"Capitalismo responsabile: un'opportunità per l'Europa"

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Edi Libedinsky, Unsplash

La pandemia del Covid-19 ha gettato l’Europa e i Paesi mondiali in una crisi senza precedenti che avrà delle conseguenze a livello economico, sociale e politico ancora tutte da definire. Ma i momenti di forte cambiamento portano con sè delle nuove opportunità e sono l’occasione di ripensare il futuro in una chiave diversa. È in quest’ottica che Jean-Dominique Senard, Presidente del Gruppo Renault e Vicepresidente dell'Institut Montaigne, e Yves Perrier, CEO di Amundi e Presidente del Comité Médicis, chiedono all'Europa di diventare il continente del capitalismo responsabile. Questo nuovo orientamento garantirebbe la prosperità del continente e l'indipendenza delle nazioni e delle imprese europee. Un monito che giunge in concomitanza con la pubblicazione da parte dell’Institut Montaigne e del Comité Médicis del rapporto, "Capitalismo responsabile: un'opportunità per l'Europa", che si inserisce in un contesto in cui anche le Istituzioni europee per voce del Presidente della Commissione Ursula von der Leyen hanno indicato nella svolta green il cammino da intraprendere per la ripresa.  

Il rapporto definisce delle priorità: favorire gli investimenti a lungo termine per le imprese responsabili, dare impulso al finanziamento a lungo termine per le imprese responsabili, riconquistare il controllo sulle informazioni contabili, finanziarie ed extra-finanziarie e creare un quadro normativo comune.

“La globalizzazione non si fermerà, ma dovrà essere governata in modo tale da salvaguardare l'indipendenza e la coesione delle nazioni europee. Questa sarà una delle responsabilità delle aziende. Pertanto, il tema del capitalismo responsabile deve essere al centro della ricostruzione dell'Unione Europea. Il futuro dovrà includere un New Deal tra ogni nazione europea e le sue aziende, con il concetto di responsabilità al centro," spiegano Jean-Dominique Senard e Yves Perrier.

Un nuovo modello per la ripresa

La nozione di "capitalismo responsabile", si legge nel documento che può essere consultato qui, comprende molto di più di un semplice approccio responsabile al modo di fare impresa e agli investimenti. Ma è concepito come la proposta di un nuovo modello in grado di rispondere alle sfide del nostro tempo, articolato intorno a tre punti chiave:

  • un nuovo scopo: la funzione sociale dell’azienda e il valore che porta a tutti i suoi stakeholder (dipendenti, clienti, comunità, azionisti) sono al centro di questo capitalismo responsabile;
  • la sfida di coniugare efficienza economica e sostenibilità, rispondendo alle due grandi sfide del riscaldamento globale e della coesione sociale;
  • l'allineamento degli interessi degli azionisti con lo "scopo" dell’azienda e l'utilizzo sistematico dei criteri ESG che riflettano i valori europei.

In questo nuovo modello le Istituzioni, i meccanismi e gli strumenti finanziari diventano attori fondamentali, motivo per cui il rapporto presta particolare attenzione alle esigenze delle imprese europee. "Per garantire la transizione al capitalismo responsabile a livello europeo, è necessario cambiare il contesto di riferimento che governa le aziende, con particolare riferimento alla valutazione delle loro performance, sia finanziarie che extra-finanziarie. Questo schema consentirà alle imprese che sono già sulla strada giusta di proseguire senza difficoltà e incoraggerà altre a seguirle" spiega Francesco Bellino, managing director & partner di Boston Consulting Group e membro della task force che si è occupata di redigere il rapporto.

Oltre ad indicare la rotta da seguire sul lungo periodo, tre sono le priorità per la creazione di un movimento europeo indicate nel documento:

  1. Incoraggiare gli investimenti a lungo termine in Europa in un momento in cui il capitalismo di breve periodo è ancora dominante.
  2. Riprendere il controllo sulle informazioni contabili finanziarie ed extra-finanziarie per allinearle ai valori europei.
  3. Creare un quadro normativo comune per sostenere le imprese europee responsabili.