“Io parto di nuovo dei flussi sugli ETF con l'obbligazionario grande protagonista durante tutto il 2022, per ragioni diverse” osserva Andrea Semino, head of Index & ETF Sales Italy, Credit Suisse AM. “La lettura che diamo è che nella prima parte dell'anno ci fosse una narrativa dell’inflazione maggiormente legata alle materie prime, poi c'è stato il picco delle commodity tra giugno e luglio e si sono cominciati a fare i conti con la realtà, con un'inflazione core che di fatto sta esplodendo, soprattutto negli Stati Uniti ma anche in altre parti del globo. In buona sostanza” prosegue Semino, “gli investitori stanno comprando obbligazionario investment grade un po’ su tutte le scadenze. Vediamo invece flussi negativi sulle asset class più esotiche del fixed income che hanno avuto un ruolo fondamentale nella costruzione del rendimento per quasi un decennio, come l’high yield, e sui governativi dei paesi emergenti. Vediamo che i nostri investitori, in particolare gli istituzionali, sono compratori di duration e, andando ad anticipare una possibile recessione, o un rallentamento dell'economia, comprano governativi a lunga scadenza”. In questo contesto “fa anche molto gioco il costo di hedging dei bond americani, particolarmente basso fra dollaro ed euro ma anche fra dollaro e franco svizzero”. A livello di asset class, uno dei temi più caldi negli ultimi sei mesi sono i green bond, “che rispondono ad alcune esigenze degli investitori come una duration abbastanza lunga, che può proteggere dal rischio recessione. Il nostro Chief Investment Officer si sta posizionando su questa asset class, soprattutto hedged in euro (che offre un rendimento a scadenza di circa il 3,5%), in sostituzione alla parte di governativi europei. Essendo un’asset class di finanziamento infrastrutturale tipicamente garantita da governi e entità sovranazionali , i green bond si possono considerare una buona proxy dei governativi tradizionali” conclude Semino.
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