Alla luce dei significativi sviluppi normativi avvenuti nell’UE in ambito ESG, a fine 2023 l’associazione ha condotto un nuovo sondaggio tra i suoi membri per comprendere sfide e benefici percepiti.
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Nel 2021, il CFA Institute ha condotto un sondaggio globale tra i suoi membri in merito alle tematiche ESG più recenti, e alla luce della normativa sul settore. Considerando i significativi sviluppi avvenuti nell'Unione Europea, a dicembre 2023, l'associazione ha condotto un nuovo sondaggio sulla direzione attuale e futura della politica normativa dell'Unione Europea sugli investimenti ESG. La maggior parte di quanti hanno risposto al sondaggio lavora attualmente nel settore della gestione patrimoniale (58%). "L'obiettivo è quello di ottenere dai membri del CFA Institute nell'UE una visione più approfondita dei benefici e delle sfide percepite dalla legislazione dell'UE in materia di finanza sostenibile, proporre soluzioni per affrontare i rischi e le problematiche ESG e offrire raccomandazioni normative per migliorare le misure ESG senza indebolire la protezione degli investitori".
La prima domanda di questo sondaggio riguarda le ragioni alla base della decisione degli asset manager di considerare i criteri ESG nelle loro strategie e prodotti di investimento. Come si può vedere nella figura sottostante, con il 60% delle risposte, le ragioni principali sono due. La compliance con le regole di disclosure dell'UE e la maggiore richiesta da parte degli investitori di prodotti d'investimento incentrati sull'ESG sono le ragioni più convincenti che spingono i gestori a prendere in considerazione i fattori ESG.
Fonte: CFA Institute Survey Report on the ESG Regulatory Framework in the EU
Il 65% ritiene che i dati ESG non siano sufficientemente accurati
Un'altra domanda del sondaggio offre agli intervistati l'opportunità di fornire maggiori dettagli sulla difficoltà di attuazione del regolamento SFDR. Circa il 65% ha sottolineato che i dati ESG non sono ancora sufficientemente accurati, poiché i diversi data provider ESG li misurano in modo diverso. "I dati non sono chiaramente definiti e sono soggetti a varie interpretazioni, il che porta a una mancanza di coerenza e comparabilità delle informazioni", hanno affermato.
Un altro 45% ha risposto che la raccolta dei dati ESG comporta costi elevati. Pertanto, la formazione del personale per sviluppare questo tipo specifico di competenze, così come la formazione relativa all'integrazione ESG, "rappresentano un onere significativo per le piccole imprese e i gestori patrimoniali di dimensioni minori, che corrono il rischio di essere esclusi dal mercato".
Fonte: CFA Institute Survey Report on the ESG Regulatory Framework in the EU
Fondi articolo 8 e 9 SFDR
Infine, per quanto riguarda la possibile revisione legislativa degli articoli 8 e 9 SFDR, le risposte al sondaggio mostrano che i membri del CFA Institute sono favorevoli a importanti cambiamenti in questo settore. Il 25% degli intervistati chiede una revisione dell'approccio normativo alla classificazione degli articoli 8 e 9 che favorisca lo sviluppo di un sistema di categorizzazione più raffinato e preciso a livello europeo. L'obiettivo è quindi migliorare la diffusione delle informazioni e mitigare le pratiche di greenwashing.
Il 24% degli intervistati ha invece espresso interesse per modifiche più specifiche agli articoli 8 e 9 per chiarire il sistema di categorizzazione dei fondi sia per gli investitori sia per i partecipanti al mercato.
Fonte: CFA Institute Survey Report on the ESG Regulatory Framework in the EU