Per il Covid boom dei debiti societari per 1.000 miliardi di dollari

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Ehud Neuhaus, Unsplash

In fasi di incertezza come quella attuale per le conseguenze del Covid-19 si rendono indispensabili degli studi per contestualizzare i trend economici in atto, provare a guardare oltre la crisi e guidare le scelte degli investitori. Janus Henderson Investors ha pubblicato la prima edizione del Corporate Debt Index, uno studio sulle tendenze di lungo termine di indebitamento delle società in tutto il mondo. Molti gli spunti offerti dallo studio, che fotografa un forte aumento dei debiti societari già a cifre record prima che la pandemia si ripercuotesse sui bilanci delle società: a livello globale i prestiti netti sono saliti al livello record di 8.300 miliardi di dollari statunitensi nel 2019, registrando un rialzo dell'8,1% su base annua. Le risorse delle aziende si sono esaurite per via di acquisizioni finanziate tramite l’assunzione di debito, ampi riacquisti di azioni e dividendi record, nonché del freno agli utili derivante dalle tensioni sul fronte commerciale e dalla decelerazione dell’economia mondiale. Nel complesso, lo scorso anno l'indebitamento netto è aumentato di 625 miliardi, il rialzo più consistente negli ultimi cinque anni. La crescita dell'indebitamento è stata favorita da tassi di interesse molto bassi che rendono conveniente contrarre debito nel quadro dei tentativi delle banche centrali di dare slancio all’economia.

Debiti crescono più degli utili

Il Corporate Debt Index include le 900 maggiori società non finanziarie del mondo che ad oggi detengono un debito di quasi due quinti (37%) in più rispetto al 2014. Fattore degno di nota, la crescita dell'indebitamento ha ampiamente superato la crescita degli utili. In totale gli utili al lordo delle imposte delle medesime società sono aumentati del 9,1% a 2.300 miliardi. Il rapporto di indebitamento (gearing ratio) – misura della relazione tra debiti e mezzi propri – ha toccato il livello record del 59% nel 2019 e al contempo anche la percentuale degli utili destinata al pagamento degli interessi è salita a un nuovo massimo.

Covid catalizzatore della crescita dei debiti

Il Covid-19 ha avuto l’effetto di accelerare dei trend preesistenti, tra questi in compagnia del boom del digitale, della de-globalizzazione e dell’attenzione per la sostenibilità negli investimenti si può annoverare anche il meno incoraggiante aumento dei debiti societari. Dall'analisi condotta da Janus Henderson sui mercati obbligazionari emerge che metà dell’indebitamento delle società incluse nell’indice proprietario è sotto forma di obbligazioni quotate. Hanno infatti emesso bond per ulteriori 384 miliardi tra gennaio e maggio 2020, un incremento del 6,6% rispetto a fine dicembre. Anche i finanziamenti bancari sono nettamente aumentati ma i dati precisi non sono ancora disponibili. Janus Henderson stima che quest’anno l'indebitamento netto complessivo potrebbe salire anche di 1.000 miliardi di dollari (+12%). Più della metà delle società nell'indice ha contratto nuovi prestiti nel 2019 ma l’incremento si deve in larga misura a un numero relativamente limitato di aziende. Lo scorso anno infatti appena 25 delle società hanno acceso finanziamenti per ulteriori 410 miliardi, pari a un terzo dell'aumento dei prestiti di tutte le società che hanno ampliato la leva. Volkswagen è l’azienda più indebitata al mondo: il suo esorbitante indebitamento netto, pari a 192 miliardi di dollari, non è di molto inferiore al debito sovrano di Sudafrica o Ungheria. Non tutte le società contraggono prestiti: un quarto delle aziende incluse nell'indice ha un indebitamento nullo. Tra le società più liquide al primo posto spicca Alphabet, proprietaria di Google, con 104 miliardi di dollari. 

Focus Italia

Quali le sorti per le aziende in Italia, Paese in cui le severe norme di lock-down hanno avuto pesanti ripercussioni sulla crescita economica già esigua? “Negli ultimi 5 anni l’indebitamento delle aziende italiane incluse nell'Indice è cresciuto molto lentamente, in parte perché non si è registrata una crescita degli utili rispetto al 2014. A livello settoriale, il comparto delle Utilities è quello che presenta un indebitamento maggiore (45%), in linea con quanto si osserva a livello globale. Il peso di questo settore sul mercato azionario italiano è tale da spiegare il livello d indebitamento raggiunto nel nostro Paese”, ha affermato Federico Pons, country head di Janus Henderson.