Nel 2024 l'azionista Crédit Mutuel Alliance Fédérale ha annunciato La Française come la sua linea di business di asset management. Con 152 miliardi di euro di AuM (a fine giugno 2024) e otto società di gestione del risparmio con competenze complementari riunite sotto un'unica holding.
Lo scorso è stato un anno foriero di novità per La Française. L'azionista Crédit Mutuel Alliance Fédérale ha annunciato La Française come la sua linea di business di asset management. Con 152 miliardi di euro di asset in gestione (dato a fine giugno 2024) e otto società di gestione del risparmio con competenze complementari riunite sotto un'unica holding, "La Française è diventata un attore di primo piano nel panorama europeo dell'asset management", a dirlo è il Country head Italia della società Luigi Brunetti.
Il professionista, raggiunto da FundsPeople, ha spiegato che, nonostante le condizioni di mercato, il modello di business si è dimostrato di successo. "Gli asset in gestione sono cresciuti fino a quasi 157 miliardi di euro al 31 dicembre 2024 e gli investitori hanno mostrato un forte interesse per i fondi del mercato monetario", sottolinea.
Le sfide per il 2025
La Française ha stabilito un piano di sviluppo strategico a medio termine, come spiega Brunetti, incentrato su cinque temi chiave:
- Continuare a promuovere una struttura dell’azienda che metta il cliente al centro, che si rivolga agli investitori in cerca di portafogli diversificati, adeguati ai loro obiettivi d'investimento e profili di rischio, garantendo al contempo resilienza nei diversi cicli di mercato.
- Usare l'innovazione tecnologica come strumento per migliorare l'analisi finanziaria, la gestione del rischio e la ricerca extra-finanziaria.
- Ampliare le competenze sui temi legati alla sostenibilità, con la creazione di un'offerta completa di sostenibilità che abbracci tutte le asset class.
- Predisporre una gamma di ETF costruiti su misura per soddisfare le esigenze degli investitori sempre in evoluzione.
- Sviluppare soluzioni di risparmio previdenziale in linea con l’evoluzione dei requisiti normativi e incorporare nuove asset class, come il capitale privato.
Focus Italia
A detta del professionista, negli ultimi anni, l’industria del risparmio gestito si è adattata a nuove regolamentazioni volte a garantire maggiore trasparenza e protezione a favore degli investitori. "Queste normative richiedono agli operatori di fornire informazioni più dettagliate sui prodotti offerti e sui rischi associati, promuovendo una maggiore consapevolezza tra i risparmiatori", commenta.
Nel contempo, si è assistito a una crescente attenzione verso gli investimenti sostenibili che "ha portato il settore a integrare spesso criteri ambientali, sociali e di governance nelle strategie di investimento. Questo approccio non solo risponde alle richieste degli investitori più attenti alle questioni etiche e ambientali, ma mira anche a identificare opportunità di investimento in settori in forte crescita che modelleranno il nostro futuro, quali l’innovazione tecnologica e l’intelligenza artificiale, il cambiamento climatico, l’urbanizzazione, ma anche il tema della longevità, della salute e del benessere", prosegue.
Inoltre, se si guarda ai mercati finanziari, "il loro andamento e le variazioni dei tassi di interesse influenzano direttamente le performance dei fondi ma anche le scelte di allocazione degli investitori. In periodi di tassi di interesse bassi, gli investitori possono essere spinti a cercare rendimenti più elevati attraverso strumenti alternativi, mentre in contesti di tassi in aumento la preferenza potrebbe spostarsi verso prodotti a reddito fisso", ammette.
Secondo Brunetti, viviamo in un contesto di mercato decisamente complesso e la selezione dei fondi di investimento deve tener conto delle principali tendenze di mercato e delle condizioni economiche globali senza dimenticare, però, i fondamentali della diversificazione e della corretta identificazione del profilo di rischio di ciascun investitore in rapporto all’orizzonte temporale di investimento.
"Sul fronte delle scelte di investimento, invece, alcuni fattori che guidano le nostre decisioni di investimento portano a concentrarci su modelli aziendali che siano comprensibili, sostenibili, redditizi e ben posizionati nei rispettivi settori di attività", conclude.