Cinque grafici che spiegano cosa sta succedendo nel settore del risparmio gestito

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Per capire cosa sta succedendo nel settore dell’asset management, può essere conveniente analizzare i dati che permettono di fare una panoramica generale, che mostrano chiaramente e senza dubbio quali sono le grandi tendenze che si stanno sviluppando. Da tali analisi si possono trarre conclusioni che consentono di formulare alcune dichiarazioni categoriche, come quelle fatte daChris Chancellor, senior director di Broadridge e Lynn Pattinson, International Marketing Communications specialist della stessa società, durante la loro ultima conferenza telematica. (Tutti i grafici di questo articolo hanno come fonte Broadridge).

Il primo grafico non dice qualcosa di nuovo, ma confema e misura l'entità di una tendenza ben precisa: che gli investitori stanno sostituendo i loro fondi azionari a gestione attiva con strategie passive. Le cifre non lasciano dubbi. Negli ultimi otto anni, i fondi azionari attivi hanno registrato deflussi di denaro consistenti, al contrario di quelli passivi. Ciò però sta interessando anche il reddito fisso, sebbene in questo caso la gestione attiva sta crescendo ad un ritmo ancora più rapido di quella passiva.

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Un capitolo a parte meritano i fondi multi-asset, una categoria di prodotti che dal 2011 ha suscitato un grande interesse in Europa, che ha registratto flussi importanti e sono stati il motore di crescita per l'industria. Tuttavia, per quasi un anno, in particolare dal settembre 2018, i fondi multi-asset hanno perso il favore degli investitori, registrando forti deflussi. Ciò significa solo una cosa: l'interesse degli investitori europei verso i fondi multi-asset si sta raffreddando.

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Un'altra questione molto interessante da analizzare è l'interesse per i prodotti che alcuni anni fa erano i più richiesti. Per fare questo, è necessario analizzare i flussi dei prodotti che solo pochi anni fa erano i più venduti. E lì, i dati presentati da Broadridge sono molto rivelatori, dimostrando che in media solo un terzo dei fondi venduti in Europa nel 2015 ha continuato a ricevere flussi netti positivi nei tre anni dopo. "È molto probabile che i vincitori di oggi non lo siano nei tre anni successivi, quindi le società di gestione devono pensare oggi alle strategie di cui i clienti avranno bisogno in futuro", afferma Chris Chancellor.

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Collegata a questo aspetto è un'altra questione molto importante, specialmente per i gestori che lanciano nuovi prodotti, è sapere di quanto tempo ha bisogno un fondo per avere successo, inteso come il raggiungimento di almeno 100 milioni di euro di patrimonio. Dall'analisi dei dati presentati da Chancellor ciò che si può concludere è che o il fondo raggiunge quel volume di attività durante i suoi primi anni di vita, o è molto probabile che non finirà mai per raggiungere quel livello e per la società risulta essere un fallimento da un punto di vista commerciale. "Si pensa spesso che l'investitore attenda che il prodotto abbia un track record di tre anni per entrare, ma le prove empiriche dimostrano che, o il successo è raggiunto subito o il fondo cadrà nell'oblio per sempre", commenta.

In pratica, ciò che l'esperto ritiene è che i team dedicati allo sviluppo di nuovi prodotti e al marketing devono lavorare a stretto contatto con i sales, al fine di lanciare fondi che sia in grado di attrarre davvero il mercato, al momento di coprire le esigenze dei clienti.

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L'esempio più chiaro di questa teoria è l'investimento socialmente responsabile (SRI), un'area in cui si stanno concentrando i maggiori sforzi innovativi delle case di gestione. Il fatto che si tratti di una necessità molto chiara da parte dei fund selector è evidenziato dai dati, essendo una categoria di prodotti che sta raccogliendo tanto in un contesto in cui vengono registrati in linea di massima deflussi. Questo è qualcosa che rappresenta una grande sfida anche per le case prodotto, perché inserire un’etichetta SRI non vuol dire necessariamente che il successo è garantito. Due fondi SRI su tre lanciati non raggiungono i 100 milioni di euro. Solo uno su dieci è riuscito a superare la barriera di 1 miliardo.

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