Caro bollette, le opzioni di intervento per Bruxelles

Energia elettrica, energia news
Fré Sonneveld, immagine concessa (Unsplash)

La scorsa settimana la prima importante decisione della nuova premier britannica Liz Truss è stata di fissare un tetto al prezzo delle bollette energetiche delle famiglie britanniche a 2.500 sterline l'anno, per due anni, a partire dal prossimo dal 1° ottobre. L’annuncio è giunto dopo il monito lanciato dall’Office of Gas and Electricity Markets (OFGEM), l’ente regolatore del mercato energetico del Regno Unito, che aveva messo in guardia circa un balzo dal prossimo mese della spesa media per l’energia delle famiglie a 3.549 sterline annue, a partire da 1.971 sterline. Ma il Regno Unito non è affatto un'eccezione: il timore di una fiammata dei prezzi dell’energia in vista dell’inverno si sta facendo sentire in tutta Europa, e le bollette energetiche dei consumatori potrebbero salire vertiginosamente se i governi non interverranno. "Ciò che conta non sono tanto i numeri specifici, quanto l’enorme magnitudo di questi aumenti", afferma Alexander Laing, analista e gestore di fondi presso Fidelity International. L'onere per i consumatori e l'effetto sull'inflazione (ad esempio attraverso gli aumenti salariali o i maggiori costi trasferiti dalle aziende) sono così grandi che è lecito aspettarsi una qualche forma di intervento statale. Questo è ciò che Bruxelles sta già considerando. Secondo l'esperto, le autorità hanno tre opzioni.

Sovvenzionare i fornitori di elettricità

Un'opzione è quella di mantenere o abbassare i prezzi massimi dell'energia e sovvenzionare direttamente le aziende fornitrici di energia elettrica.

Deficit tariffari a carico

Un'altra opzione, proposta da alcuni fornitori di energia, è che le società elettriche si assumano i deficit tariffari, in modo da registrare nei loro conti il prezzo teorico che farebbero pagare ai clienti sulla base dei prezzi del mercato all'ingrosso, ma applicando poi una tariffa più bassa. "L'idea è quella di distribuire i maggiori costi a carico dei clienti su diversi anni e, nel frattempo, lasciare che le società di energia elettrica portino il deficit nei loro bilanci. Tuttavia, questa idea vincolerebbe un'enorme quantità di capitale in circolo e richiederebbe quindi una forma di assicurazione pubblica per essere attuabile", afferma l’esperto.

Intervento sul meccanismo dei prezzi

Una possibile terza opzione consiste nell'intervenire direttamente nel meccanismo di determinazione dei prezzi dell'elettricità. "In genere, il prezzo spot riflette il prezzo necessario per incentivare quel piccolo surplus di offerta che è necessario per soddisfare la domanda. Nella maggior parte dei Paesi europei, questa fornitura è generalmente coperta dal gas", spiega.

Effetto domino

Secondo l'esperto, i meccanismi di cui sopra sono percorsi leggermente diversi per raggiungere la stessa meta: difendere i consumatori dall'impatto totale degli aumenti dei costi energetici all'ingrosso, impedendo alle società elettriche di trasferirli direttamente su di loro."Di conseguenza, i fornitori di energia elettrica subiscono perdite che vengono poi si trasferiscono sulla società attraverso un meccanismo o l'altro”, avverte. “Si teme inoltre che l'aumento dei deficit di bilancio possa riportare i riflettori sui conti pubblici di alcuni membri dell'euro, con possibili ripercussioni sulla politica della Bce", conclude.