Pietro Martorella, co-head of Client Group di AXA IM Core, presenta i temi chiave del contesto di mercato e dell’industria: ritorno della centralità delle obbligazioni ed ETF a gestione attiva per rafforzare l’offerta.
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Con la fine dell’epoca dei tassi a zero i mercati sono entrati in un nuovo regime che richiede di ripensare le strategie di investimento e le scelte di asset allocation. Secondo AXA IM in questo scenario di incertezza in cui i tassi e l’inflazione saranno più alti e volatili vi sono due punti fermi: il ritorno dei bond e il valore della gestione attiva. “Nel post Covid e con lo scoppio della guerra in Ucraina l’inflazione ha raggiunto picchi che non si osservavano da trent’anni. Nel tentativo di domarla, le banche centrali hanno alzato i tassi in modo aggressivo. E lo hanno fatto cercando di non deteriorare la crescita di Paesi già penalizzati da elevati livelli di debito”, spiega il co-head of Client Group di AXA IM Core Pietro Martorella.
Secondo l’esperto, il rally messo a segno negli ultimi 12 mesi dai mercati azionari contrasta con le previsioni pessimistiche di una recessione che a oggi non si è verificata. E la ripresa permette di guardare al futuro in modo più ottimistico rispetto a solo sei mesi o un anno fa. “Il processo di rialzo dei tassi ha con tutta probabilità raggiunto il suo apice, ma i mercati hanno sovrastimato il ritmo della loro discesa, che potrebbe essere più graduale e più lunga del previsto”, dice l’esperto. “Questa dialettica tra le aspettative dei mercati sui tassi e le decisioni delle banche centrali è destinata ancora a sorprenderci”, dice l’esperto. “Il punto di atterraggio dovrebbe essere un livello di inflazione leggermente più elevato del target delle banche centrali e tassi lievemente più alti di quanto sperano i mercati”, prosegue Martorella. “Detto questo, la situazione ‘anomala’ era quella del decennio precedente, in cui il livello di remunerazione per il rischio era limitato artificialmente al ribasso dalla politica monetaria ultra espansiva delle banche centrali”, precisa.
Diversificare nel rendimento dei bond
Con i tassi più alti, l’esperto evidenzia il cambiamento chiave del nuovo paradigma: il ritorno dei rendimenti nei bond. “Le obbligazioni oggi offrono rendimenti impensabili nello scorso decennio, che spaziano tra il 3% e il 7% a seconda del rischio. Per questo motivo il reddito fisso è tornato ad avere il suo ruolo tradizionale di stabilizzare i portafogli sotto il profilo della volatilità e del rendimento”, dice l’esperto. Oltre ai rendimenti nel nuovo contesto si avrà anche maggiore volatilità sull’obbligazionario. Per questo motivo, secondo l’esperto, l’approccio chiave è una maggiore diversificazione nell’asset class, una gestione molto attiva della duration e un focus sulla parte breve della curva. “La preferenza è per le strategie che consentano di estrarre valore del credito. L’obbligazionario ad alto rendimento inoltre può svolgere un ruolo sostitutivo dell’azionario, in un contesto in cui nell’ultimo anno le performance dell’equity sono state concentrate in un numero esiguo di titoli”, argomenta Martorella.
Nel DNA la gestione del rischio
Secondo l’esperto, i punti di forza di una società come AXA IM che ha nel suo DNA la gestione assicurativa sono: l’orientamento al lungo periodo e la gestione del rischio. “In più, per il fatto che AXA IM gestisce a oggi circa il 90% del bilancio assicurativo del Gruppo AXA che è investito per circa il 60% nel reddito fisso, è naturale che disponiamo di capacità approfondite in questo comparto, in particolare nell’analisi rigorosa del rischio di credito e nella gestione dinamica della duration”, dice Martorella. “Un’altra area di competenza che ci contraddistingue sono gli investimenti nell’economia reale, in classi di attivi meno liquide e orientare alla crescita nel lungo periodo: infrastrutture, real estate, private equity, credito alternativo e private lending”, aggiunge il manager.
La strategia di AXA IM per il Sud Europa
L’attenzione per la conservazione del capitale e la predilezione per gli investimenti in obbligazioni sono caratteristiche che accomunano gli investitori del Sud Europa di Paesi come Italia, Spagna e Portogallo, mercati sotto la responsabilità di Martorella che ricopre anche il ruolo di responsabile per il Sud Europa per AXA IM Core. “Storicamente il reddito fisso la fa da padrone nei portafogli di questi Paesi”, spiega Martorella. “Italia e Spagna sono mercati per certi versi molto simili. La penetrazione dei prodotti assicurativi è bassa, mentre i livelli di risparmio sono elevati e la propensione al rischio ridotta. Tuttavia, pur rimanendo nell’obbligazionario si può diversificare ottenendo rendimenti maggiori”, dice.
Secondo Martorella, un altro elemento in comune tra l’industria del risparmio gestito di Italia e Spagna è la centralità delle reti di distribuzione ai clienti finali. “È l’area del mercato che ci interessa di più e dove vediamo maggiori margini di crescita per gli alti tassi di liquidità nelle mani degli investitori privati”, dice il manager. “Mentre i Paesi nordici o anglosassoni sono più guidati dagli investitori istituzionali, i mercati del Sud Europa si reggono più sulle banche e i risparmi privati. In questi mercati, la nostra strategia è aumentare la nostra presenza tramite partnership di distribuzione con i grandi player delle banche e delle reti di consulenti finanziari e private banker”, afferma. “Vogliamo posizionarci maggiormente sul mercato retail, dove pensiamo che l’obbligazionario e la gestione attiva offriranno un forte valore aggiunto”, dichiara.
Focus sugli ETF a gestione attiva
A livello di offerta, una direttrice di crescita di AXA IM è nel business europeo degli ETF che secondo Martorella è destinato a crescere ulteriormente. Ma questo secondo l’esperto non avverrà necessariamente a discapito della gestione attiva. “La gestione attiva si può esprimere indipendentemente dal veicolo, sia attraverso un fondo tradizionale sia tramite un ETF”, osserva.
“Nell’ultimo anno e mezzo siamo entrati in modo forte nel mercato degli ETF. Lo stiamo facendo non tanto nell’ottica di offrire una gestione passiva, ma in quella di inserirci nello spazio della customizzazione dei benchmark e della gestione attiva tramite ETF”, afferma. “Abbiamo già lanciato otto ETF lo scorso anno e ne lanceremo un’altra decina nel secondo semestre del 2024. “La nostra attenzione è rivolta agli indici a impatto allineati agli obiettivi di Parigi, dove pensiamo di aggiungere valore grazie all’impegno per la sostenibilità che fa parte del nostro DNA. Inoltre, puntiamo a offrire tramite lo strumento ETF una gestione attiva nel reddito fisso, dove la replica pedissequa dell’indice in modo passivo non aggiunge molto valore”, conclude il manager.