CheBanca!, sul risparmio gestito l’obiettivo è di una raccolta netta tra i 2,5 e i 3 mld

Ferrari
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CheBanca! ha debuttato un anno fa nel mondo del risparmio e degli investimenti con il Risparmio Gestito. Lanciato il 19 dicembre 2013 e annunciato a giugno 2013 come uno dei pilastri del piano industriale del polo retail del Gruppo Mediobanca, Risparmio Gestito CheBanca! ha introdotto un elemento di discontinuità nel mercato del risparmio da sempre dominato da società con ampia rete territoriale o dalle banche che vendono propri prodotti. CheBanca! ha proposto un modello misto basato su una piattaforma aperta che dà accesso a oltre 2000 fondi, una modalità di navigazione guidata ed è collegato tecnicamente su Allfunds. Roberto Ferrari, dg di CheBanca! da aprile 2013, spiega la strategia del gruppo.

Al momento del lancio del Risparmio Gestito l’obiettivo di raccolta era di 600 milioni per i primi 12 mesi. Oggi, a un anno dal lancio, avete superato ampiamente questo target con oltre 1 miliardo di raccolta. Come è stata la vostra evoluzione?

Siamo nati nel 2008 in un momento di forte crisi di liquidità e di credito. Oggi la situazione è un pò cambiata ma il contesto resta difficile. Lo scenario di riferimento si è evoluto nella parte digitale e tecnologica. In Italia l’accelerazione forte sul mobile sta arrivando adesso. Basti pensare che nel 2008 il numero degli sportelli tradizionali in Italia era ancora altissimo: 34.139 (fonte Kpmg) contro i 31.220 del 2014 (fonte: http://www.tuttitalia.it/banche/). Oggi quasi il 40% dei nostri accessi viene dal mobile e abbiamo lanciato l’app del banking a metà 2013.

Qual è l’obiettivo da qui alla fine del piano, previsto a metà 2016?

Abbiamo superato il miliardo e pensiamo di raggiungere tra 2,5 e 3 mld di raccolta netta.

A quanto ammonta la raccolta complessiva della banca?

A metà 2013 eravamo a 12,5 miliardi e la maggior parte veniva dal conto deposito. Oggi coi tassi piatti e il contesto attuale quella non può più essere una voce remunerativa (da 2,75% si è passati infatti a 1,20%, ndr). Oggi siamo a 13 mld. Siamo riusciti insomma a mantenerla e contemporaneamente a trasformare 1 mld nella piattaforma di risparmio gestito. 

Quali sono i modelli della vostra piattaforma digitale?

O self o help. Dai simulatori di PAC alla mappa del risparmio, si possono avere tutte le informazioni necessarie per essere guidati nella scelta. Inoltre offriamo 48 filiali fisiche a livello nazionale.

Il servizio costa? 

Per ora non abbiamo un modello a pagamento ma ci stiamo riflettendo. Dipende da come si muove il mercato. Al momento il cliente paga solo le commissioni previste per il fondo. 

State stringendo nuovi accordi di distribuzione con le case prodotto?

Si. Abbiamo appena stretto un accordo con Anima SGR (che non era su Allfunds, ndr) e siamo alle fasi conclusive con Arca SGR

Quanti correntisti avete?

230mila. Sulla raccolta dei conti correnti abbiamo una velocità doppia rispetto agli obiettivi che ci siamo posti da piano triennale.

Quali sono i rapporti con Mediobanca, la capogruppo?

Siamo molto allineati, condividiamo la strategia.

La piattaforma di risparmio gestito può essere usata anche senza avere un conto corrente?

Sì ma si deve avere un conto titoli. È fatto con un Iban e il denaro che il cliente muove resta in un conto liquidità. Da 15 mesi, inoltre, abbiamo implementato un sistema di firma elettronica in remoto. Più del 50% dei contratti di cross selling sono fatti così.

Cosa prevede la strategia di lungo periodo?

Vogliamo svilupparci sui servizi di advisory per il cliente private. Inoltre, nel corso del 2015, svilupperemo una piattaforma di offerta per i prodotti previdenziali. 

E sul fronte mutui siete competitivi?

Ci stiamo concentrando sul risparmio gestito ma stiamo crescendo anche su questo fronte: +20% in un anno. Abbiamo buoni prodotti e siamo rimasti gli unici in Italia a offrire il mutuo offset che consente di ridurre l’importo della rata proprio grazie alle somme depositate sul conto corrente. Questo prodotto permette di calcolare gli interessi del mutuo sulla differenza tra la quota di capitale del mutuo che rimane da pagare e la giacenza media presente sul conto. In questo modo, più la somma depositata sul conto corrente è elevata, meno interessi graveranno sulla rata mensile del mutuo. Arriveremo a digitalizzarli.