Columbia Threadneedle: in assenza di ulteriori notizie negative, le condizioni del mercato potrebbero migliorare

William Davies News
William Davies, immagine concessa (Columbia Threadneedle Investments)

Per il conflitto tra Russia-Ucraina, la crisi energetica, l’inflazione e le politiche monetarie restrittive delle banche centrali, il 2022 sarà ricordato come uno degli anni più difficili per i mercati dopo il crollo finanziario globale del 2008/2009. E in vista del prossimo anno, il timore dell’arrivo di una recessione globale non rende il panorama migliore. Eppure a fronte di questo scenario estremamente complesso, Columbia Threadneedle Investments lascia intravedere qualche spiraglio di ottimismo. “L'assenza di ulteriori notizie negative potrebbe rivelarsi una notizia di per sé positiva per gli investitori”, avverte il Global Chief Investment Officer William Davies. Molti di questi venti contrari potrebbero soffiare anche nel 2023, ma l’esperto non vede tutto nero. “Negli Stati Uniti non ci attendiamo che causino necessariamente una profonda e duratura recessione”, dice.  

USA e Europa: due storie diverse

Negli USA l'inflazione complessiva dovrebbe diminuire. Sarà probabilmente più persistente l'inflazione core, ma dati stabili o in calo potrebbero indurre la Federal Reserve a interrompere i rialzi dei tassi agli inizi del 2023. “Non ci attendiamo un contesto monetario più accomodante con tassi in calo, ma una certa stabilizzazione potrebbe fare del 2023 un anno diverso”, avvisa Davies. Diversa e più difficile la situazione per l’Europa, dove la recessione potrebbe esser più severa. “In termini di aumenti dei tassi, riteniamo che la Bce abbia più strada da percorrere rispetto alla Fed”, dice l’esperto. “La Bce ha cominciato a inasprire la propria politica nel luglio 2022 e, sebbene sia improbabile che porti i tassi ai livelli degli Stati Uniti, potrebbe continuare a effettuare rialzi per un periodo più lungo”, continua. Ma nel complesso Davies afferma: “Non ci aspettiamo che i tassi d'interesse globali scendano nel 2023, ma la fine delle incertezze circa il picco a cui arriveranno potrebbe fungere da catalizzatore positivo”.

Reddito fisso

“L’era dei free money è finita. Ma non è necessariamente una cosa negativa”, dichiara Gene Tannuzzo, responsabile globale dei mercati obbligazionari che ricorda come il 2022 abbia decretato la fine dell’epoca dei tassi a zero. “Non ci aspettiamo un 2023 altamente volatile come il 2022. I mercati si sono già adattati a un ambiente di inflazione più alta e di tassi più alti”, dice. Secondo la sua view nel reddito fisso nei prossimi dodici mesi la qualità creditizia sarà molto più determinante ai fini del successo rispetto al 2022, anno in cui il principale driver è stato la duration. “La crescita sta rallentando, ma il credito presenta un livello di rischio migliore di quello di un anno fa”, dice. “Un segmento che ci piace e in cui ci sentiamo particolarmente fiduciosi è l’IG corporate, in particolare europeo”, aggiunge.  

Azionario

Secondo la responsabile globale mercati azionari Melda Mergen mentre nel 2022 lo scenario avverso ha avuto un impatto sulle valutazioni dei titoli azionari, l’aspetto chiave per il prossimo anno sarà capire quali saranno le conseguenze sui modelli di business e l’operatività delle aziende. Ovvero per le aziende sarà cruciale la capacità di generare profitto anche con inflazione e tassi più alti. Sarà dunque molto importante la capacità di essere selettivi, soprattutto nei titoli growth. “I trend secolari di supporto ai titoli di crescita ci sono ancora, ma bisogna essere cauti”, dice Mergen rispetto ai titoli di crescita. “Grazie ai finanziamenti a basso costo, alcune società hanno retto forse più a lungo di quanto non avrebbero fatto se il costo del denaro fosse stato nella media. Ora si trovano ora ad affrontare sfide mai incontrate prima”, continua. Anche i titoli ciclici saranno sotto pressione per la recessione e quindi in conclusione secondo Mergen sarà fondamentale individuare le società vincenti con bilanci solidi.