Colin (Vontobel AM): “Decorrelarsi da un mercato alle porte della recessione”

Ludovic Colin, Head of Flexible Bonds, Vontobel AM
Ludovic Colin, Head of Flexible Bonds, Vontobel AM

“Il 2016 e il 2017 sono stati anni irripetibili, caratterizzati da straordinarie iniezioni di liquidità da parte delle principali Banche centrali che hanno determinato un rialzo generalizzato di tutte le asset classes. Con il 2018 abbiamo assistito a un parziale normalizzazione e al ritorno della volatilità. L’attuale consensus del mercato sul 2019 è che si tratti di una anno a V, con un inizio al rialzo, una fase centrale di contrazione e un’ulteriore espansione nella parte finale. Siamo convinti che questa speranza nei prossimi mesi verrà disattesa”. Ludovic Colin, head of flexible bonds di Vontobel Asset Management, e membro del team di gestione del Vontobel Bond Global Aggregate, segnala come particolarmente significativo per comprendere l’attuale stato dell’economia mondiale il dato relativo ai margini aziendali globali. “In ambito corporate”, afferma, “la recessione è già iniziata”. “Ad inizio anno”, spiega, “i margini si attestavano al 10,1% mentre sono oggi arrivati al 3%, con una contrazione superiore al 7% che lascia spazio a pochi dubbi”.

Goldilocks o stagflazione?

Difficile prevedere quando la dinamica recessiva si estenderà all’intera economia, sebbene, sostiene Colin, sia certo un suo arrivo nel medio periodo. “Non ha senso dunque parlare di scenario Goldilocks, poiché non abbiamo sufficiente crescita né possiamo ragionevolmente sperare in un suo arrivo”. “Quando l’inflazione inizierà a salire significativamente, ci troveremo a dovere affrontare panorama in cui le possibilità di intervento delle Banche centrali saranno limitate”.

Vontobel_Growth

La guerra commerciale e l’orizzonte (limitato) di Trump

La guerra commerciale è una potenziale catastrofe”, esordisce senza mezzi termini l’head of flexible bonds di Vontobel AM, sottolineando inoltre come, “ad oggi abbiamo un aumento della volatilità dovuto all’imprevedibilità dello scenario anche nel breve periodo”. Guardando allo scontro tra Stati Uniti e Cina nel suo complesso Colin fa notare in particolare la differenza di prospettiva da un punto di vista temporale. “L’orizzonte cinese è ultradecennale se non a 100 anni, mentre quello statunitense si ferma ai 18 mesi che ci separano dalle prossime elezioni presideziali”. “Trump”, fa notare su questo punto l’head of flexible bonds di Vontobel Asset Management, “non ha alcun interesse ad una ripresa dell’economia statunitense nel corso del 2019, al contrario”. Lo scenario disegnato da Colin vede infatti il presidente americano ricercare uno scontro più duro, e i conseguenti effetti di ribasso per l’economia, per portare il momento di un accordo, e i relativi effetti positivi sulla crescita dell’economia americana, più vicini all’appuntamento con le prossimi presidenziali. “Nessuno può sapere quanto Donald Trump è disposto ad innalzare il livello dello scontro”, conclude Colin.