Bagella (Fideuram): "MiFID II sta accelerando la convergenza delle varie realtà distributive"

anna_bagella
Immagine concessa

Nessun cambiamento. Anzi sarà una valorizzazzione dell’offerta fondi. Ne è convinta Anna Bagella, responsabile sviluppo offerta di Fideuram, quando ci si sofferma a parlare di MiFID II.  Secondo l’esperta la normativa europea “sta indirizzando il mercato del risparmio verso un modello di servizio a piena tutela del cliente. Si tratta di un modello che noi da sempre abbiamo sposato e che ha visto da sempre l’offerta prodotti come uno degli elementi a supporto della consulenza. In quest’ottica, non ci aspettiamo che MiFID II cambi il nostro approccio all’offerta fondi anzi, ci aspettiamo che lo valorizzi”, dice a Funds People. Proprio per questo Bagella non crede ci sarà, a partire dal 2018, alcuna discontinuità nel business di Fideuram. “Da oltre 10 anni operiamo in una logica di architettura aperta nella costruzione delle soluzioni di investimento per offrire ai clienti quanto di meglio osserviamo sul mercato attraverso un processo di adeguamento costante. In questo percorso di ricerca di valore per il cliente, siamo anche stati precursori nel proporre soluzioni  ‘contenitore’ che abbinano all’ampiezza delle soluzioni di investimento, un insieme di servizi e di efficienze fiscali e operative”, precisa la manager.

La scelta tra un modello di consulenza (dipendente, indipendente o ibrida) è presto fatta: “è orientata alla continuità del nostro modello di consulenza perché riteniamo tuteli al meglio l’interesse del cliente e la qualità del servizio offerto. La formazione, lo sviluppo di servizi di consulenza evoluta che abbracciano non solo la sfera finanziaria, la disponibilità di una gamma prodotti estremamente ricca e l’adozione di un robusto sistema di regole interne sono le nostre risposte, che riteniamo essere quelle più efficaci per perseguire questi obiettivi”, precisa Anna Bagella. Sulla tempistica è pur vero che facciamo la differenza, rispetto al resto d’Europa. Ad oggi, almeno secondo l’ultimo report di Ernst & Young, l’Italia è l’ultimo Paese in materia di adeguamento e recepimento. Ma per la responsabile di Fideuram non è poi così importante: “ci muoviamo in un sistema a varie velocità e MiFID II sta accelerando la convergenza delle varie realtà distributive verso l’adozione di un modello di consulenza. Ciò a cui dobbiamo puntare è l’adozione di regole consistenti e ben declinate che valorizzino il nostro mercato del risparmio; il fattore tempo non necessariamente va inteso in senso negativo”, spiega.

E se ci fosse la possibilità di avvicinarsi ad un modello anglosassone adesso? Per Bagella al momento “l’esperienza del Regno Unito e dei Paesi Bassi ha determinato un certo livello di discontinuità nel servizio offerto alla clientela in particolare su determinati segmenti. Ritengo prematuro assumere verso quale modello si tenderà, in ogni caso dovrà accompagnare l’evoluzione culturale degli investitori, la loro educazione finanziaria ed il loro percepito del valore aggiunto della consulenza”, conclude.