Banca Finnat, proposte di asset allocation

Andrea_Nattino
immagine concessa

Nel salotto buono della finanza romana si parla di investimenti globali. La sede è quella tradizionale della sede romana di Banca Finnat, specializzata nella prestazione di servizi di investimento rivolti a clientela istituzionale, clientela privata ed aziende. Le origini e la storia della banca sono legate alla famiglia Nattino e risalgono al 1898. Il gruppo, che offre servizi finanziari che spaziano dal risparmio gestito al corporate finance, ha fatto il punto in merito agli scenari economici che si prospettano con l’anno appena cominciato.

A fare gli onori di casa Andrea Nattino, responsabile del family office di Banca Finnat che ha aperto i lavori. Ma è stato Emanuele Bonabello, responsabile degli investimenti e delle relaizoni istituzionali della banca, a dare agli investiori qualche suggerimento di asset allocation. “Per il primo semestre”, ha detto “proponiamo un portafoglio bilanciato con preferenza sull’azionario europeo e una riduzione di obbligazionario governativo di medio/lungo termine a favore di high yield e convertibili, oltre all’individuazione di strategie absolute return o long/short su credito, azioni e commodities”.  Proposte ben mirate anche perché “quest’anno si dovranno monitorare in particolare gli effetti della Trump-economics e i suoi impatti sulla crescita negli Stati Uniti e sul commercio mondiale, i negoziati sulla Brexit, le elezioni nei Paesi UE (Olanda, Francia, Germania e Italia, entro l’inizio del 2018), oltre agli interventi delle Banche centrali e gli sviluppi in Cina e Russia”.

Come rivelato anche da altri esperti infatti l’andamento politico sarà determinante per gli investimenti futuri. "L’attività economica mondiale dovrebbe poter continuare a rafforzarsi, sostenuta anche dal graduale allentamento delle condizioni recessive che nel corso dell’ultimo biennio hanno colpito alcuni dei maggiori paesi esportatori di materie prime”, ha aggiunto poi Gian Franco Traverso Guicciardi, responsabile dell’Ufficio Studi dell’istituto. “L’interscambio mondiale ha acquistato slancio dalla seconda metà del 2016 e la dinamica del PMI globale, relativo ai nuovi ordinativi dall’estero, sta rivelando un rafforzamento in atto del commercio internazionale. Su di un orizzonte temporale più lungo, l’interscambio mondiale dovrebbe espandersi in linea con la ripresa dell’attività globale. Nel complesso, le proiezioni indicano che la crescita del PIL mondiale, in termini reali, dovrebbe rafforzarsi con gradualità dal 3% del 2016, al 3,4% nel 2017, fino al 3,6% nel 2018”.