Chi ferma la corsa dei PIR?

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Austris Augusts, Unsplash, Creative Commons

Protagonisti indiscussi del panorama del risparmio gestito italiano, i PIR rimangono tra le scelte preferite degli investitori del nostro Paese, complici i vantaggi fiscali assicurati (se l’investimento è mantenuto per almeno 5 anni) e l’idea di rafforzare il tessuto delle piccole e medie imprese domestiche, spina dorsale della nostra economia. Non sorprende, dunque, che anche a maggio abbiano catalizzato buona parte dei flussi, accanto ai fondi a cedola (che dominano però anche la parte bassa della classifica). Come afferma Sara Silano, caporedattrice di Morningstar Italia, infatti, “sei dei primi 15 prodotti per raccolta nel mese scorso sono conformi alla normativa sui PIR mentre altri otto prevedono un termine per completare il ciclo di investimento”.

Complessivamente, a maggio la raccolta dei fondi a lungo termine domiciliati in Italia è stata di 1,2 miliardi netti, trainata soprattutto dai prodotti bilanciati (+678 mln) e azionari (+272 mln). Riscatti netti pari a 124 milioni, invece, per gli obbligazionari che perdono da inizio anno 1,5 miliardi. Guardando alle categorie Morningstar, i flussi si sono indirizzati soprattutto verso i bilanciati prudenti in euro, gran parte dei quali PIR (con una componente azionaria e una obbligazionaria, come previsto dalla legge).

A salire sul podio per raccolta nel mese di maggio sono prodotti già noti (si veda la raccolta di marzo): la medaglia d’oro va ancora una volta al Mediolanum Flessibile Sviluppo Italia, prodotto con rating Blockbuster Funds People, che raccoglie 258 milioni e il cui patrimonio ha superato gli 1,5 miliardi di euro. Secondo posto per Pioneer Risparmio Italia, che con una raccolta di 203 milioni raggiunge quota 408 milioni di asset gestiti. Porta a casa la medaglia di bronzo l’Anima Crescita Italia, il primo PIR ad aver debuttato sul mercato italiano lo scorso 9 gennaio, con una raccolta di 182 milioni e un patrimonio che si attesta a fine maggio a 237 milioni di euro.

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