Bankitalia: "volatilità in aumento in vista del referendum"

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foto: autor Giancarlo Gallo, Flickr, creative commons

Lo ribadiscono molti esperti del settore. Ma adesso la conferma arriva anche da Bankitalia: nelle prossime settimane, e con l’avvicinarsi del referendum costituzionale del 4 dicembre, i mercati in generale e soprattutto Piazza Affari, avrà a che fare con un picco di volatilità non indifferente. “L’indice generale della borsa italiana continua a risentire della debolezza del settore bancario, per il quale le valutazioni degli investitori sulla redditività si mantengono sfavorevoli”, scrive Bankitalia nel rapporto sulla stabilità finanziaria appena pubblicato. “Il differenziale fra la volatilità implicita del mercato italiano e quella dell’area dell’euro è elevato; gli indicatori segnalano un forte aumento della volatilità attesa per il mercato italiano a ridosso della prima settimana di dicembre, in corrispondenza con il referendum sulla riforma costituzionale”.

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In generale la fotografia scattata dalla Banca d’Italia sottolinea tra le altre cose come, dopo le elezioni americane, i rendimenti obbligazionari siano aumentati in tutte le economie e lo spread sui titoli pubblici italiani sia salito. “Le prospettive di una crescita ancora modesta in Europa e l’incertezza legata agli sviluppi politici nei principali paesi avanzati potrebbero alimentare forti variazioni dei corsi delle attività finanziarie nei prossimi mesi”.

Nello specifico nel Belpaese, secondo le proiezioni di Bankitalia, il ciclo finanziario resta debole, anche se “la situazione finanziaria delle imprese migliora, in virtù sia del recupero della redditività sia del calo dell’incidenza degli oneri finanziari”. Focus poi sulle banche che secondo il rapporto, restano esposte a shock sui mercati e sulla crescita. “Nel complesso le banche rimangono esposte agli shock, di origine interna o internazionale, che possono riflettersi sui mercati dei capitali e sulla crescita economica. Sono inoltre fonte di incertezza diverse iniziative regolamentari in corso di completamento a livello internazionale; nell’attuarle è importante che si tenga conto, oltre che dei benefici attesi, dei costi di breve periodo”. “Basso livello dei corsi che può rendere più difficili gli aumenti di capitale programmati e quelli eventualmente necessari, anche per effettuare operazioni di aggregazione”, aggiunge Bankitalia.

Il risparmio gestito

Captura_de_pantalla_2016-11-20_a_la_s__15Il rapporto sulla stabilità finanziaria fa anche un quadro sul risparmio gestito italiano. Secondo Bankitalia “in un periodo caratterizzato da ampie fluttuazioni nel valore delle attività finanziarie, la raccolta netta dei fondi comuni istituiti da gruppi italiani è rimasta positiva, seppure in lieve diminuzione”.

"I rischi che elevate richieste di rimborso possano generare rapidi disinvestimenti dei portafogli sono ridotti. La normativa italiana, infatti, impone ai fondi che investono una quota rilevante del proprio patrimonio in attività illiquide di costituirsi in forma chiusa, che non consente il riscatto delle quote prima della scadenza. I fondi chiusi, pari al 6 per cento del totale del patrimonio gestito, sono in prevalenza immobiliari e, in misura minore, di private equity; quelli che investono in minibond o che sono specializzati nell’erogazione diretta del credito hanno un patrimonio ancora molto contenuto".

Captura_de_pantalla_2016-11-20_a_la_s__15In merito invece ai portafogli dei fondi aperti, in prevalenza investito in titoli di Stato e azioni, “la quota di obbligazioni di emittenti privati, che generalmente hanno una liquidità ridotta, si è stabilizzata a circa il 20 per cento. Il grado di concentrazione delle singole esposizioni è nel complesso contenuto”.