Azimut fissa gli obiettivi 2023 e annuncia il nome della società irlandese con UniCredit: Nova Investment Management

Azimut, FundsPeople

Un business in crescita, che conferma le proiezioni del 2022 e si pone ambiziosi obiettivi per i prossimi mesi. Non soltanto in termini di utile e di raccolta netta, ma anche (e soprattutto) nell’ottica della creazione di un polo di asset management con radici italiane e un’apertura globale. La conferenza stampa di inizio anno di Azimut è stata occasione per “alzare il velo” su alcune delle operazioni avviate dal Gruppo guidato da Pietro Giuliani nel corso del 2022, come la partnership con Unicredit, ma anche per dare qualche motivazione ad alcune scelte che avevano “scosso” l’industria del gestito. L’uscita da Assogestioni, ad esempio. E quella più recente da Assoreti. Il presidente si affida, a questo proposito, a una spiegazione metaforica: “Come non si può misurare la crescita di un adolescente solo dalla misurazione di una parte del corpo”, ha detto Giuliani, “così non si può misurare la crescita di un Gruppo che opera a livello globale dalla sola raccolta netta in Italia”. E proprio la diversificazione geografica è la base di partenza della crescita di Azimut che ha circa il 40% del business fuori dall’Europa e “la presenza in 18 Paesi con una forte matrice Made in Italy, siamo una realtà con persone fuori dal comune: azimutiane/i”, afferma Giuliani.

La partnership con UniCredit

Altro dettaglio emerso nell’incontro con i giornalisti è quello legato alla recente partnership con UniCredit. Obiettivo, come riportato anche da FundsPeople, la creazione e gestione autonoma, da parte di Azimut di una nuova Management Company in Irlanda che svilupperà prodotti di investimento, in particolare fondi comuni di investimento, per la distribuzione in via non-esclusiva attraverso il network di UniCredit. Ebbene, nel corso della conferenza Giorgio Medda, AD e global head of Asset Management & Fintech del Gruppo, ha svelato il nome della nuova società irlandese: Nova Investment Management, che è in attesa dell'autorizzazione della Banca centrale irlandese (nella seconda metà dell'anno). Medda ha anche rimarcato come la partnership non sia mirata soltanto alla creazione di una fabbrica prodotto ma di un “disegno industriale con cui cercheremo di creare anche con UniCredit (e anche a loro vantaggio) un ‘team globale’”. L’esperto ha anche riportato come, nonostante le turbolenze del 2022, “più del 20% dei nostri fondi ha avuto una performance positiva, e quasi due terzi hanno battuto l’indice di riferimento, a conferma del fatto che il lavoro degli ultimi anni, e la creazione di un global team, ci permette di avere una presenza sul territorio, di essere vicino alle situazioni, anche le più complesse, analizzando i dati e vivendoli per essere in grado di tradurli in scelte di portafoglio lontane dai trend”. I risultati sono figli di una gestione attiva, insiste il manager, e di una continua innovazione, tanto che “Azimut sarà presto il primo operatore in Italia a introdurre la tokenizzazione di investimenti di private equity come le quote di fondi alternativi, rendendo investimenti illiquidi immediatamente trasferibili e liquidi grazie alla blockchain”.

I numeri

Nel dettaglio dei numeri, sulla base dei primi dati di sintesi e delle stime dei risultati del 2022, presentati da Alessandro Zambotti, amministratore delegato e CFO del Gruppo, Azimut prevede di chiudere il bilancio 2022 con un utile compreso fra 395 e 405 milioni di euro, “in linea con la guidance fornita al mercato (utile uguale o superiore a 400 milioni di euro, in condizioni di mercato normali)”; mentre la  raccolta netta totale dell’anno ammonta a 8,5 miliardi, oltre “la fascia più alta dell’obiettivo fissato a inizio anno di 6-8 miliardi, per un totale di AuM di 79 miliardi al 31 dicembre 2022 “di cui il 42% fa riferimento al business estero confermando la natura multinazionale del Gruppo”, si legge in una nota. Sul futuro, il Gruppo fissa gli obiettivi per il 2023 stimando, in condizioni di mercato normali, una raccolta netta totale ancora nella forbice 6-8 miliardi e un utile netto di almeno 450 milioni, ipotizzando il raggiungimento di 500 milioni già per il 2024.

Mercati privati

È proseguita, infine, nel 2022, l’espansione di Azimut nel segmento dei private market con una raccolta di 1,9 miliardi nell’anno per AuM per 6,5 miliardi (+42% sul 2021): circa il 12% degli AuM del Gruppo. Tale percorso, si legge ancora nella nota “mostrerà un’ulteriore accelerazione grazie alla tokenizzazione dei fondi RAIF (Reserved Alternative Investment Fund) della piattaforma lussemburghese del Gruppo”. Nel 2023, come spiegato dall’AD Paolo Martini, continuerà il rafforzamento del Gruppo su questo segmento, parallelamente al percorso di innovazione nei pubblic market e il lancio di nuove strategie, oltre all’introduzione di nuove strategie ibride capaci di combinare le expertise del Gruppo e del suo Global Asset Management Team negli ambiti private e public market.