Marco Galliani, responsabile Gestioni Patrimoniali di Cassa Centrale Banca preferisce selezionare fondi con una direzionalità per avere sempre sotto controllo il rischio di portafoglio.
In Italia l’offerta di strategie è cresciuta esponenzialmente così come le case prodotto. Oltre alle strategie direzionali si sono aggiunte strategie alternative e tematiche. Sono cresciute le soluzioni d’investimento passive sia ETF che fondi passivi.
Anche Cassa Centrale, negli ultimi anni, ha aumentato il numero di fondi in analisi. “Manteniamo una forte predilezione per i fondi attivi a benchmark ed evitiamo le strategie alternative”, spiega Marco Galliani, responsabile Gestioni Patrimoniali di Cassa Centrale Banca. “Per noi la trasparenza della gestione è tutto. Avere in portafoglio delle strategie lineari e direzionali ci permette sempre di sapere dove ci troviamo e dove stiamo andando”. Cassa Centrale inoltre fa uso di un limitato numero di strategie flessibili: “Abbiamo pochi fondi flessibili in cui siamo investiti, e cerchiamo di avere aggiornamenti costanti sull’asset allocation di portafoglio. Questo ci permette non solo di mantenere una coerenza nella gestione ma soprattutto di avere sempre sott’occhio l’esposizione netta ai rischi ”.
Quindi..quali fondi equity e quali fondi fixed income?
Lo scorso anno il mercato ha registrato rendimenti negativi su tutte le asset class ed è stato molto difficile trovare decorrelazione. Le strategie attive hanno deluso molto gli investitori e questo ha permesso in parte la crescita dei prodotti passivi. Secondo Galliani non si può giudicare un gestore attivo in una finestra d’osservazione circoscritta all’anno solare: “Noi preferiamo i gestori attivi a prescindere dagli andamenti di breve periodo, perché ci hanno dimostrato di sapere generare alpha positivo in un arco temporale congruo di valutazione”, spiega Galliani. “Manteniamo solo una parte residuale di portafoglio su ETF, prediligendo quelli investiti sui mercati più efficienti”.
Quindi, nel concreto, Cassa Centrale al momento preferisce fondi attivi aggregate rispetto ai governativi per quanto riguarda la componente obbligazionaria, mentre per la componente azionaria sta guardando alle soluzioni d’investimento che utilizzano un approccio basato sui principi della sostenibilità dell’investimento. “La nostra view sull’equity è positiva. Riteniamo che le valutazioni siano in linea con i fondamentali delle società quotate. Di conseguenza le scelte allocative al momento sono neutrali in termini strategici rispetto al benchmark”, spiega il gestore.
“Per quanto riguarda l’obbligazionario invece, sempre guardando ai fondamentali, pensiamo che il mercato stia pagando un premio al rischio insufficiente sui titoli corporate con merito di credito più basso. Pensiamo che le valutazioni siano invece più corrette per quanto riguarda i titoli investment grade.