazione. Per gli investitori è un rischio, soprattutto in previsione di una maggiore dispersione delle performance aziendali”, evidenzia.
La ricerca guida le performance
Un antidoto a tutto ciò proviene dalla capacità di individuare le migliori opportunità. E anche in questo caso il punto di partenza sono i fondamentali. “Noi di J.P. Morgan AM siamo tra le aziende che più investe in analisti e ricerca. Ogni anno investiamo il 40% in più dei nostri concorrenti in questo campo”, dice Aurilia. “Questo perché i nostri fondi sono guidati dalla ricerca”, prosegue. L’idea è che senza la possibilità di beneficare di una copertura capillare delle aziende, che solo un forte team di analisi può dare, è difficile generare alpha. “Siamo in grado di coprire di quotidianamente 1.500 aziende. I nostri analisti in media effettuano 5.000 incontri all’anno con le aziende su cui poi decidiamo se investire o meno. Anche gli investitori si stanno rendendo conto che è la ricerca a guidare le performance, un fatto che trova conferma nei flussi nel settore”, spiega Aurilia.
Per tornare all’asset allocation, secondo l’analisi dell’esperto, l’azionario sta dando fiducia alle banche centrali e continua a raggiungere nuovi massimi, mentre il mercato obbligazionario è più cauto nel prezzare il loro operato. E questo permette agli investitori di giocare sulle correlazioni tra le due asset class. “Nel nostro portafoglio questo si declina in un sovrappeso sull’azionario Usa e dei mercati emergenti. La Cina ci interessa, ma siamo in attesa di verificare gli impatti del piano di stimoli del governo. Nel reddito fisso non siamo ancora posizionati su duration lunghe, ma siccome non prevediamo una recessione, siamo costruttivi sul credito”, sottolinea Aurilia.
Focus sugli ETF attivi
Una delle tendenze predominanti nell’industria è la continua crescita degli ETF, che erodono sempre più quote di mercato ai fondi tradizionali. Ma per capire quale direzione prenderà il settore, bisogna essere coscienti di due aspetti: che gli ETF non sono necessariamente passivi. E che la narrazione gestione attiva vs passiva è obsoleta. “Il nostro punto di partenza è pensare l’ETF come un contenitore. La chiave sta nel proporre al cliente il contenitore più adatto a veicolare una strategia di investimento. Questo può essere sia un fondo comune ‘classico’, sia un ETF o ancora un mandato”, dice Aurilia.
Per J.P. Morgan AM, in quanto asset manager leader nella gestione attiva, il passaggio naturale per cavalcare il trend degli ETF è stato puntare sugli ETF attivi. E i risultati hanno premiato questa scelta: ad oggi la casa di gestione si situa come il primo emittente di ETF attivi in Europa e Italia. Ma secondo Aurilia è importante andare oltre, in un’industria in cui sempre più operatori vorranno posizionarsi in questo mercato: non tutti gli ETF attivi sono uguali. “Per noi attivo significa una sola cosa: fondamentale. Costruiamo strumenti a basso tracking error ed elevato information ratio in cui l’alpha è ottenuto grazie all’analisi fondamentale. Questo perché, ancora una volta, per noi la ricerca è la via maestra per generare performance. Non lo facciamo con delle chiamate forti, ad esempio a livello di Paesi o settori, ma attraverso dei piccoli sovrappesi o sottopesi sui singoli titoli rispetto agli indici tradizionali. Nel nostro approccio fondamentale Research Enhanced Index ogni singolo punto base di performance conta. È dalla somma di tutti i singoli punti base che nasce l’alpha”, dichiara.
Italia, i pilastri della crescita commerciale
Nell’ultimo biennio, dopo la fine dell’epoca dei tassi a zero, le difficoltà per l’industria italiana del risparmio gestito si sono sentite, e hanno pesato sui flussi. JP Morgan AM ha saputo navigare il nuovo contesto, dimostrandosi resiliente e mantenendo tassi di raccolta in attivo. La strategia di business della casa di gestione poggia su tre pilastri: l’azionario globale tramite strategie distintive guidate dalla ricerca come il Global Focus, la partnership con la divisione di investment banking del gruppo che ci permette di offrire alla clientela soluzioni altamente specializzate in tempi molto rapidi e gli ETF attivi. “I nostri ETF attivi di natura fondamentale stanno riscontrando molto successo e sono sempre più ricercati dagli investitori wholesale”, dice Aurilia. “L’Italia è un mercato molto importante per noi, centrale per lo sviluppo europeo e globale. In un’industria in profonda evoluzione, siamo pronti a crescere con un’offerta variegata e realmente distintiva dai competitor, grazie alla capacità di costruire in modo veloce ed efficiente strumenti personalizzati che ricalcano le esigenze specifiche dei nostri partner commerciali”, conclude.