Chi investe in fondi pensione aperti?

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foto: autor mariateresa Toledo, Flickr, creative commons

Nel 2013 l’investitore italiano ha versato di media 2.260 euro in un prodotto aperto di previdenza complemantare, ha 44,3 anni e risiede al Nord. È questo il profilo che viene fuori dall’ultima relazione annuale della Covip, la commissione di vigilanza sui fondi pensione.

Alla fine dell'anno scorso, gli iscritti ai fondi pensione aperti sono stati circa 985.000, il 7,7% in più rispetto all’anno precedente. Le nuove adesioni raccolte nell’anno sono state 98.000, contro le 57.000 registrate nel 2012. Per quanto riguarda la ripartizione geografica degli sottoscrittori, il 58% del totale risiede nelle regioni settentrionali, il 22 e il 19% è situato rispettivamente nelle regioni centrali e in quelle meridionali e insulari, mentre la regione con il maggior numero di aderenti è la Lombardia con il 20%. L’età media degli aderenti, pari a 44,3, anni è rimasta stabile rispetto all’anno precedente. Rispetto al totale degli iscritti la componente maschile è pari al 64% del totale.

L’attivo netto destinato alle prestazioni ammonta a quasi 12 miliardi di euro, in aumento del 19% rispetto alla fine del 2012. Rimane invariato rispetto allo scorso anno il numero dei fondi pensione aperti operativi nel settore, pari a 59 unità. Nel corso del 2013 i fondi pensione aperti hanno raccolto contributi per 1,2 miliardi di euro (circa 90 milioni in più rispetto al 2012). I versamenti dei lavoratori dipendenti ammontano a circa 834 milioni di euro mentre quelli dei lavoratori autonomi sono pari a 464 milioni

Struttura del mercato

Con riferimento alla struttura del mercato si registra un incremento della quota di iscritti a fondi aperti gestiti da SIM a fronte di una riduzione della quota relativa alle compagnie di assicurazione e dell’azzeramento di quella riferita alle banche. Rimane sostanzialmente invariato il grado di concentrazione del settore: il peso degli iscritti ai 21 fondi gestiti da società appartenenti ai primi cinque gruppi finanziari resta pari al 60%.