Il co-AD spiega a FundsPeople la storia della boutique finanziaria e la sua filosofia di investimento, basata sulla gestione attiva, con un metodo coerente e l’attenzione a non correre mai rischi eccessivi.
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Una “officina di manifattura finanziaria” con un passato da SIM e un presente da società di gestione. Roberto Brasca, co-AD di Alisei SGR tratteggia il perimetro entro cui si muove la boutique finanziaria con uffici a Milano e Rimini. “Abbiamo in squadra più figure tecniche che commerciali”, afferma raggiunto da FundsPeople, indicando come il fondatore e co-AD Wolfram Mrowetz sia in capo alle gestioni patrimoniali, lui si occupi della gestione dei fondi comuni e dello sviluppo, mentre altre due figure “tecniche” Marco Sozzi e Stefano Somaschini, seguano rispettivamente il mercato obbligazionario e le gestioni multi strategy.
Radici lontane
La struttura attuale segue un percorso con radici lontane. Alisei SGR nasce come società di intermediazione mobiliare nel 1998, da un’idea di Mrowetz, appunto, e nel 2010 vede l’ingresso nel comitato investimenti di Brasca in qualità di consulente. Il manager reca in dote le precedenti esperienze in Anima SGR e in AcomeA SGR (fondata nello stesso anno insieme a una serie di soci storici della SGR di corso Garibaldi a Milano). Nove anni dopo, tuttavia, dopo una serie di esperienze imprenditoriali al di fuori del perimetro della finanza, Brasca e Mrowetz rilevano la quota di maggioranza di Alisei e decidono di definire un nuovo piano industriale. “Il richiamo del mestiere si è fatto sentire”, racconta Brasca, “complice Brexit, un fondo inglese che doveva comprare la maggioranza di Alisei dall’azionista svizzero si tira indietro, da lì la scelta di acquisire la maggioranza del capitale, affiancando Mrowetz, e assumere la carica esecutiva di co-AD”.
L’aspetto più caratterizzante del piano triennale, dice Brasca, “era la trasformazione in SGR”. Il motivo? “Per poter crescere dovevamo darci la possibilità di entrare anche in canali distributivi di terzi con l’obiettivo di raccogliere somme più cospicue”. Da qui una serie di cambiamenti che vedono, nel 2021, l’autorizzazione da parte di Bankitalia all'acquisizione dello status di SGR. “Oggi Alisei è ancora una piccola boutique finanziaria con circa 150 milioni di masse in gestione e 20 in delega”, spiega Brasca che indica come il grosso dell’attività della SGR sia ancora legato alle gestioni patrimoniali. Il 31 marzo 2022 (poco più di due anni fa) l’attività si espande con il lancio dei primi due fondi comuni di investimento Alisei Special Fund e Alisei Logical Fund, il primo orientato al comparto azionario e al lungo periodo, il secondo obbligazionario con un orizzonte di breve-medio periodo.
Sviluppi recenti
L’afflato, tuttavia è partire dalle competenze tailored della società e non limitarsi soltanto alla creazione di fondi propri. Nel 2023 con l’acquisizione del ramo italiano di Alpha Value Management, società di gestione maltese nata nel 2011, Alisei incorpora masse per 38 milioni. Con l’acquisizione, la SGR crea tre nuove linee di gestione “in cui la nostra metodologia tiene conto degli obiettivi fissati dal mandato originario del cliente”. La ratio alla base di questa operazione “è preservare il rapporto fiduciario con i clienti e non imporre i nostri prodotti”. A questa attività recente si affiancano poi gestioni in delega (per 20 milioni, come detto).
Una gestione attiva
Il cuore dell’attività della boutique risiede nella gestione attiva. Uno stile “non generalizzabile”, afferma il manager, che ricorda come un portafoglio debba avere “una sua coerenza interna, anche in termini di scelte di gestione fatte nel tempo” ed elenca tre elementi chiave della gestione attiva: un metodo disciplinato e coerente; la consapevolezza di “voler accettare il rischio solo dove è ragionevolmente remunerato”; e l’attenzione a non correre mai rischi eccessivi. Ciò che conta, dice Brasca, “è il metodo di approccio al mercato, che può essere o ben disciplinato o coerente: io e i miei soci abbiamo stili di gestione diversi, e la gestione attiva consente appunto un connubio tra specificità del singolo gestore e finalità del prodotto”.
La filosofia di Alisei è comprare laddove il premio paga sufficientemente per il rischio, “il che nella parte obbligazionaria lo scorso anno ci ha aiutati enormemente”, spiega l’esperto che indica un altro elemento centrale dello stile di gestione attivo impresso ai prodotti della società: “Per fare risultato la prima cosa è non scendere mai troppo: se io ho un patrimonio di 100 e scendo a 50, in seguito solo per recuperare il patrimonio iniziale dovrò fare più 100% e questo mi porterebbe ad assumere rischi estremi”. In sintesi, dunque, “è meglio non farsi prendere dall’avidità nelle fasi di debolezza, per evitare di dover poi rischiare troppo sperando in quelle di rialzo”. Questa, conclude Brasca “è una caratteristica tipica della gestione attiva”.