Candriam, un processo che combina l’approccio ESG con quello bottom-up dell’azionario emergente

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È ormai evidente agli occhi di molti investitori come negli ultimi anni gli approcci di investimenti ESG hanno preso piede nell’industria del risparmio gestito. Vi sono track record chiari che investimenti effettuati tenendo in considerazione gli aspetti sociali, ambientali e di governance delle aziende apportano dei benefici non solo in termini “responsabili” ma anche a livello di performance. Un asset manager che fa del processo SRI uno dei suoi cavalli di battaglia è Candriam Investors Group.

A parlarne a Funds People è Lamine Saidi, senior portfolio manager del team Emerging Markets Equities, nonché del fondo con rating Consistente Funds People Candriam SRI Equity Emerging Markets, il quale spiega come il processo SRI Equity Emerging Markets di Candriam si basi sulla forte convinzione che “le società che abbracciano le opportunità e le sfide legate alla sostenibilità, insieme a quelle finanziare, con più probabilità genereranno un valore di lungo termine per gli azionisti, eviteranno rischi e rafforzeranno il proprio brand tra i consumatori. Infatti, oggi, le persone prestano molta attenzione alla responsabilità sociale delle società e, sulla base di questo, operano scelte d’investimento”.

Saidi evidenzia come Candriam, con oltre vent’anni di esperienza sia nell’ESG, sia nell’azionario emergente, abbia sviluppato un processo d’investimento che combina la purezza dell’approccio ESG con quello fondamentale, bottom-up relativo alla gestione dell’azionario emergente. “Abbiamo un’ampia documentazione delle performance degli investimenti per illustrare i meriti del nostro approccio. Utilizziamo un processo a due fasi. In primis, il nostro team di analisti ESG dedicato effettua un esame degli aspetti sociali, ambientali e di governance di ciascuna società attraverso criteri basati su norme e attività controverse. In seguito, applichiamo all’universo ESG investibile la nostra filosofia fondamentale relativa all’azionario emergente”, spiega il fund manager. 

Dal team ritengono che un portafoglio con un turnover contenuto di società di qualità con valutazioni attraenti, e una crescita dei profitti solida e duratura, genererà un eccesso di rendimenti maggiore e più lineare, offrendo anche una protezione dai ribassi. “Crediamo che identificare trend favorevoli e sacche di crescita possa generare ritorni migliori rispetto a un’allocazione più tradizionale top-down a livello Paese o settoriale. Inoltre, selezioniamo società con emissioni di carbonio basse e prestiamo molta attenzione a titoli che hanno un’esposizione su trend di sostenibilità globali come il cambiamento climatico, l’esaurimento delle risorse, l’interconnessione, la salute e il benessere e le evoluzioni demografiche. Ogni singolo criterio viene monitorato attentamente su base regolare. Se qualche azienda non dovesse soddisfare pienamente uno di questi criteri, prenderemo in considerazione la possibilità di venderla”, afferma l’esperto.

A detta di Saidi, il controllo interno del rischio è basato su tre livelli

  • il primo livello di controllo è svolto dal front office, dal trading desk e dal middle office. “A livello di front office, i responsabili e i principali portfolio manager si incontrano ad orari prestabiliti nei comitati d’investimento per effettuare un primo livello di controllo. I comitati tra i portfolio manager e il CIO vengono organizzati per assicurare l’implementazione della strategia del fondo”;
  • il secondo livello di controllo prevede una combinazione di servizi di supporto indipendenti dal portfolio management. “Il controllo del rischio all’interno di Candriam è organizzato sotto la supervisione di un dipartimento di Gestione del Rischio indipendente, che assicura una supervisione autonoma, centralizzata e plurifunzionale dei rischi e relativi controlli su base regolare attraverso varie commissioni di rischio. La compliance monitora i rischi di non-conformità sostenuti dall’asset manager. Per tale scopo, il dipartimento di compliance definisce politiche e procedure, organizza una formazione dedicata dei dipendenti e controlla la corretta applicazione delle regole di compliance da parte di tutte le business unit”;
  • il terzo livello di controllo è svolto dal dipartimento di Internal Audit, che si occupa di assicurare la coerenza e l’efficacia del primo e del secondo livello di controllo (cioè il sistema complessivo per un controllo “ex post” delle operazioni, dei team e delle business unit della società). “Attraverso questa linea gerarchica, chi si occupa di internal audit riporta all’amministratore delegato e al comitato esecutivo. Questa linea è conforme agli standard e alle norme regolamentari dell’IIA (Institute of Internal Auditors) e assicura che gli internal auditor siano completamente indipendenti dalle attività oggetto di revisione e quindi non soggetti a conflitti di interesse”.

Opportunità

Come spiega Saidi, l’information technology è stato il settore migliore del 2017: “La richiesta di caratteristiche aggiornate in relazione agli smartphone è aumentata (schermo OLED, doppia fotocamera, carica wireless, involucro in metallo, maggiore capacità di memoria RAM), spingendo gli utili di società come Samsung Electronics SK Hynix. Inoltre, il 2017 ha assistito a una forte crescita dei titoli legati all’e-commerce, ai social media, all’intelligenza artificiale, alla realtà virtuale, alle vetture a guida autonoma e ai veicoli elettrici (TencentWeiboMomoAACSunny Optical…), specialmente in Cina”.

Il team

Il team Emerging Markets Equity è composto da tre portfolio manager di esperienza e due fundamental equity analyst, guidati da Jan Boudewijns, responsabile per il processo d’investimento, la strategia e la costruzione del portafoglio. Le decisioni vengono prese dal team e adottate in maniera collegiale; in caso non vi sia consensus, la decisione finale spetta al lead manager Boudewijns. La composizione del gruppo è variegata e complementare in termini di nazionalità, cultura ed esperienza. “Il team beneficia di forti sinergie con altri team d’investimento di Candriam, in particolare con quello Emerging Markets Debt. Il team di gestione opera in collaborazione con quello degli investimenti sostenibili e responsabili. Gli analisti SRI determinano l’universo investibile, integrando fattori e caratteristiche ESG attraverso l’uso di un’analisi proprietaria best-in-class”. 

Infine, la ricerca SRI è guidata dal capo globale degli investimenti responsabili e della ricerca di Candriam, Wim Van Hyfte, precedentemente portfolio manager della strategia SRI Equity World della società. Il team di sviluppo è guidato da Isabelle Cabie, incaricata dell'espansione strategica dell’engagement di lunga data, della formazione in materia di investimenti responsabili, della politica di proxy voting e di altre funzioni di sviluppo.