Bezalel (Jupiter AM): “Perché ho scelto l’Australia per il Dynamic Bond”

Ariel Bezalel, Ariel-Bezalel, gestore del fondo Dynamic Bond, Jupiter Asset Management
Ariel Bezalel, Ariel-Bezalel, gestore del fondo Dynamic Bond, Jupiter Asset Management

In un quadro globale con fondamentali economici sottotono, caratterizzato da dati sull'inflazione più debole e le curve dei rendimenti appiattite (o invertite) il fondo con doppio rating Consistente e Blockbuster Funds People si posiziona in modo difensivo per un ulteriore rallentamento della crescita, nella prospettiva che l'economia globale si troverà in difficoltà per un eccessivo indebitamento e un peggioramento del profilo demografico, soprattutto nei paesi sviluppati, con possibili rischi di shock di deflazione.

“Proseguiamo a implementare una strategia di tipo barbell, con una bassa spread duration che bilancia i titoli di Stato di alta qualità a lunga scadenza con investimenti ad alto rendimento con bassa duration”, spiega Ariel Bezalel, gestore del fondo Dynamic Bond di Jupiter Asset Management”. Il 22,39% del fondo risulta attualmente allocato sull’area Asia Pacific (escluso il Giappone), mentre quasi il 17% sull’Australia, con i titoli di Stato australiani che rappresentano la metà delle prime dieci posizioni del fondo.

La ricerca di safe heaven

“Alla luce dell'indebolimento del mercato immobiliare del Paese, temiamo che si stia verificando una lenta stretta creditizia che potrebbe peggiorare in modo significativo nei prossimi mesi”, afferma Bezalel relativamente all’Australia. “Il credito al comparto immobiliare si è drasticamente prosciugato e il Paese si trova ora ad affrontare la peggiore crisi del settore degli ultimi 35 anni”, aggiunge. “Prevediamo inoltre”, prosegue il gestore del Jupiter Dynamic Bond, “che l'economia continuerà a indebolirsi sul breve periodo, soprattutto perché i venti contrari provenienti dalla crisi del credito immobiliare coincidono con il rallentamento della crescita in Cina, principale partner commerciale dell'Australia”. Questi i motivi dell’ottimismo sui titoli di Stato australiani a più lunga scadenza che conservano intatto il loro rating AAA e rientrano, secondo il team di gestione, tra quegli asset "safe haven" molto ambiti, insieme agli US Treasury. Applicata alla posizione una protezione all’esposizione al dollaro australiano in forza di una view che prevede una prosecuzione di un suo indebolimento.

Attenzione alla liquidità

“Man mano che il nostro scenario macroeconomico di rallentamento della crescita si concretizzerà”, sottolinea Bezalel, “aumenterà il rischio di default e operare sul mercato del credito diventerà più difficile”. “Ciò considerato”, rivela, “preferiamo investire in quegli asset quali i Treasury USA e australiani, che non solo dovrebbero beneficiare di un rallentamento dell'economia, ma sono fra gli strumenti a reddito fisso più liquidi disponibili”. Questi rappresentano attualmente circa il 50% del portafoglio, mentre, sempre in quest’ottica, le posizioni nel credito e nei mercati emergenti presentano una duration piuttosto breve.

Gli investitori ignorano le curve dei rendimenti

I dati sull'inflazione più debole e le curve dei rendimenti appiattite (o invertite) sono ora un problema globale per le banche centrali, con Canada, Australia, Nuova Zelanda ed Europa che si uniscono agli Stati Uniti indicando o una pausa per gli aumenti dei tassi di interesse o tagli degli stessi. “Mentre continua il dibattito su quanto la curva dei rendimenti sia accurata nel predire (o nel causare) le recessioni”, conclude il gestore del Jupiter Dynamic Bond, “il suo tasso di successo passato indica che gli investitori la ignorano a loro rischio e pericolo”.