Capital Group: prospettive favorevoli per l’obbligazionario nel 2023

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Nine Koepfer (Unsplash)

Un momento unico per i bond che tornano a essere una componente imprescindibile dei portafogli. Questa la view di Capital Group che individua per il 2023 un contesto favorevole per l’obbligazionario. Sono due i fattori chiave che dopo un 2022 estremamente complesso rendono il reddito fisso nuovamente attraente: il ritorno dei rendimenti e la capacità di fornire diversificazione rispetto all’azionario. “Le obbligazioni sono tornate”, avverte Flavio Carpenzano, Investment Director per il reddito fisso. “L’inflazione elevata e i pesanti rialzi dei tassi da parte della Fed hanno creato un contesto difficile per i mercati obbligazionari nel 2022 che passerà alla storia come uno degli anni più difficili per i bond degli ultimi quarant’anni”, dichiara. Ma il quadro che si profila per i prossimi mesi è diverso, grazie a rendimenti a scadenza a livelli appetibili dopo anni di tassi bassi. “Investire nelle obbligazioni in un periodo di inflazione elevata e tassi in aumento può sembrare preoccupante”, afferma Carpenzano. “Tuttavia, gli odierni rendimenti iniziali offrono un punto di ingresso interessante”, dice. “I rendimenti complessivamente più elevati significano che gli investitori hanno la possibilità di ottenere un reddito maggiore dalle obbligazioni. Nel tempo ciò può fornire un cuscinetto più consistente per i rendimenti complessivi, anche nell’eventualità in cui i prezzi rimangano volatili”, continua l’esperto.

Bond, sollievo in caso di recessione

Le ingenti perdite dello scorso anno hanno messo in discussione il principio secondo cui le obbligazioni offrono una relativa sicurezza in caso di flessione delle azioni. Ma secondo Carpenzano è improbabile che i bond falliscano in questo compito anche quest’anno. “Raramente le azioni e le obbligazioni registrano un calo in parallelo nel corso di un anno, e il 2022 è stata l’unica eccezione in un periodo di 45 anni a partire dal 1977”, spiega l’esperto. “Nel 2023 le cose dovrebbero cambiare. Il calo dell’inflazione e le preoccupazioni per la crescita potrebbero consentire alla Fed di rallentare. Riteniamo che siamo vicini a quel momento”, dice. “Non appena la Fed allenterà la propria politica monetaria, le obbligazioni di elevata qualità dovrebbero tornare a offrire una relativa stabilità e un reddito maggiore. I titoli obbligazionari potrebbero offrire un po’ di sollievo dalla volatilità dei mercati azionari, mentre i timori di recessione tornano in primo piano”, afferma.

“Intravediamo maggiori opportunità in questo momento in cui le obbligazioni hanno registrato un repricing. Le valutazioni sono interessanti, motivo per cui sto inserendo in maniera selettiva titoli garantiti da mutui e obbligazioni corporate. Anche se i prezzi dovessero scendere ulteriormente, le obbligazioni offrono ora un flusso di reddito molto più solido, che dovrebbe contribuire a compensare eventuali cali dei prezzi”, analizza Carpenzano.

Credito IG, valutazioni interessanti

Secondo la view di Capital Group il credito investment grade è sostenuto dai fondamentali e dalla forte domanda. “Dopo un significativo sell-off all’inizio del 2022, i rendimenti iniziali del credito investment grade statunitense potrebbero rappresentare un punto di ingresso interessante”, spiega Carpenzano. “In un contesto di rallentamento della crescita e di recessione, questi asset potrebbero registrare un ulteriore calo, fornendo l’opportunità di acquistare crediti IG a valutazioni più interessanti”, dice. “Il credito IG scambia in linea con le azioni e potrebbe continuare a risentire di un eventuale ulteriore indebolimento del contesto degli asset rischiosi”, continua.

High yield nuovamente ad alto rendimento

Dopo un periodo difficile, per l’high yield si intravede la luce in fondo al tunnel. “Il mercato high yield statunitense sembra più solido e stabile di quanto non lo sia stato negli ultimi anni”, osserva Carprenzano. “All’inizio del 2022, gli spread del credito high yield statunitense erano vicini ai minimi storici, a circa 300 punti base. I rendimenti erano appena del 4,3%. All’inizio di novembre, gli spread sono saliti a circa 500 punti base e i rendimenti sono più che raddoppiati, superando il 9%”, evidenzia. In breve, l’high yield è tornato a offrire rendimenti elevati.

Rendimenti reali positivi per i mercati emergenti

Il contesto globale è stato il principale responsabile della performance del debito dei mercati emergenti nel 2022, e la situazione sembra destinata a protrarsi anche nel 2023, con le condizioni finanziarie degli Stati Uniti, il dollaro, la crescita globale e le preoccupazioni geopolitiche in primo piano. “Sebbene questi fattori continueranno probabilmente a pesare sull’asset class, i rendimenti offerti sono maggiori sia in termini nominali che reali e gli elevati rendimenti iniziali possono compensare la successiva volatilità dei prezzi”, dice l’esperto. “Al momento intravediamo il maggior valore nei Paesi dell’America Latina che hanno aumentato i tassi di interesse in anticipo, come Brasile, Messico e Colombia”, conclude.