Malgrado gli ultimi due anni siano stati difficili, l’Arca Economia Reale Equity Italia, fondo con Rating FundsPeople, vanta un rendimento positivo a cinque anni, con circa cento titoli quotati in portafoglio.
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Otto anni di track record. Un patrimonio gestito di circa 325 milioni per poco più di 100 titoli investiti. Parliamo di Arca Economia Reale Equity Italia, fondo con Rating FundsPeople 2023, che, quasi due anni prima che nascessero i PIR, aveva già scommesso nell’economia del Paese. “Quando è stata lanciata la normativa abbiamo aggiunto la classe PIR, a testimonianza di quanto crediamo nelle potenzialità dell’economia reale dell’Italia e dell’esperienza che possiamo vantare in questo segmento di mercato”, dice subito Giorgio Bortolozzo, gestore del prodotto e responsabile dell'ufficio investimenti azionari di Arca Fondi SGR.
Anni difficili
Benché gli ultimi due anni siano stati difficili, anche a livello di performance, il fondo vanta un rendimento annualizzato a cinque anni del 9,13% e un profilo di rischio 4 su 7. “Il 2022 e il 2023 hanno segnato un cambio di paradigma: da un lato c’è stato un derating dei titoli a piccola e media capitalizzazione, a cui spesso si lega una maggiore percezione del rischio in un momento di rallentamento economico, dall'altro, invece, abbiamo osservato un incremento del margine di interesse e quindi della profittabilità delle banche, per cui l'attenzione degli investitori, con un'ottica di più breve periodo, si è spostata verso le large cap, in particolare verso il settore bancario, riducendo l'esposizione alle pmi”. Da inizio anno il comparto delle piccole e medie aziende italiane ha perso terreno (tra i 4 e 5 punti percentuali) ma per Bortolozzo il segmento continua ad avere una crescita interessante. “Negli ultimi dieci anni l’indice Star ha visto gli utili crescere di circa il 200% e, nonostante le recenti performance borsistiche, le società stanno dimostrando in media un’ottima resilienza sui fondamentali”.
Le pmi resilienti
Parlando di made in Italy, il fondo si concentra sui titoli industriali e tecnologici, ancora una volta a testimoniare quanto in Italia, per il gestore, le aziende siano capaci di innovare e fare bene. “Cerchiamo le eccellenze, società o nicchie di mercato che possano crescere in maniera strutturale, indipendentemente dal ciclo economico”, spiega l’esperto. "Alcuni settori che favoriamo, ad esempio, sono quello della cyber security oppure i settori legati alla creazione di infrastrutture, che possono essere sia digitali (come la fibra ottica che sta crescendo molto negli ultimi anni) che più tradizionali (come l’ammodernamento della rete ferroviaria o la trasmissione energetica)”.
Il prodotto, con un turnover piuttosto contenuto (in ottica di un investimento di medio lungo termine come richiedere anche la normativa PIR), segue un processo bottom up di tipo fondamentale ed è molto selettivo. “L’analisi parte dai bilanci delle aziende. Poi incontriamo il management per capire meglio tutti quegli aspetti qualitativi che ci permettono di avere un quadro a 360 gradi dell’attività dell’azienda. Le società che cerchiamo devono avere o una leadership di settore o un brand riconosciuto, un business model vincente”, continua il gestore.
Prospettive positive
Il quadro macroeconomico del Paese è molto importante per il benessere di queste aziende. Eppure il responsabile equity di Arca aggiunge una postilla: “Le pmi sono estremamente internazionali, sono aperte ai mercati di tutto il mondo quindi non sono solamente legate all'andamento economico del nostro Paese. Non dimentichiamoci che sono società riconosciute nella loro capacità e di innovare e di fare bene anche all'estero. E non parlo solo di cibo e moda. Anche la manifattura e la tecnologia che andiamo a distribuire a livello globale ha un peso importante”. Anche per questo, in vista del nuovo anno, Bortolozzo si dice positivo: “Le valutazioni sono oggi a livelli storicamente contenuti, vediamo delle buone prospettive”, conclude.
Intervista tratta dalla rivista FundsPeople di gennaio (numero 80)