Bce, pronta una terza ondata di TLTRO?

Draghi
Mario Draghi

Tassi invariati e nessun aumento. In una nota diffusa al termine della riunione, la Bce ha ribadito che i tassi di interesse si manterranno "su livelli pari a quelli attuali almeno fino all'estate del 2019 e in ogni caso finché sarà necessario per assicurare che l'inflazione continui stabilmente a convergere su livelli inferiori ma prossimi al 2% nel medio termine". Il Consiglio direttivo "intende continuare a reinvestire, integralmente, il capitale rimborsato sui titoli in scadenza nel quadro del programma di acquisto di attività per un prolungato periodo di tempo successivamente alla data in cui inizierà a innalzare i tassi di interesse". Investimenti che proseguiranno "finché sarà necessario per mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un ampio grado di accomodamento monetario".

La decisione sembra essere in linea con le attese del mercato, benché le preoccupazioni per una “crescita più debole delle attese” c’è tutta. Come spiega Sophia Ferguson, senior portfolio manager di State Street Global Advisors, “i commenti della Bce hanno avuto ben poco effetto nel rassicurare i mercati di non essersi lasciati sfuggire il momento opportuno per l’aumento dei tassi. Se da un lato sembra che i rischi di downside siano cresciuti negli ultimi mesi, dall’altro, il rallentamento della crescita dell'Eurozona è destinato stabilizzarsi verso un trend, piuttosto che attestarsi ai livelli che si registrano durante una crisi. Anche se la normalizzazione della politica monetaria è in corso, date le condizioni economiche, un ciclo di incremento dei tassi, che altera materialmente l'orientamento politico, sembra essere fuori portata".

Anche per Charles St Arnaud, senior investment strategist di Lombard Odier IM, la probabilità di un rialzo dei tassi a breve è molto bassa. “Reputiamo che la Bce abbia maggiori probabilità di fornire sostegno all'economia attraverso l'emissione di una terza ondata di TLTRO (targeted longer-term refinancing operation), ovvero un'altra operazione di rifinanziamento più a lungo termine. Tali operazioni sono state menzionate nel corso della riunione, ma la Bce non ha ancora preso una decisione, probabilmente in attesa della prossima tornata di previsioni nella riunione di marzo”. Gli operatori erano, infatti, probabilmente arrivati con l’attesa che Draghi rendesse più certa già oggi l’ipotesi di una TLTRO a marzo. “Dopo il forte calo dei tassi emersi da inizio anno ed il consolidamento dello spread in area 250pb, il mese di febbraio potrebbe essere vissuto più all’insegna dei dubbi sull’effettiva possibilità che la TLTRO arrivi già a marzo, rendendo gli operatori più reattivi a notizie non favorevoli, dopo aver ribilanciato i propri portafogli rispetto al benchmark sfruttando il corposo flusso di emissioni governative e corporate” dice a riguardo Antonio Cesarano, chief global strategist, Intermonte SIM.

Con l’inizio del processo di normalizzazione della politica della banca centrale, infatti, inevitabilmente in molti chiedono uno stimolo ulteriore per sostenere il sistema bancario e rilanciare la crescita del credito. Tuttavia, una correlazione non implica un rapporto causale, almeno secondo Nick Wall, gestore del fondo Merian Strategic Absolute Return Bond, Merian Global Investors. “È innegabile che la crescita sia debole, e gli indici PMI pubblicati stamattina ne sono stati un’ulteriore conferma. Tuttavia, gran parte di tale debolezza è legata ad un contesto esterno più debole per via della Brexit, del venir meno del programma di stimolo negli Usa e in particolare del rallentamento della Cina, piuttosto che essere dovuta alla fine del QE della BCE. Il presidente Mario Draghi è abile, ma non può risolvere i problemi di tutto il mondo”, dice l’esperto.

“Tutto ciò che la Bce può fare è mantenere condizioni finanziarie più accomodanti possibile nell’Eurozona svalutando l’euro, fornendo una forward guidance chiara e determinata per il futuro e riacquistando le obbligazioni che arrivano alla scadenza. Draghi ha fatto bene a non essere reattivo perché l’Eurozona è un ‘passeggero’ all’interno di un rallentamento globale influenzato dagli Stati Uniti e dalla Cina. Gli strumenti a disposizione della Bce sono realisticamente limitati alla forward guidance e alle TLTRO (targeted longer-term refinancing operation), quindi ha senso risparmiare le munizioni in quelli che saranno mesi cruciali per l’economia mondiale”, conclude il gestore.