Bond bancari, segno più ai subordinati junior

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Spazio anche a obbligazioni subordinate non solo bancarie e denominate in valuta, alcune con vita residua molto contenuta quotate su piattaforme di negoziazione come Mot o Eurotlx e altre perpetual (Tier I) callable. Ecco cosa mette in portafoglio Valentina Vicinanza, gestore obbligazionario di Banca Akros.

Nel post AQR e stress test, la BCE ha cominciato a comprare covered bond delle banche, anche sul primario. Ci sono delle opportunità nel mondo obbligazionario corporate delle banche europee per gli investitori in questa fase? Se sì, quali?

Premesso che i covered bond hanno rendimenti contenutissimi e notevolmente inferiori a quelli dei titoli di stato di pari scadenza (è appena stata emessa, ed è andata ampiamente oversubscribed, una UBI Banca a 10 anni con cedola all’1,25%), ritengo che la categoria di bond bancari con un potenziale buon margine di guadagno siano i subordinati junior. Questa tipologia di emissioni ha generalmente tagli minimi negoziabili elevati (nominali 50.000/100.000) e un profilo di rischio da gestire con attenzione. Per il loro acquisto consiglio pertanto di utilizzare fondi specializzati che assicurano un’adeguata diversificazione dei rischi anche per importi contenuti.

Come si differenziano i covered bond da quelli ordinari?

Si tratta delle obbligazioni bancarie caratterizzate dal profilo di rischio più basso e funzionano in questo modo: una banca cede alcuni asset (titoli o crediti ipotecari o fondiari) a una società veicolo la quale, per l’acquisto degli stessi, chiede un finanziamento alla banca cedente che ottiene il capitale necessario attraverso l’emissione di obbligazioni. La separazione patrimoniale degli asset ceduti alla società veicolo permette di ottenere una garanzia non attaccabile da terzi creditori. Inoltre, a differenza delle normali cartolarizzazioni, la restituzione agli obbligazionisti del capitale e il pagamento degli interessi è garantita dal vincolo di una parte dell’attivo patrimoniale della banca emittente. La doppia garanzia offerta sia dalla banca sia dagli asset ceduti al veicolo fa sì che questi bond abbiano una maggiore liquidità e rating elevati.

Come vi state muovendo voi? A cosa puntate? E con quali scadenze?

Attualmente per i nostri clienti stiamo acquistando obbligazioni subordinate non solo bancarie ed anche denominate in valuta: alcune con vita residua molto contenuta, quotate su piattaforme di negoziazione come il Mot o l’Eurotlx, e altre perpetual (Tier I) callable a partire da date relativamente prossime. Per esempio, interessanti sono titoli come Unicredit Var 30/06/2015 (Isin IT0003866412) che, a un prezzo di 101.30, ha un rendimento dell’ 1,95%, Intesa Sanpaolo 4,80% 28/03/2015 (Isin IT0004331077) che a un prezzo 101,10 ha un rendimento dell’1,93%. Questi rendimenti sono calcolati al lordo delle imposte (26%) e delle commissioni di negoziazione. Con riferimento a queste ultime, bisogna accertarsi che non siano troppo elevate cioè che l’impatto sulla redditività delle operazioni non sia eccessivo tenendo conto della scadenza ravvicinata dei bond. 

Tra i perpetual cosa trova interessanti?

Quelli le cui cedole diventeranno o sono già variabili con indicizzazione ai tassi euribor o ai tassi swap a 10 anni maggiorati di uno spread. Ad esempio mi piacciono AXA  FRN 06/08/2049 in USD con cedole semestrali indicizzate al tasso swap americano a 10 anni + 5 bps (Isin: XS0185672291) che viene offerto a 90,50 e ha una call continua a 100 a partire dal 06/02/2015, GENERALI 6.214%-Var 16/06/2049 in GBP (Isin: XS0256975888) che ad un prezzo di 103.25 ha un rendimento del 4.03% alla prima call prevista il 16/06/2016 e poi successivamente le cedole saranno legate al libor a 3 mesi +208 bps.

Dopo gli esiti degli stress test quali prospettive hanno i bond della banche europee?

Positive: alla luce dell’attuale politica di tassi universalmente bassi non vedo sostanziali mutamenti dello scenario generale se non quelli legati ad eventuali fasi di consolidamento del settore. I sempre più stringenti requisiti di patrimonializzazione e i vincoli di mantenimento/rafforzamento del capitale di vigilanza saranno i principali motivi di tale tendenza.