Biden, un anno dopo: tra inflazione, posti di lavoro e politica monetaria

Gayatri Malhotra, Unsplash_news
Gayatri Malhotra, Unsplash

"Abbiamo molto da riparare, molto da ripristinare, molto da curare, molto da costruire e molto da guadagnare". Parlava così Joe Biden, un anno fa, alla cerimonia di insediamento come 46esimo presidente degli Stati Uniti d’America. Buona parte del suo discorso è stato speso proprio per rassicurare la popolazione statunitense circa il buon esito della lotta contro il COVID-19. Le vaccinazioni stavano procedendo, il Congresso si apprestava ad aumentare ulteriormente gli stimoli fiscali attraverso l’approvazione dell’American Rescue Plan da 1,9 mila miliardi di dollari nel mese di marzo e i margini per il rimbalzo successivo alla contrazione dovuta alla pandemia erano molto ampi. 

Solo 365 giorni dopo, Biden fa registrare un record negativo in termini di consensi. Secondo un sondaggio il 56% degli americani disapprova il suo operato, in particolare per la gestione del contesto economico. Con questi venti contrari, le elezioni di metà mandato di novembre sembrano una sfida insormontabile. Nel frattempo l’inflazione fa segnare livelli record a dicembre con un 7% su base annua, ai massimi da giugno 1982 e un raffreddamento della crescita economica.

La fiammata dell'inflazione

L'esplosione dell’inflazione ha costretto il presidente a fare scelte difficili e impopolari. "I tassi dei Treasury e il prezzo del petrolio che salgono e l'inflazione che tocca nuovi record potrebbero creare tensioni sulle fasce più deboli della popolazione ma, come diceva Einaudi, "l'inflazione è la più iniqua delle imposte" proprio perché sacrifica le fasce più deboli della popolazione, che potrebbero rimpiangere le politiche espansive di Trump" commenta Antonio De Negri, founder e CEO, Cirdan Capital. Problemi anche sul fronte immobiliare "con i tassi dei mutui a 30 anni che toccano il 3,7%. I tassi di default aumentano e questo preoccupa lato banche, considerando che dovranno aumentare le previsioni” spiega l’esperto. Un altro dato che sottolinea De Negri è il desiderio rimasto irrealizzato di produrre qualche manovra espansiva per i più deboli. "L’American Families Plan, una legge da 2 mila miliardi dedicata a combattere la povertà infantile, a rendere più accessibile l’istruzione e la sanità e a introdurre il congedo familiare e di malattia non è passata. Con l’avvicinarsi della scadenza elettorale sarà interessante vedere se il Presidente sarà in grado di far approvare delle misure gradite alla propria base elettorale in modo da recuperare consenso".

L’inflazione in aumento ha innescato nei cittadini e investitori statunitensi reazioni diverse a seconda delle loro tasche. "Mentre gli aumenti delle vendite, dei margini di profitto e degli utili dovuti all'inflazione hanno entusiasmato gli investitori istituzionali e più ricchi, l'aumento dei prezzi ha eroso la fiducia dei consumatori della famiglia media americana, proprietaria di appena 40.000 dollari in azioni. La maggioranza degli elettori si trova più preoccupata per l'aumento dei costi di gas, cibo, alloggio e salute" analizza Eric Lynch co-manager del fondo iMGP US Value, iM Global Partner. Molti di questi cittadini attribuiscono proprio le pressioni inflazionistiche ai piani di Biden: "I due legiferati con successo, di 1,9 mila miliardi di dollari per la riduzione dei costi e di 1,1 mila miliardi di dollari per le infrastrutture e al suo piano Build Back Better da 2,2 mila miliardi di dollari, tutt'ora in corso e che ancora non ha riscosso successo” prosegue l’esperto.

Per quanto riguarda il Build Back Better, la sua approvazione, almeno per ora, è naufragata in Senato. Proprio per questo Biden pochi giorni fa aveva proposto di scorporare il piano così da facilitarne il passaggio e l’approvazione. "La proposta originaria avrebbe dato ulteriore stimolo all'economia, e sebbene sussista ancora la possibilità che alcuni elementi del piano possano essere approvati nelle prossime settimane, sembra probabile che qualsiasi aumento della spesa sarà interamente finanziato" commenta Tim Drayson, head of Economics, Legal&General Investment Management. Anche Drayson confida nelle mosse della Fed che inizierà a far sentire la sua voce con la prima conferenza stampa del 2022 già questa settimana. Tenere l’inflazione sotto controllo però "potrebbe richiedere tassi di interesse molto più elevati, che rischiano di portare gli Stati Uniti in recessione prima delle prossime elezioni presidenziali e questo potrebbe essere determinante per Biden nella scelta di richiedere un secondo mandato" aggiunge l'esperto.

Democratici divisi, riforme in bilico

Luci e ombre dunque se si guarda all'operato di Biden fino questo momento. "A causa delle lotte interne al partito democratico non è riuscito a realizzare le promesse fatte in campagna elettorale. Sul fronte internazionale non si è allontanato troppo dalle politiche di Trump. Abbiamo osservato solamente un riavvicinamento con l’Europa ma con Russia e Cina i rapporti rimangono ancora molto tesi" spiega Filippo Diodovich, senior Market Strategist, IG Italia. L’economia americana ha creato 6,4 milioni di posti di lavoro portando il tasso di disoccupazione a scendere al 3,9%. Le politiche della Fed combinate con quelle della presidenza Biden hanno spinto l'inflazione a rialzo, come detto prima. "A causa dell’inflazione elevata la Federal Reserve modificherà le proprie strategie monetarie da accomodanti a restrittive con numerosi rialzi del costo del denaro nel 2022 che provocherà un bel po’ di problemi a Biden soprattutto con l’avvicinarsi delle elezioni di midterm di novembre" afferma Diodovich.

I democratici, nonostante tutte le difficoltà del caso, dovranno rimanere uniti concludendo qualcosa almeno sul fronte delle infrastrutture in tempo utile per farle entrare in vigore prima delle elezioni di metà mandato. "La Camera dei Rappresentanti degli Stati Uniti ha finalmente approvato il disegno di legge bipartisan sulle infrastrutture, che si tradurrà in circa 550 miliardi di dollari di nuove spese per le infrastrutture, tra cui strade, ponti e aggiornamenti della rete elettrica. La leader della Camera Nancy Pelosi aveva sperato di far passare contemporaneamente sia l'accordo bipartisan che la proposta della Camera per la legge Build Back Better, che include una significativa spinta alla spesa sociale, ma, si è trovata di fronte all’opposizione da parte dei moderati che volevano visionare le stime sui costi del Congressional Budget Office (CBO)" commenta Stephanie Kelly, deputy head of abrdn research institute.

L'incognita lavoro

Anche il mondo del lavoro sta vivendo un momento particolarmente complicato. Se da una parte leggiamo del fenomeno delle "grandi dimissioni", dall’altro le imprese lamentano l’assenza di forza lavoro. "La  pandemia ha accelerato i flussi migratori interni, acutizzando il divario fra competenze disponibili e richieste che si stava già sviluppando nel mercato del lavoro a fronte dei cambiamenti della domanda dei consumatori. Nonostante gli aumenti delle retribuzioni nei settori interessati, le imprese continuano a riferire di non riuscire a trovare lavoratori per le posizioni offerte, come si nota nel grafico che segue, e in conseguenza di ciò alcune di esse in settori duramente colpiti come quello della ristorazione sono costrette a chiudere” spiega Geraldine Sundstrom, portfolio Manager Asset Allocation, PIMCO.

Fonte: National Federation of Independent Business (NFIB), Federal Reserve Bank di Atlanta, al 31 agosto 2021. La crescita salariale è misurata come media mobile su 12 mesi.

"Con la partecipazione al mercato del lavoro ampiamente rimbalzata nella fascia 16–24 anni ma che non dà segni di ripresa tra gli over 55, questi fattori strutturali potrebbero non svanire. Percependo uno spostamento generazionale nel potere contrattuale, i lavoratori a livello globale stanno chiedendo retribuzioni più elevate e migliori condizioni. Questo segnala rischio al rialzo rispetto alla nostra previsione di moderazione dell’inflazione a un dato momento nel 2022” commenta l’esperta.

Anche a detta di Luca Tobagi, CFA Invesco nonostante l’economia sia cresciuta molto e rapidamente dallo shock pandemico, grazie a massicci stimoli fiscali e monetari, "la qualità dell’occupazione creata non è sempre elevata e con la forte spinta dell'inflazione, con una politica monetaria che diventerà meno accomodante e con una limitata capacità di ottenere consenso anche all'interno degli stessi Democratici, come dimostrano i recenti problemi con l’approvazione del piano Build Back Better, la gestione dell'economia, in una società solcata da ampie diseguaglianze, potrebbe farsi più complessa". Un altro fronte dove le aspettative, almeno per il momento, sono state disattese è quello della politica estera "Per esempio in occasione della gestione del ritiro delle truppe dall'Afghanistan e di alcune recenti dichiarazioni sulla situazione tra Russia e Ucraina. Con le elezioni di medio termine Biden potrebbe ritrovarsi un Congresso repubblicano” spiega Tobagi anche se l’esperto invita alla prudenza e rimanda ulteriori valutazioni sulla presidenza Biden alla fine del mandato.